Le balle del Corriere sul fallimento della linea di Salvini sugli sbarchi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-30

Da giorni infuria la polemica per un trafiletto di Antonio Polito sul Corriere dove si attribuisce a Salvini il merito di aver “risolto” la cosiddetta emergenza migranti. Ma al di là dei dati che dimostrano il contrario il vero problema è concettuale: identificare l’immigrazione come un problema per la sicurezza

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Sul Corriere della Sera di sabato 28 dicembre Antonio Polito ha dato i voti al governo gialloverde e a quello giallorosso mettendoli a confronto su alcuni temi “cruciali”. Uno di questi è la sicurezza. Materia intesa come controllo dell’immigrazione. E già questo è un problema: perché la “sicurezza” non si esaurisce nella gestione dei flussi migratori, anzi si può tranquillamente dire che i migranti non rappresentano il principale problema per la sicurezza del Paese (lo sono invece la criminalità organizzata e altri fenomeni di natura criminosa). Ma Salvini è stato bravo: ci ha fatto credere che le ONG sono in combutta con i trafficanti, che la Libia è un porto sicuro o che chi vende cannabis legale è uno spacciatore che merita di essere perseguito penalmente.

Ma davvero l’immigrazione è un problema per la sicurezza?

Polito cade nella trappola della narrazione salviniana che identifica ed esaurisce il discorso sulla “sicurezza” nella lotta all’immigrazione irregolare. Già questo la dice lunga su come certo giornalismo sia propenso ad accettare passivamente le definizioni della politica senza nemmeno tentare di sollevare il dubbio che i migranti non rappresentino un rischio per la sicurezza dello Stato. Un errore che Polito ripete anche nella conclusione del paragrafo dove invece che parlare di lotta alla Mafia o alla ‘Ndrangheta si limita a ricordare che il governo Conte 2 è stato «generoso nei confronti delle forze dell’ordine e del vigili del fuoco nell’ultima finanziaria», nel senso che ha stanziato i fondi lungamente promessi da Salvini.

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Fonte: Il Corriere della Sera del 28/12/2019

Ma è l’immigrazione a tenere banco. Secondo Antonio Polito quella contro gli sbarchi «è forse l’unico caso di competizione virtuosa tra governo gialloverde e giallorosso» al punto che «l’immigrazione non è più un’emergenza». Per il Corriere della Sera il merito è di Salvini che con la sua politica dei porti chiusi ha impresso una svolta che «ha funzionato sul plano del numeri e ha costretto l’Europa, almeno di tanto in tanto, a non voltarsi dall’altra parte». Di nuovo Polito cede alla narrazione leghista quando scrive che «il Conte II ha naturalmente riaperto un po’ i porti». La ragione è molto semplice: i porti non sono mai stati chiusi. In primo luogo per il semplice fatto che non si possono “chiudere”. In secondo luogo perché non esiste alcun decreto di “chiusura” dei porti fino al Decreto Sicurezza Bis, che prevede la possibilità di negare lo sbarco ma non la “chiusura” del porto. Ed infine perché dopo le varie “crisi” con i migranti lasciati a mollo al largo delle coste italiane i migranti sono sbarcati quasi sempre in ItaliaLast but not least: Salvini e il governo Conte One hanno “chiuso i porti” pure ad imbarcazioni battenti bandiera italiana quando non addirittura della Marina o della Guardia Costiera (si vedano ad esempio i casi Diciotti e Gregoretti).

I veri numeri del successo salviniano

In una replica su Facebook Polito ha risposto a chi lo criticava per non aver citato l’operato di Marco Minniti dicendo «l’avrei fatto volentieri, se solo Minniti avesse fatto parte di uno dei due governi Conte che si sono succeduti nel 2019». Ma non è ovviamente questo il punto. Quando Polito scrive che l’immigrazione non è più un’emergenza per merito di Salvini sta dicendo che l’emergenza è stata risolta da Salvini. Avrebbe invece dovuto dire che una decisa stretta sugli sbarchi (grazie ad accordi indecenti stipulati con la Libia, codici di condotta per le ONG e quant’altro) era già stata impressa da Minniti e che quando Salvini si è insediato al Viminale “l’emergenza” era già stata risolta. E ci sarebbe molto da dire sul fatto che l’arrivo di qualche centinaia di migliaia di persone abbia mai rappresentato una vera emergenza per la sicurezza. La risposta, guardando le statistiche sui crimini, è no: non sono aumentati. Non a caso l’invasione degli immigranti – tanto cara alla propaganda leghista degli ultimi anni – è un problema inesistente e di percezione dovuta a quanto si dice in televisione (o si legge su giornali come il Corriere della Sera).

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Credits: Matteo Villa/ISPI via Twitter.com

E se proprio vogliamo fare un appunto stiamo parlando di emergenza umanitaria non di emergenza sicurezza. E se proprio vogliamo essere precisi dobbiamo dire che grazie ai Decreti Sicurezza di Salvini con i quali è stata revocata la protezione umanitaria ai migranti che l’avevano ottenuta sono stati “creati” nuovi irregolari pur in presenza di una riduzione degli sbarchi. E quindi la tanto sbandierata “sicurezza” non è poi tale nei fatti. Volete sapere i numeri? Si tratta di trentamila persone diventate improvvisamente “irregolari” per un capriccio sicuritario dell’allora vicepremier.

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Anche per quanto riguarda “l’aver costretto l’Europa” a non voltarsi dall’altra parte siamo in presenza di  una mezza fregnaccia. Perché il Governo Conte 1 non ha fatto alcuna pressione per modificare il Regolamento di Dublino in modo da introdurre un meccanismo di ripartizione automatica. Perché le crisi dei migranti si sono risolte con lo sbarco in Italia dietro la promessa di ricollocamento (e mandare i migranti a Rocca di Papa o in Albania ha poco a che fare con la UE) e perché mentre Salvini disertava i vertici europei dove si discuteva di immigrazione ribadiva la sua vicinanza ai paesi del Gruppo di Visegrad, quelli che sono contro i meccanismi di ripartizione. Senza contare ovviamente che ad una riduzione dei flussi dal Mediterraneo centrale è corrisposto un aumento degli arrivi in Grecia e in Spagna, le quali hanno altrettanto diritto ad  una ripartizione equa.

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Fonte: ISPI/Matteo Villa via Twitter.com

Di più: fu lo stesso Salvini a dire che gli accordi che facevano sbarcare i migranti in Italia li faceva lui e non Conte (per la verità non è così, ma è un dettaglio). Significa quindi, per l’ennesima volta, che i porti chiusi non erano chiusi, che i migranti continuavano a sbarcare anche dalle ONG, solo dovevano subire la “tortura” di essere usati come carne da propaganda. Non si può far finta che gli sbarchi fantasma non siano mai esistiti o che i barchini dei trafficanti non venissero assolutamente “bloccati” come per le navi umanitarie. E se proprio vogliamo parlare di emergenza umanitaria perché non parlare del numero di morti in mare nel Mediterraneo durante la gestione di Salvini? Perché ad una riduzione del numero di sbarchi non corrisponde né una riduzione del numero di partenze né di quella dei morti. E allora perché quello del Conte 1 sarebbe stato un successo?

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