Dopo i tanti perché senza risposta di Virginia Raggi davvero dirle che è “incapace” è un insulto?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-19

Virginia Raggi è offesa: qualcuno ha scritto su un giornale che è un’incapace che non ha saputo risolvere nemmeno mezzo dei problemi della Capitale. Lei però non ci sta e invece che dare delle risposte alle domande dei giornalisti (e soprattutto dei romani) si diverte a fare delle domande. Felici di aver scoperto che la Raggi ha la stoffa del giornalista e consapevoli che il problema è che attualmente è il sindaco ecco le risposte alle domande della Raggi

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Virginia Raggi oggi s’è svegliata e ha scoperto che c’è qualcuno che dice che è un incapace. Per la sindaca della Capitale questa non è una critica alla sua azione politica ma un insulto «ripetuto migliaia di volte per offendere, per colpire personalmente l’avversario». Ed è curioso perché proprio Virginia Raggi e Marcello De Vito definivano “incapace” la giunta precedente. Addirittura in un comunicato del 2015  M5S definiva il Partito Democratico come un «partito isterico e pericoloso, incapace di gestire qualsiasi controversia politica, figuariamoci l’amministrazione di una città come Roma».  Anche il senatore Nicola Morra definiva Ignazio Marino “incapace e inconsistente”.

Davvero dire che la Raggi è “incapace” è un insulto?

Una volta appurato quindi che in un recente passato proprio i compagni di partito della Raggi hanno utilizzato quello che lei considera un insulto passiamo all’oggetto del temino delle medie pubblicato questa mattina dalla sindaca. Tutto prende le mosse da un editoriale di Virman Cusenza pubblicato sul Messaggero dal titolo Raggi incapace, Roma muore. Lei non ci sta e dopo essersi dichiarata vittima del clima infame dichiara con orgoglio: «Altro che incapace. Io sono determinata».

raggi incapace insulto perché nessuno ne parla - 1

Qualcuno potrebbe dire che la determinazione non basta. O meglio: si spera che la sindaca sia almeno determinata, perché l’essere determinata non solo non significa non essere incapace ma è ben al di sotto del minimo sindacale che è legittimo pretendere da chi amministra Roma da tre anni. Ed è questo il punto (e il problema): ormai la Raggi non può più dire che è colpa di quelli di prima. Se le cose non funzionano la responsabilità è sua. L’immane casino dei bus israeliani non omologati, il disastro dei bandi che non partono, le fermate della Metro chiuse perché non si è pensato ad eseguire la manutenzione i fatti e la realtà congiurano contro la povera sindaca.

I tanti perché senza risposta di Virginia Raggi

Ma lei non ci sta. Vi ricordate di quando a pochi mesi dal suo insediamento annunciava quaranta, poi novanta ed infine centinaia di successi? Bene: dimenticateveli. Perché per dimostrare di non essere una incapace la sindaca oggi decide di volare decisamente più in basso. Quasi rasoterra. Ci si accontenta di poco, di rivendicare di aver tappato qualche buca, magari di aver fatto togliere la monnezza davanti agli ospedali. E in quell’incredibile corto circuito logico che è la propaganda del M5S si dà implicitamente la colpa ai giornalisti che “prima” non sarebbero stati altrettanto severi.

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La Capitale versa in uno stato pietoso ma la Raggi riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno, anzi stracolmo e snocciola una breve lista di “perché” che immaginiamo sia sua intenzione rivolgere ai giornali e a tutti quelli che le danno dell’incapace. La Raggi in teoria vorrebbe rispondere alle obiezioni dell’articolo del Messaggero, ma non risponde nemmeno ad una delle questioni messe sul tavolo.  E così l’operazione verità della Raggi, che vuole dimostrare di essere in grado di fare quello per cui è stata eletta e per cui i romani la pagano, rischia di ritorcersele contro. Iniziamo.

Perché nessuno mai ha abbattuto le villette dei Casamonica chiudendo gli occhi di fronte all’illegalità?

Se lo chiede la Raggi rivendicando un successo che non è suo ma della magistratura. La risposta è presto detta. Innanzitutto gli abbattimenti ci sono stati anche durante l’amministrazione di Veltroni e di Rutelli, in secondo luogo nonostante le fantastiche operazioni di propaganda (di cui si è ampiamente parlato) di Raggi, Zingaretti e Salvini che si sono fatti immortalare sul “luogo del delitto” o sulle ruspe il problema degli abbattimenti è meramente economico. Costano soldi, e come spiegò l’ex assessore Sabella le amministrazioni preferiscono usare altrimenti quei soldi

Perché nessuno si è indignato quando hanno dato alle fiamme uno dei quattro impianti che gestiva il 25% dei rifiuti di Roma?

