Perché la Juventus crolla in Borsa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-17

Dopo l’eliminazione dalla Champions il titolo del club bianconero ha segnato forti perdite in Piazza Affari. Gli azionisti pagano la perdita dei ricavi derivanti dall’accesso alla semifinale e la contrazione della “bolla” CR7. Nel frattempo un’altra bolla, ben più gigantesca è pronta ad esplodere sulla Serie A, quella delle plusvalenze

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Ieri sera la Juventus è stata eliminata dalla Champions nella partita di ritorno dei quarti di finale di Champions. Allo Stadium la squadra di Allegri è stata battuta per due a uno dagli olandesi dell’Ajax che accedono così alla semifinale. Ed è proprio questo il motivo per cui il titolo della Juve è crollato in Borsa. Inizialmente sospeso per eccesso di ribasso (-21%) al momento l’andamento è intorno al -18%. Andare in semifinale di Champions avrebbe infatti consentito di accedere ai 12 milioni di euro di bonus destinati alle semifinaliste ai quali vanno aggiunti 1,1 milioni di euro di market pool e gli incassi al botteghino per la vendita dei biglietti.

Il crollo della Juventus in Borsa dopo la sconfitta con l’Ajax

Gli investitori – ovvero quelli che comprano le azioni della società – sanno che con l’eliminazione dalla Champions viene a mancare una fonte di entrate importantissima la prima delle voci di bilancio. Il superamento dei quarti avrebbe consentito alla Juve di raggiungere quota cento milioni di ricavi. La fine del sogno europeo ha fatto così scoppiare “la bolla” del titolo della Juventus che dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo a Torino aveva segnato un incremento del 171% arrivando a valere un miliardo e 700 milioni di euro. Una capitalizzazione pari a 20 volte il patrimonio quotato, fa sapere il Sole 24 Ore.

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Fonte: Il Sole 24 Ore

La Juventus inoltre deve ancora staccare il dividendo 2019 agli azionisti, che visto l’annuncio del direttore finanziario del club bianconero, Marco Re, che ha detto a febbraio che il bilancio della stagione sportiva 2016/2019 si chiuderà in rosso non lascia ben sperare. Ed era proprio l’andamento della stagione in Champions che avrebbe potuto determinare – o meglio contenere – l’entità della perdita. L’uscita ai quarti in questo senso complica notevolmente la situazione.

Perché i conti della Juve sono in rosso?

Nel comunicato diffuso dalla società a fine febbaio 2019 si legge che »il primo semestre dell’esercizio 2018/2019 si è chiuso con un utile di € 7,5 milioni che evidenzia una variazione
negativa di € 35,8 milioni rispetto all’utile di € 43,3 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente». il peggioramento di € 74,5 milioni «è stato determinato dagli esborsi legati alle Campagne Trasferimenti (€ -119 milioni netti)». La ragione per cui i conti della società sono sballati è principalmente dovuta all’acquisto di Cristiano Ronaldo che è passato dal Real Madrid alla Juve per 100 milioni di euro (112 milioni tra oneri e commissioni) con un contratto da 30 milioni di euro a stagione per quattro anni.

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Si può discutere dell’opportunità di spendere 112 milioni di euro per prendere un 33enne. Ad esempio l’operazione sarebbe stata pienamente giustificata se, oltre al ritorno d’immagine, durante la stagione 2018/2019 i bianconeri avessero vinto tutto: Campionato, Coppa Italia e Champions League. Il triplete insomma. Ma quest’anno la Juventus si dovrà accontentare dello Scudetto, che ha vinto per sette anni consecutivi anche senza Ronaldo. Il problema è che l’operazione instant team che vince tutto è difficile da realizzare. Il Paris Saint Germain ha speso 222 milioni di euro per Neymar  con l’obiettivo di vincere la Champions e non ci è riuscito, ma a quanto pare il bilancio non ne ha sofferto troppo.

La differenza è che Neymar ha 27 anni mentre l’età gioca contro CR7, a 34 anni l’investimento del club bianconero è sempre meno ammortizzabile nel tempo. Significa quindi che la Juventus è in difficoltà? No. Significa che ad essere in difficoltà sono quei piccoli azionisti che hanno comprato le azioni della Juventus proprio dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Per un po’ è andata bene (vedi il 171% dell’ultimo anno) ma ora che gli obiettivi di stagione non sono stati centrati qualcuno potrebbe perdere dei bei soldi. Non la Juventus che riuscirà probabilmente a sistemare i conti sfruttando le plusvalenze del 2019. Si tratta di un sistema ampiamente utilizzato in Serie A per tenere a galla i conti delle società, in pratica un vero e proprio doping contabile. Perché in primo luogo si mettono a bilancio gli incassi per la vendita dei giocatori anche se si tratta di soldi pagabili magari in tre anni (e quindi non attualmente disponibili). Poi perché con quegli stessi soldi “incassati” si va a comprare un giocatore che ne vale altrettanti e si “pareggia” il conto. O addirittura si va in attivo. In mezzo c’è la questione del valore di cartellini, che a volte sembra essere irragionevolmente gonfiato, rispetto alle qualità del giocatore.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano del 14/03/2019

La Juventus ha già cominciato a fare ricorso al sistema delle plusvalenze con la clamorosa cessione di Stefano Sturaro che a febbraio è passato definitivamente dalla Juventus al Genoa «a fronte di un corrispettivo di 16,5 milioni». Prima di lui  il caso di Rolando, soprannominato “Diego Armando Mandragora” che nell’estate del 2018 è dalla Juventus all’Udinese, per la ragguardevole cifra di 20 milioni di euro. Ed è questa la nuova bolla della Serie A che rischia di esplodere (assieme a quella di CR7 per la Juve). Come rivelava a metà marzo un’inchiesta di Giorgio Meletti per il Fatto Quotidiano il sistema delle plusvalenze rischia seriamente di far saltare i conti delle società di Serie A. A rimetterci saranno ovviamente quelli che hanno investito nei titoli delle società di calcio quotate in Borsa.

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