Sorpresa: la direttiva di Salvini sui Cannabis shop non chiude i negozi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-10

Leggendo l’ordinanza emanata ieri dal Ministero si scopre l’ennesimo bluff elettorale del Capitano. Della direttiva non si parla di chiusura ma solo di controlli sulle autorizzazioni per le attività commerciali, l’ennesima dimostrazione che Salvini quando si occupa di “emergenza droga” non sa di cosa parla

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Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Poi ci sono quelli come Matteo Salvini che pensano bene di risolvere il problema della droga annunciando la chiusura dei Canapa Shop, i negozi che vendono la Cannabis Light, ovvero un prodotto che per la legge è legale coltivare e che per la VI Sezione della Corte di Cassazione è legale pure vendere. Come abbiamo imparato in questi undici mesi di governo del cambiamento prima si fanno gli annunci, poi forse arrivano le direttive ministeriali.

Il Viminale e la teoria della marijuana come “droga di passaggio”

Prima ancora che il Viminale emanasse una direttiva si è mosso il Questore di Macerata Antonio Pignataro che ha disposto la chiusura di tre esercizi commerciali “liberando” del Marche dalla piaga della cannabis legale. Pignataro ha commentato l’operazione dicendo che «la cannabis è l’anticamera dell’inferno, è l’anticamera dell’eroina e l’anticamera della cocaina», più o meno le stesse parole che si leggono in chiusura della cosiddetta Direttiva Canapa Shop emanata successivamente dal Ministero. Nella direttiva ministeriale, che ha come oggetto gli «indirizzi operativi» sulla «commercializzazione di canapa e normativa sugli stupefacenti» si legge infatti che «il consumo delle cosiddette “droghe leggere” rappresenta spesso un viatico per l’assunzione di quelle pesanti».

cannabis legale nel mondo
Cannabis legale nel mondo, la situazione (Corriere della Sera, 11 gennaio 2019)

La teoria della marijuana come “gateway drug” verso altre sostanze pesanti però non è scientificamente dimostrata e provata (ad esempio gli studi sono stati condotti sui ratti e non su esseri umani). Anche perché la maggior parte dei consumatori di cannabis (parliamo di quella attualmente illegale, con un contenuto di THC superiore allo 0,6% fissato dalle tabelle) non passa ad altre droghe. C’è inoltre da dire che andare a comprare la cannabis light nei negozi autorizzati non è esattamente come andare dallo spacciatore che magari vende anche eroina o cocaina.

Perché Salvini non sta per chiudere i canapa shop

La cosa interessante della direttiva emanata dal Ministero però è che da nessuna parte si parla di chiusura dei “negozietti turistici” annunciata da Salvini in conferenza stampa. Si parla invece di controlli, di “approfondita analisi del fenomeno” di “puntuale ricognizione di tutti gli esercizi e le rivendite presenti sul territorio”. Un’attività finalizzata non a mettere i sigilli sui negozi (ovviamente a patto che i prodotti in vendita rispettino i limiti tabellari) ma unicamente alla “verifica del possesso delle certificazioni su igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza” richieste dalla legge.

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La direttiva canapa shop emanata ieri dal Ministero dell’Interno

Insomma se qualche negozio chiuderà non sarà per merito della lotta alla droga senza quartiere scatenata dal ministro ma perché non ha le carte in regola per stare aperto. Qualcosa che potrebbe succedere anche a macellerie, ristoranti o pizzerie in caso di ispezione. Certo, l’intento è quello di fare pressione sui negozianti e rendere loro la vita difficile. Un po’ come quando vennero mandati gli ispettori a bordo della Sea Watch.

C’è davvero un’emergenza droga?

Ma c’è davvero un’emergenza droga in Italia? E davvero quest’emergenza è rappresentata dai negozi di cannabis light e dalle persone che consumano una sostanza non psicoattiva? Lo abbiamo chiesto al dottor Salvatore Giancane, tossicologo da oltre trent’anni in prima linea nella cura della tossicodipendenza.

Dottore, c’è un’emergenza droga nel nostro Paese?

«Assolutamente no, in Italia non c’è alcuna emergenza nazionale. Le spiego in base a quali criteri si definisce un’emergenza: la diffusione delle sostanze, le persone in carico presso il sistema sanitario e il tasso di mortalità, che nel nostro paese è sui 250 decessi annui. Prendendo in considerazione questi fattori l’Italia è messa meglio della Germania e soprattutto rispetto agli USA dove si pratica la cosiddetta “tolleranza zero”».

Sta dicendo che il nostro sistema funziona?

«Sto dicendo che abbiamo il sistema di cura migliore al Mondo per quanto riguarda la tossicodipendenza. Il vero problema del nostro Paese è l’inadeguatezza della politica, questa è la vera emergenza. Quello che dovrebbe fare il governo è convocare la conferenza nazionale sulle droghe, che non viene convocata dal 2009. La legge infatti prevede l’obbligo di ascoltare gli operatori. Perché questo non viene fatto?»

Il questore di Macerata ha detto che “ove si fumino tre Spinelli contenenti 0,2 % THC si raggiungerà una percentuale di 0,6 % THC e come tale più che idonea a produrre effetti stupefacenti”. È vero?

«Intanto voglio ricordare che siamo il Paese dove i livelli consentiti sono i più bassi. In Svizzera la cannabis light ha una percentuale di THC pari all’1% e non è una sostanza psicoattiva. In secondo luogo in commercio ci sono varietà di cannabis che hanno una percentuale di THC anche 30 volte superiore. Per raggiungere gli effetti psicotropi un ragazzino dovrebbe fumarsi, ammesso che ci riesca una dopo l’altra oltre 15 canne “light” ma perché dovrebbe farlo? Il costo sarebbe nettamente superiore rispetto a quello che pagherebbe andando dallo spacciatore sotto casa. Al questore di Macerata voglio chiedere di fare una riflessione: la provincia di Macerata è quella che registra il più alto tasso di mortalità per eroina a livello nazionale. Non sarebbe forse meglio che si interrogasse su questo problema?»

C’è chi parla del fatto che “mescolando” la Cannabis Light con altre sostanze come il butano alla fine si avrebbe una “vera droga”

«Anche qui però il problema sono i costi, perché comprare tutto quel materiale, oltretutto correndo il rischio di causare un incendio, quando una sostanza più potente la si trova a poco prezzo e dallo spacciatore?»

Insomma la battaglia contro la cannabis light non ha senso?

«È come dire che si vuole combattere la piaga dell’alcolismo iniziando a togliere dal commercio la birra analcolica. Anche la birra analcolica contiene una piccola percentuale di alcol, circa lo 0,3%. Certo, uno può anche decidere di bersi litri di birra analcolica per ubriacarsi, ma non sarebbe economicamente conveniente. Lo ripeto: se il governo vuole davvero fare qualcosa contro la droga convochi la Conferenza nazionale».

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