Il problema qui non è l’indignazione. Non c’è assolutamente alcuna utilità nell’indignarsi per l’incendio del Tmb Nuovo Salario. Ci penserà la magistratura ad indagare sulle cause del rogo e ad accertare eventuali responsabilità. Ci si dovrebbe invece indignare per quello che disse l’assessora all’Ambiente Montanari (nominata dalla Raggi, che credete) che disse che l’impianto non puzzava. Ci si dovrebbe indignare – o meglio arrabbiare – per il fatto che la Capitale è sommersa dai rifiuti. E se proprio avanza dell’indignazione la si può riservare alla sindaca, che mentre l’impianto andava a fuoco era impegnata nell’ennesima passerella pubblicitaria degli abbattimenti. Quando si è finito con l’indignazione si può iniziare a chiedere risposte. Ne suggeriamo un paio: che fine ha fatto il grande piano rifiuti della Raggi sulla differenziata? E che fine hanno fatto i progetti per la costruzione dei due impianti per il compostaggio?

Perché fino all’arrivo di questa amministrazione non è mai stato imposto un contratto a Cerroni per la raccolta dei rifiuti?

La Raggi qui semplicemente dimentica quello che scriveva Stefano Vignaroli sul blog di Grillo nel 2015. Ovvero che Cerroni «gestiva un sodalizio criminale in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti». Sembrava quasi che al M5S l’idea che il Comune pagasse Cerroni per la raccolta dei rifiuti puzzasse di losco e affari sporchi. Deve essere per questo che dopo che Marino aveva fatto chiudere Malagrotta Paola Muraro (altra assessora all’Ambiente) se ne venne fuori per dire che era stata una decisione sbagliata. In un Paese normale si rinfaccerebbero alla Raggi tutti questi cambi di fronte. Per lei invece sono la dimostrazione che non è un’incapace.

Perché tutti hanno taciuto quando Atac con “parentopoli” assumeva gli “amici degli amici” indebitandosi per oltre un miliardo di euro?

Questo è semplicemente falso, delle parentopoli in ATAC si è parlato parecchio e tutti ne hanno parlato. Pensate un po’: ne parlò anche l’ex Ad di ATAC Rettighieri sollevando alcune domande sullo spostamento di un dipendente ATAC incidentalmente, attivista del MoVimento 5 Stelle in zona e cugino di un’assessora municipale M5S. Per informazione della Raggi, prima di lei sulle parentopoli in ATAC ci sono state inchieste (e condanne) da parte della magistratura.

Perché nessuno ha mai mostrato le strade nuove che abbiamo rifatto in questi tre anni?

La risposta è che semplicemente quelle strade non si trovano. Ma se la Raggi crede alle parole dell’assessora Gatta, che dice che il problema buche è risolto forse dovrebbe portare la questione all’attenzione della Giunta. Segue poi un elenco di cose che non sono altro che ordinaria amministrazione. Come ad esempio «la lotta agli ‘scrocconi’, quelli che occupano abusivamente e senza titolo le case popolari» che è stata portata avanti con alterne fortune da tutte le amministrazioni. Oppure «alle oltre 1.200 case popolari che questa Amministrazione ha assegnato ai più fragili». Davvero la sindaca si sta vantando di essere riuscita a fare una cosa che dovrebbe fare per legge? Anche dopo i fattacci di Torre Maura o Casal Bruciato? Oppure dopo la proposta di togliere i punti ai Rom per le case popolari?

Perché nessuno ha mai detto qualcosa quando per decenni non è stata fatta la manutenzione alle linee della metropolitana o non sono stati acquistati gli autobus?

La Raggi, quella “capace” si sta per caso qui lamentando del fatto che anche quelli di prima non compravano gli autobus? E allora perché non ci spiega come mai sono due anni che promette l’arrivo di autobus nuovi e nel frattempo l’assessora Meleo commissiona un “report” per scoprire che i mezzi circolano senza aria condizionata?

Perché hanno aperto i campi rom e lucrato sulla pelle degli abitanti degli stessi campi e dei quartieri vicini?

Last but not least la questione delle questioni: i campi rom. La Raggi dice che sono stati “gli altri” (ovvero gli alleati di governo del M5S) ad aprire i campi Rom. Ma non parla della gestione disastrosa della sua amministrazione (la vicenda del Camping River ne è l’esempio lampante). La verità – come racconta Carlo Stasolla a Roma Today – è che il M5S non ha né superato né risolto il problema dei campi. Lo ha semplicemente spostato altrove disseminando gli abitanti in giro per la Capitale in altri campi o direttamente per strada. La Raggi è convinta che in questi tre anni ha fatto bene, anzi benissimo. Non dà risposte ma chiede perché perché perché. Il suo problema è che i romani la hanno votata per fornire risposte concrete, non per fare domande ai giornalisti che la criticano sulla base dei non risultati della sua Amministrazione. Si consolino i romani: «Altro che incapace. Sono determinata, ancora più determinata di prima. Roma la difenderò a spada tratta perché la amo». Di troppo amore a volte si muore.

Leggi sull’argomento: Chiara Appendino e la consulenza a sua insaputa

 

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