Il fallimento della strategia della paura

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-27

Ci ha provato anche stavolta Matteo Salvini a far credere che i suoi avversari fossero quelli violenti, pericolosi e antidemocratici. Ma stavolta il giochetto non ha funzionato

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Matteo Salvini ha perso la madre di tutte le battaglie. Lucia Borgonzoni non è riuscita a sconfiggere Stefano Bonaccini. In attesa che il primo faccia una seria analisi della sconfitta, magari qualcosa che vada oltre “per noi è un risultato importantissimo” e che la seconda si dimetta dal Senato, come aveva promesso, cerchiamo di capire perché la Lega ha perso in Emilia-Romagna. Sono mesi infatti che dalle parte di certi social-megafoni del Carroccio sentiamo dire che la Salvini sta “volando” nei sondaggi, crescendo in maniera esponenziale eppure il dato elettorale ci dice che per ora la Lega non va sopra il 30%.

Come Salvini ha usato il tema della sicurezza per spaventare l’elettorato

In Emilia-Romagna però a Matteo Salvini non bastava “fare il risultato” e mettere in difficoltà il PD. L’impegno profuso per una campagna elettorale estenuante con oltre cento comizi ed eventi pubblici ci raccontano di un forte desiderio di vincere. In mancanza di proposte concrete la macchina della propaganda si è concentrata su due aspetti. Il primo è stata una generica richiesta di cambiamento, perché dopo settant’anni bisogna cambiare anche se la regione è ben amministrata. Il secondo invece il tentativo di spaventare l’elettorato a suon di bufale.

La macchina della propaganda leghista ha costruito una vera e propria strategia della tensione con notizie su presunti attacchi violenti o al partito. Ultima in ordine di tempo è stata quella del ristorante che aveva ricevuto minacce perché avrebbe dovuto ospitare uno dei pranzi di Salvini. Notizia smentita dal titolare del locale. Anche il vicesindaco di Ferrara Nicola Lodi non ha resistito alla tentazione di buttarla in caciara e dopo aver letteralmente minacciato di “fare un culo così” a quelli del PD a partire da questa sera qualche giorno ha pubblicato lo screenshot di una chat con un elettore siciliano che lo insultava e minacciava “staccargli la testa”.

L’allarmismo di Salvini e Borgonzoni

Matteo Salvini ha provato in tutti i modi a far passare il concetto che in Emilia-Romagna ci fosse un problema legato alla sicurezza dei cittadini (un tema che per altro è di competenza del Ministero dell’Interno). Le citofonate al Pilastro o le passeggiate a caccia di spacciatori a Modena dimostrano che per la Lega era un tema fondamentale. Ma al Pilastro a Bologna la Lega organizzò la passeggiata di Salvini in base alla falsa notizia dell’aggressione ad una quindicenne. La ragazza aveva denunciato di essere stata picchiata e derubata, ma si era inventata tutto in accordo con il fidanzato.

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Qualche tempo prima la Lega a Bologna aveva denunciato l’accerchiamento e l’aggressione da parte di non meglio identificati “anarchici” nei pressi di un gazebo del partito. Si sa che la pista anarchica è sempre la preferita da chi vuole alimentare la strategia della tensione. Ma la notizia era falsa, smentita dal Ministero dell’Interno e dai poliziotti che erano sul posto. Salvini aveva replicato giocando la carta della vittima: «La ministra sottovaluta le minacce e le aggressioni degli estremisti e degli anarchici alla Lega in Emilia Romagna. Cinque anni fa la mia auto era stata assaltata e in queste settimane abbiamo assistito ad altri episodi preoccupanti. Ma non ci faremo intimidire». Qualche giorno dopo il solito Nicola Lodi avrebbe denunciato un’altra presunta aggressione ad un gazebo del Carroccio, questa volta a Ferrara. A Livorno invece un consigliere della Lega pubblicò la foto del sangue dal naso dicendo di essere stato aggredito “da un gruppo di antagonisti di sinistra”. Un’altra aggressione,   denunciata da una consigliera leghista marchigiana da parte di “due sardine di mezza età”  sarebbe avvenuta in quel di Ancona alla vigilia di Natale nei pressi di un comizio di Salvini. C’è stata poi la denuncia dell’aggressione mediatica, con il titolo di Repubblica sul “cancellare Salvini” che fece molto preoccupare il leader leghista che dichiarò: «gli unici che istigano all’odio e alla violenza sono questi signori qua, che si dovrebbero vergognare».

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Anche oggi in conferenza stampa Salvini ha detto che in tanti anni di campagna elettorale non gli era mai capitato «di avere eventi, pranzi, cene cancellati perché minacciati» lamentandosi della «violenza e dello squadrismo» sui quali i giornalisti non hanno a suo dire indagato. Salvini non ha fatto tutto questo a caso, sa bene che per fare l’uomo forte deve giocare la carta della vittima, non solo del “sistema di potere” ma anche della violenza degli avversari (poi il fatto che sia lui che mette la gente alla gogna è un altro discorso). Questa è la spina dorsale della strategia comunicativa della Lega ed in Emilia-Romagna le cose sono andate male per il Carroccio solo perché la regione storicamente è un baluardo del centrosinistra. Qualcosa di più hanno fatto le Sardine dimostrando che le piazze del “centrosinistra” sono pacifiche e non violente. Ma il PD cosa ha fatto per contrastare questa narrazione? Nulla. Ha incassato i colpi ed è andata bene che a “prenderle” ci fosse un candidato solido come Bonaccini, ma non può durare per sempre.

Leggi anche: Matteo Salvini e «l’arroganza e la violenza nel voto in Emilia-Romagna»

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