Orsini non ha mai detto “Travaglio mi ha rovinato la vita” (ma ha detto che “ragiona in maniera primitiva”)

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-05-18

La polemica sollevata da “Il Giornale” in questi giorni punta il dito sul rapporto di collaborazione del professore di Sociologia con “Il Fatto Quotidiano” dopo che in passato erano volati stracci

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L’esposizione mediatica di Alessandro Orsini, diventata sempre più imponente dopo le sue ospitate televisive e i suoi articoli su “Il Fatto Quotidiano” per parlare della guerra in Ucraina ha portato alla rievocazione di vecchie dichiarazioni fatte dal professore di sociologia. Vere o presunte. Nelle ultime ore, infatti, “Il Giornale” di Augusto Minzolini è andato a ripescare una vecchia intervista rilasciata proprio a quel quotidiano nel 2011. Un articolo che iniziava con questa presunta dichiarazione: “Travaglio è un cattivo giorna­lista e mi ha rovinato la vita”. Alla luce della collaborazione con il Fatto, dunque, queste parole sembrano andare in collisione con il passato. Ma la storia ha un retroscena rimasto nascosto e dimenticato nel tempo.

Orsini non ha mai detto “Travaglio mi ha rovinato la vita”

Partiamo da quel che è successo nelle ultime ore. Sull’edizione di oggi de Il Giornale è apparso un articolo con questo titolo: “Orsini-Travaglio, oggi amici ma ieri si insultavano”. Il riferimento, come detto, è a una vecchia intervista pubblicata il 6 luglio del 2011 da Il Giornale. Lì il professore di Sociologia rispose a Travaglio che lo aveva accusato di aver paragonato i no tav alle brigate rosse. E il filo che unisce questo botta e risposta è generato da un precedente articolo, scritto proprio da Alessandro Orsini e pubblicato da Il Giornale il 4 luglio dello stesso anno.

Questo è la cornice attorno a cui si è generata la polemica di oggi. Ma già all’epoca dei fatti ci furono molte critiche. La prima quella di Travaglio contro Alessandro Orsini, con il giornalista che – a torto – criticò il sociologo per aver messo (secondo lui) sullo stesso piano il modus operandi dei No Tav a quello delle Brigate Rosse. In realtà il professore aveva usato quel paragone parlando dei Black Block e non di chi si opponeva e si oppone alla realizzazione della ferrovia ad Alta Velocità Torino-Lione in Val di Susa. E proprio questo fraintendimento venne commentato così da Orsini:

“Travaglio ragiona in maniera primitiva: se scrivi un ar­ticolo per il Giornale sei moral­mente corrotto. Sei sul libro paga di Berlusconi. Tengo a precisare che non ricevo compensi per i miei articoli. Il fatto che debba precisarlo mi fornisce una misura precisa del clima da inquisizione in cui siamo precipitati. Se avessi scritto le stesse cose su il Fatto Quotidiano, Travaglio mi avrebbe applaudito”.

Parole tutt’altro che dolci, simbolo di una tensione palesatasi ormai 11 anni fa. Ma proprio in quell’intervista, come riportato da Il Giornale, Alessandro Orsini avrebbe detto: “Travaglio mi ha rovinato la vita”. Usiamo il condizionale perché proprio a poche ore dalla pubblicazione sul quotidiano all’epoca diretto da Alessandro Sallusti, lo stesso professore di Sociologia inviò a Giornalettismo una smentita che riportiamo qui integralmente.

“Gentili lettori,
nel mio articolo tanto contestato, ho scritto che i black bloc non c’entrano niente con i brigatisti rossi. Fatto salvo l’odio comune verso il capitalismo, sono destinati a un divorzio permanente (perché sono diversissimi tra loro!). Aggiungo che i titoli vengono decisi senza consultare gli autori. Pertanto, posso rispondere soltanto di ciò che ho scritto nel mio testo. Sotto il profilo scientifico, non vedo perché non si possa sviluppare una riflessione sulle possibili analogie tra due fenomeni di contestazione dell’ordine costituito. Non c’è niente di criminale nel domandarsi se i black bloc possano avere caratteristiche comuni ad altri fenomeni ribellistici già noti. È il dovere di un sociologo che si occupi di violenza politica. Sono stato più volte invitato negli Stati Uniti per chiarire possibili differenze e analogie tra i militanti di Al Qaeda e quelli delle Brigate rosse. Nessuno mi ha mai dato del ”verme” o del ”venduto” per questo.
Il contenuto del mio articolo smentisce categoricamente il titolo: “Si scrive no tav, si legge BR” ed è in opposizione alla linea de “il Giornale”, che non lo ha censurato.
La frase “Travaglio ha rovinato la mia vita” non l’ho mai pronunciata. Per il resto, ogni parola dell’intervista di oggi è mia, fatta eccezione per un refuso (si costruiscono “detti” sarebbe si costruiscono “ghetti”). Sotto il profilo storico, esistono almeno due sinistre. Il conflitto tra loro dura da sempre: nel modo di esprimersi, nel modo di concepire la libertà di pensiero”.

Era il 2011, dunque. La polemica avanzava e Orsini criticava “Il Giornale” per aver messo nella sua bocca parole mai pronunciate su Marco Travaglio. Lui non ha mai detto, come da smentita, “Travaglio mi ha rovinato la vita”. Confermato, invece, il giudizio sul direttore de Il fatto Quotidiano che “ragiona in maniera primitiva”.

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