Se li conosci li eviti: il successone del M5S a Bagheria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-29

Il M5S non ricandida il sindaco uscente indagato dopo averlo portato in palmo di mano per secoli. La sua assessora si ferma al 10%. I risultati alle altre elezioni nelle zone in cui governa il M5S sono sempre questi. Coincidenze?

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Dopo Roma, Torino e Livorno è la volta di Bagheria. Il MoVimento 5 Stelle ha spesso preso sonore scoppole alle elezioni nei comuni dove governa, e questo non può non costituire un giudizio netto nei confronti di Raggi, Nogarin e Appendino. Ora a questi territori si può tranquillamente aggiungere la mitica Bagheria.

Se li conosci li eviti: il successone del M5S a Bagheria

Mitica perché all’epoca della vittoria di Patrizio Cinque il MoVimento 5 Stelle con Giancarlo Cancelleri e Luigi Di Maio si era autointestato con orgoglio il trionfo del giovane attivista alle elezioni. La vittoria, si sa, ha tanti padri mentre la sconfitta di solito è orfana. E infatti a Bagheria supera la soglia del 40%, utile per essere eletto al primo turno, Filippo Tripoli (46%) sostenuto dal centrosinistra e da un pezzo di centrodestra; segue, ma a distanza, Gino Di Stefano (32%), candidato del centrodestra e della Lega che aveva riempito piazza Matrice di sostenitori del Capitano, mentre crolla il M5s che ha amministrato il comune negli ultimi cinque anni: Romina Aiello, assessora di Cinque, si ferma intorno al 10%.

m5s bagheria

E se la senatrice Elena Fattori approfitta della sconfitta nel resto della Sicilia per ironizzare sull’ennesima non-vittoria che il M5S spaccerà per trionfo nel primo comunicato utile magnificando il risultato nel primo paesino a disposizione, tanto vale ricordare cosa è successo nel paese in provincia di Palermo: il sindaco uscente, Patrizio Cinque, non è stato candidato. È stata invece scelta Romina Aiello, attuale assessore con delega a  Cultura, Beni culturali, Pubblica Istruzione, Spettacolo, Rapporti con le Istituzioni religiose, Politiche comunitarie e Politiche della Legalità. Normale avvicendamento? Non proprio.

Il sindaco modello indagato

Perché non solo in questi cinque anni Bagheria il MoVimento 5 Stelle non è riuscito a realizzare le promesse di cambiamento ma soprattutto perché ad  un certo punto Cinque è passato dall’essere l’esempio della forza del partito ad essere ripudiato da Di Maio che a febbraio 2018, nel giro di pochi giorni dalla presenza di Cinque sul palco di un comizio dichiarò che «Patrizio Cinque? non è un sindaco del Movimento». Sulla pagina ufficiale del Comune Patrizio Cinque risulta ancora essere un esponente del M5S, autosospeso. Non espulso, né fuoriuscito. Cos’era successo? Il giorno prima, il 26 febbraio, la procura di Termini Imerese aveva chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio.

patrizio cinque bagheria di maio cancelleri m5s abusivismo di necessità - 3

A ottobre 2018 il GUP aveva disposto il rinvio a giudizio del sindaco. Che a differenza di Marcello De Vito (ad oggi solo indagato) non era stato espulso dal MoVimento 5 Stelle. Né i consiglieri M5S di Bagheria hanno tolto la fiducia al sindaco che ha potuto così continuare a lavorare fino a fine mandato. Del resto anche la scelta di candidare una sua assessora è alquanto strana. Senza nulla togliere ai meriti della Aiello va infatti ricordato che i componenti della giunta sono di nomina fiduciaria del sindaco. E la giunta pentastellata di Bagheria i pezzi aveva iniziato a perderli già due anni prima, con le dimissioni di Luca Tripoli, assessore all’Urbanistica di Bagheria, dopo che le Iene avevano scoperto che viveva in una casa abusiva.

L’enfant prodige e i finti tonti

Curiosamente invece Cinque, la cui casa di famiglia sorge all’interno all’interno di un’area tutelata (e quindi abusiva) era rimasto al suo posto. Difeso dal M5S che aveva iniziato a blaterare di abusivismo di necessità  e Di Maio spiegava che «Bagheria è una città dove si abbattono le case dei mafiosi, si abbattono le ville a 150 metri dalla costa e si fa un regolamento sull’abusivismo». Peccato che nemmeno quelle case non fossero state abbattute. Le cose poi si sono fatte complicate. A livello nazionale Di Maio venne coinvolto nella storiaccia degli abusi commessi dal padre sui terreni di famiglia e spuntò fuori un simpatico condono per gli abusi ad Ischia. Cinque invece – sempre autosospeso – aveva costituito una società con una deputata M5S componente tra l’altro della Commissione Ambiente per l’acquisto (e la riqualificazione) di un ecomostro costruito proprio entro la fascia dei 150 metri dalla costa. Un immobile – rivelava il Manifesto – «sotto sanatoria per alcune parti che potrebbero essere abusive».

patrizio cinque elezioni bagheria sindaco - 1

Arriviamo così all’attualità. Con il MoVimento 5 Stelle che ignora le elezioni di Bagheria, forse per timore di un flop alle urne che riaprirebbe questioni che il partito non vuole minimamente affrontare all’indomani delle europee. Cinque invece non si fa alcun problema – da autosospeso, ovvero da portavoce nei confronti del quale il M5S non ha preso iniziative di sorta – a fare campagna elettorale per la sua assessora. Che a sua volta non sente la necessità di prendere le distanze come fece a suo tempo Di Maio. Eppure il MoVimento 5 Stelle di oggi è molto più vicino alle posizioni (e ai problemi) di Cinque di quanto lo fosse anche solo prima delle politiche del 2018. Chissà, forse accendere i riflettori su Bagheria dove governa senza problemi un sindaco rinviato a giudizio proprio oggi che Di Maio chiede le dimissioni di un sottosegretario leghista che è solo indagato potrebbe mettere a nudo tutta l’ipocrisia dei 5 Stelle quando si tratta di vicende giudiziarie.

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