Così la circolare di Salvini mette a rischio donne e bambini (e farà aumentare gli irregolari)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-06

Pugno duro del ministro di Salvini contro i “finti profughi” ovvero quelle persone che vedono riconosciuto il diritto alla protezione umanitaria. Per il vicepremier sono troppi. Ma i numeri lo smentiscono. E il testo unico sull’immigrazione parla chiaro, i minori non accompagnati non possono essere respinti

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Il papà (e ministro dell’Interno) Matteo Salvini ha diramato una circolare per chiedere a prefetti, alla commissione per il diritto d’asilo e alle commissioni territoriali di ridurre i tempi nell’esame delle domande d’asilo e un giro di vite sulla concessione della protezione umanitaria. Il ministro ha anche deciso di spostare 42 milioni di euro dal fondo per l’accoglienza dei migranti ai rimpatri. Salvini ha spiegato che «il mio scopo è che non arrivi più un solo barcone». Poco importa a quel punto se a bordo di quei barconi ci sono uomini, donne e bambini che hanno diritto ad una qualche forma di protezione.

Meno di quarantamila permessi di protezione umanitaria in due anni

Salvini lo aveva già fatto capire in Senato durante l’audizione sul caso Aquarius quando aveva detto che sul totale delle richieste d’asilo il numero dei rifugiati era appena del 7% più un 4% di persone che vedevano riconosciuto il diritto ad una protezione sussidiaria. In Aula Salvini dichiarò che c’è «una maggioranza assoluta delle domande che viene respinta perché non ha fondamento» dimenticando però di citare coloro (un ulteriore 30% circa) che hanno ottenuto il riconoscimento della protezione umanitaria. Si tratta di una forma di protezione che viene concessa per «seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano», dura un massimo di due anni (rinnovabile) e dal momento che consente di poter lavorare nel nostro paese può essere anche convertito in permesso di soggiorno per lavoro.

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Nelle tre pagine della circolare Salvini chiede di restringere al massimo la concessione di questi permessi per motivi umanitari. C’è chi dubita che la circolare possa avere un effetto concreto dal momento che non ha una forma giuridica vincolante. Ma potrebbe in ogni caso influenzare l’operato delle commissioni. «Il permesso di soggiorno per motivi umanitari è stato concesso – scrive il ministro – in una varia gamma di situazioni collegate, a titolo esemplificativo, allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alle traversie affrontate nel viaggio verso l’Italia, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare ad essere uno strumento premiale dell’integrazione».

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Giusto per contestualizzare i numeri del “problema” stiamo parlando di 18.979 permessi di protezione umanitaria accordati nel corso del 2016 (a fronte di oltre 91 mila domande esaminate) e di 20.166 permessi concessi nel 2017 (a fronte di 81 mila casi presi in esame). In totale quindi è meno di 40 mila il numero di persone che hanno ottenuto il permesso di soggiorno grazie alla protezione umanitaria nel corso degli ultimi due anni.

Salvini vuole più immigrati irregolari?

Salvini ha detto che «il senso dell’iniziativa è limitare un abuso che va a discapito dei rifugiati veri. Donne incinte, bambini e rifugiati restano». Ma su questo Salvini non ci può fare proprio nulla perché donne, bambini  non possono essere respinti. Soprattutto nel caso dei minori non accompagnati (ovvero bambini che arrivano da soli) la legge italiana parla chiaro nello stabilire il divieto di respingimento. Delle 130mila domande presentate nel 2017, 9.782 riguardavano appunto minori non accompagnati (5.930 nel 2016).

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Il Testo Unico sull’immigrazione del 1998 stabilisce che l’espulsione di un minore straniero debba essere decisa dal tribunale per i minori (sul quale Salvini non ha competenza) «a condizione comunque che il provvedimento stesso non comporti un rischio di danni gravi per il minore». Nella circolare non si fa riferimento al fatto che le donne incinte siano escluse dal provvedimento, anche perché è scritto che devono essere prese in esame «condizioni di partenza di privazione o violazione dei diritti umani nel Paese di origine». E sappiamo che per Salvini (si veda il tweet qui sopra) ad avere diritto di protezione umanitaria è solo chi scappa dalla guerra (i “rifugiati veri“). In realtà chi scappa dalla guerra è un profugo o un rifugiato. C’è poi un’ultima considerazione, che ne sarà di quelle persone che pur potendo aver diritto alla protezione umanitaria dopo il giro di vite di Salvini rimarranno escluse? Il rischio secondo la Caritas è un aumento del numero degli immigrati irregolari. Come ha spiegato Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas Italiana, «La questione è che diminuire le opportunità di ottenere la protezione umanitaria che è tipica del nostro Paese significa anche avere più persone irregolari sul nostro territorio. Fino ad ora era stata concessa come forma di protezione per le persone più vulnerabili che non avevano diritto allo status di rifugiato proprio anche per evitare l’irregolarità diffusa». Dal momento che mancano accordi con i paesi d’origine il rimpatrio assistito sarà più difficile (se non impossibile) e queste persone rimarranno in Italia (oppure tenteranno di arrivare in qualche paese europeo dal quale però verranno mandati indietro). Un altro grande successo in arrivo per il ministro Salvini.

Leggi sull’argomento: Così papà Salvini va all’attacco di donne e bambini

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