Il M5S è piccolo e gli eletti mormorano (su Sara Cunial espulsa)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-17

Alla fine il M5S che abbraccia la scienza si spacca sulla difesa della deputata “free-vax” che rischia di essere cacciata perché si rifiuta di credere alla “bufala” della Xylella. Al suo fianco si sono già schierati la senatrice Nugnes e i deputati Giannonne, Vizzini e Galantino. Mentre da “fuori” si fa sentire la voce dell’ex pentastellato Saverio De Bonis, anche lui solidale con la deputata veneta

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Il MoVimento 5 Stelle sta provando ad espellere l’ennesimo parlamentare. Si tratta della deputata “free-vax” veneta Sara Cunial che ieri ha preso parola in Aula per accusare il suo gruppo parlamentare di voler fare «uno scempio in favore delle agromafie». Tanto basta, in base allo statuto dei 5 Stelle di Montecitorio, per aprire una procedura d’infrazione nei confronti della deputata veneta. Non è la prima volta che l’onorevole Cunial crea qualche problema al suo partito. È invece forse la prima volta che di fronte ad una possibile espulsione si levano brusii e mormorii dall’interno del gruppo degli eletti del MoVimento.

Paola Nugnes, la senatrice dissidente contro l’espulsione di Sara Cunial

Una dei primi a sollevare dubbi e perplessità è stata la senatrice Paola Nugnes, da tempo identificata come appartenente al gruppo dei “dissidenti” fedeli alla linea di Roberto Fico (che è sostanzialmente la linea del MoVimento 5 Stelle del 2009). In un post su Facebook la senatrice – che sul Salva Salvini ha fatto sapere di aver votato in maniera difforme dal suo gruppo ma che non è stata espulsa – si è lasciata andare ad una provocatoria riflessione: «Ma se una non rispetta lo statuto che non rispetta più lo statuto sta rispettando lo statuto che non è più rispettato dallo statuto, o no?». Quell’una è chiaramente la collega Cunial, colpevole di non aver rispettato lo statuto (vero) che però secondo la Nugnes non rispetta a sua volta lo statuto. E ci sarebbe da aggiungere che anche il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle di recente ha dato dimostrazione di non rispettare lo Statuto del partito.

nugnes cunial espulsioni m5s statuto - 1

«Io ho conosciuto Sara da poco ma l’ho apprezzata molto da subito, non conosco le sue posizioni su tutto e le sue relazioni, e sicuramente non concordiamo su ogni cosa, ma mi è sembrata da subito una bellissima persona, molto ferma, contenuta ma coraggiosa» ha scritto la Nugnes su Facebook questa mattina, ma non è l’unica a pensarla così.

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La storia secondo cui il MoVimento 5 Stelle che sarebbe «altissima politica, democrazia diretta, scelta autentica dei candidati da parte degli iscritti» assume i contorni sfocati delle favole per bambini. Nella realtà delle cose il M5S non è quel perfetto esempio di democrazia diretta e rapporto con le autentiche istanze dei territori e degli elettori. Non è tanto un problema di dissidenti, “traditori”, mele marce o impresentabili (che pure ci sono, se guardiamo i criteri del M5S) quanto del fatto che un conto è stare all’opposizione e un altro stare al governo.

I deputati schierati a difesa di Sara Cunial

Perché all’opposizione c’è molto più margine di manovra, si possono dire e promettere molte cose. Ad esempio possono dire di voler chiudere l’ILVA e bloccare il TAP. Poi al governo non fanno né l’una né l’altra cosa.  Sono scelte che si pagano, e a poco serve cercare di raccontare di penali, di carte segrete o di delitti perfetti. Non solo perché non è vero, ma perché alla fine i nodi vengono al pettine. Torniamo ad esempio al “caso Cunial”. La deputata è stata eletta ben sapendo quali erano le sue posizioni su vaccini e altri temi delicati. Tra questi temi c’è ad esempio quello della Xylella. Qual è la colpa della Cunial? Sostanzialmente quello di continuare a tenere la “vecchia” linea del M5S. Perché fino a qualche mese fa il M5S e Beppe Grillo (e con loro il Fatto Quotidiano) sostenevano che l’eradicazione degli ulivi fosse un crimine.

giannone cunial espulsioni m5s statuto - 1

Non si tratta di una posizione sostenuta da un gruppo “marginale” di deputati. Perché non solo il Garante (e fondatore) ha sempre detto che la Xylella era una bufala. Anche Luigi Di Maio  a Cellino San Marco il 6 novembre 2015 disse che «il governo per risolvere il problema della xylella» andava «a caccia di zanzare con un bazooka abbattendo alberi che non avremo più». Stanno giocando sul terrore, diceva Di Maio che chiedeva al governo di investire in ricerca per trovare soluzioni scientifiche. Ci sono poi state le fantasiose ricostruzioni dell’Eurodeputata Rosa D’Amato, che è arrivata a manipolare le dichiarazioni di uno scienziato esperto di Xylella.

E ancora di recente il senatore Lello Ciampolillo conduceva una battaglia contro l’abbattimento degli ulivi spostando la residenza su un terreno dove si trovava un ulivo infetto (che è stato abbattuto). E come lui la pensa anche il senatore Saverio De Bonis che dal 4 gennaio è passato dal M5S al gruppo Misto e che oggi non rinuncia a difendere l’ex compagna di partito Cunial. De Bonis dice che nel M5S «applicano le regole a modo loro» espellendo la Cunial ma reintegrando Dessì e evitando accuratamente di decidere sul caso di Giulia Sarti.

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Nelle stesse ore la deputata Veronica Giannone ha espresso la sua solidarietà alla Cunial ricordando che «gli emendamenti presentati da Cunial li ho sottoscritti e votati anche io insieme a Gloria Vizzini e Davide Galantino». E proprio Galantino nei giorni scorsi aveva lanciato la fronda del #iodicono contro la decisione di Di Maio di indicare le capolista per le europee scavalcando le scelte degli iscritti, costretti ad una mera “ratifica” su Rousseau e che ieri rivendicava la scelta di votare in dissenso con il gruppo del M5S per proteggere la sua terra (Galantino è pugliese). Una comunicazione analoga a quella della Giannone è stata pubblicata sulla pagina Facebook della deputata Vizzini che rimane  dell’idea «che il problema xylella non si possa scaricare sui cittadini». I tentennamenti e le posizioni antiscientifiche del M5S sul tema della Xylella non solo hanno prodotto un grande ritardo nel piano di contenimento del Co.DI.Ro ma stanno facendo fermentare una miscela esplosiva che rischia di spaccare il partito. Da un lato quelli che pur non condividendo le opinioni della Cunial ritengono necessario un ritorno alle origini del MoVimento, dall’altro quelli allineati e coperti sulle posizioni governiste del partito. Il problema è che per i primi già mandare giù l’alleanza con la Lega è stata dura, resisteranno al tradimento dei valori del M5S?

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