Tutte le panzane che Toninelli ha raccontato ai bambini di “Alla Lavagna”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-21

Ieri era la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia. Niente di meglio per festeggiarla che ascoltare le favole che il ministro delle Infrastrutture ha raccontato ai bambini del programma di Rai 3. La migliore? Quella sul MoVimento che è un partito dove tutti sono uguali (ma comanda Casaleggio)

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Ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli si è seduto sulla cattedra del programma di Rai Tre Alla Lavagna per rispondere alle domande “scomode” dei bambini. Niente paura: Toninelli (che secondo i piccoli alunni assomiglia ad Harry Potter) non ha dovuto spiegare l’esistenza del tunnel autostradale del Brennero dicendo che è come il binario 9 e 3/4 della stazione di King’s Cross a Londra. Non gli è stato nemmeno chiesto di illustrare alla lavagna alcune sue idee geniali come il ponte multilivello per Genova o la spassosissima trovata della revoca della concessione al suo barbiere.

Il meglio del meglio di Toninelli Alla Lavagna

Ciononostante il ministro è riuscito a non deludere gli spettatori, grandi e piccini. Questo non solo perché Toninelli è uno che ci sa fare con i bambini (sul serio, degli ospiti visti fino ad ora è stato quello più spigliato) ma soprattutto perché è un talento naturale. Uno anche senza domande difficili riesce sempre a dare il meglio dì sé. E non stiamo parlando del gioco del mimo dei film cui il ministro si è sottoposto come prova a sorpresa. Parliamo ad esempio di quando il ministro ha detto che «per tanti anni il politico è stato percepito come un extraterrestre la politica la fa solo chi ha 10 lauree, chi parla 80 lingue». Con il MoVimento invece le cose sono cambiate perché la politica la possono fare tutti. Strano, perché qualcuno ricorderà le polemiche del M5S contro le ministre Fedeli e Lorenzin “colpevoli” di non essere laureate (proprio come i vicepremier Salvini e Di Maio). Forse Toninelli avrebbe potuto ricordare il caso (uno tra tanti) di Giuseppe di Vittorio che aveva appena la terza elementare ed è stato uno dei politici più importanti del Dopoguerra.

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Prima del MoVimento il politico era visto come un extraterrestre

Secondo la visione di Toninelli invece per fare politica occorreva “bussare a molte porte”, ora non più, perché bastano poche centinaia di click su una piattaforma online gestita in maniera piuttosto opaca et voilà, si arriva in Parlamento. Il bravo politico, ha continuato il ministro, «è uno che non deve pensare a sé stesso, o a chi rappresenta o alle imprese che ha, ma deve pensare agli altri». Curioso: il M5S nel contratto di governo propone l’introduzione del vincolo di mandato mentre la Costituzione (che il M5S a questo punto vorrebbe cambiare) sancisce che «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ». Proprio quello che ha detto Toninelli. Il ministro ha anche “dimenticato” di ricordare le norme e i provvedimenti adottati dall’esecutivo che finiranno per favorire e aiutare Davide Casaleggio. Ad esempio quelle contenute nella legge Spazza-Corrotti che blindano Casaleggio e Rousseau al comando del MoVimento e i 45 milioni di euro destinati al Fondo per favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things destinati ad un settore dove è molto attiva la Casaleggio Associati, la società dell’uomo al comando di Rousseau che a sua volta è l’associazione che controlla l’attività degli eletti del M5S.

Non siamo un partito non siamo una casta siamo Toninelli punto e basta

Toninelli ha poi lodato l’impegno ecologista di Giada, una bambina che ha raccontato di essere molto attenta alla raccolta differenziata e preoccupata dall’Ambiente. Peccato che nel Decreto Genova, quello scritto col cuore da Toninelli, ci sia anche una norma che consente di utilizzare come concime – ovvero di spargere sui campi che producono riso e ortaggi destinati al consumo umano – fanghi provenienti dai depuratori anche se contengono diossina ed idrocarburi in quantità elevatissime. «La politica ha un compito – ha spiegato il ministro – quello di premiare o punire chi inquina tanto», premiare?

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Sempre a proposito di punizioni Toninelli ha parlato della corruzione spiegando che il Governo sta lavorando ad una cosa per fermarla. Si tratta – spiega il ministro –  della figura di una persona  che può andare a offrire mazzette ai dipendenti pubblici per corromperli al fine di incastrarli. Toninelli lo chiama “agente sotto copertura” ma la descrizione che ha fatto – quella del “finto corruttore” –  è invece quella dell’agente provocatore. E mentre l’agente sotto copertura non è affatto una novità (è stato usato ad esempio durante Mani Pulite) l’agente provocatore non ci sarà nella legge anticorruzione. Lo ha spiegato qualche tempo fa il presidente del Consiglio: «Non sarà- un soggetto che provoca il reato per incastrare i corrotti, ma un agente che raccoglie prove nel corso di una indagine… tecnicamente un agente sotto copertura non un agente provocatore». Così come non ci sarà nessun DASPO “ad aeternum”.

Come Toninelli ha spiegato il MoVimento 5 Stelle

Arriva il momento della domanda “scomoda”. L’italia è un paese razzista? «assolutamente no» (anche se il fondatore del M5S a volte si è lasciato andare) perché ci sono tante persone che scappano dalla Libia. E sapete chi li salva bambini? «La Guardia Costiera!». Proprio loro, i nostri valorosi militari, quelli che Toninelli e Salvini hanno tenuto attraccati per giorni in porto non concedendo il permesso di sbarco alla Nave Diciotti della Guardia Costiera non una ma ben due volte. Se non altro il ministro ha ammesso quello che i dati e i giornali dicono da anni: la maggior parte dei migranti non viene salvata dalle ONG (che il suo governo e il suo partito hanno definito “vicescafisti” e “taxi del mare”) ma dagli assetti della Marina Militare.

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Nella fatidica prova alla lavagna Toninelli spiega il funzionamento di un partito illustrando le differenze con il MoVimento (che è un partito solo che ha un nome buffo). Secondo il ministro i vecchi partiti hanno una struttura piramidale dove al vertice c’è una persona che tutto vede e tutto sa e che comanda. Diversamente nel MoVimento sono tutti sullo stesso piano. Peccato che no sia così perché non solo il MoVimento ha un Capo Politico che ha il potere di scegliere – ad esempio – i candidati nei collegi uninominali (ma almeno così non si deve bussare a tante porte). Non solo c’è un Garante – non eletto da nessuno degli attivisti anche se lo Statuto lo prevede – che nessuno sa bene che poteri abbia perché dipende da come si è svegliato quel giorno e se vuole esercitarli. C’è anche il figlio di uno dei fondatori – non eletto da nessuno e che ritiene che il Parlamento sia inutile– che però è a capo di un’associazione esterna al partito che di fatto gestisce la comunicazione del partito e quello che devono fare gli eletti del M5S e sulla quale nessuno (a parte i soci) può dire cosa deve fare. È  proprio vero, il MoVimento non è un partito verticistico come gli altri.

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