Antonio Di Maio ha abbattuto i manufatti abusivi a Mariglianella

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-10

Qualche giorno fa il padre del Vicepremier ha fatto abbattere gli immobili abusivi presenti sul terreno di famiglia a Mariglanella dove aveva sede l’Ardima, la ditta per cui una decina di anni fa ha lavorato il ministro del Lavoro. Secondo Di Maio si trattava di edifici che erano lì da prima della guerra, ma non erano mai stati accatastati

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I tre manufatti abusivi realizzati nel terreno di Mariglianella (Napoli) di proprietà di Antonio Di Maio sono stati abbattuti. A renderlo noto è il sindaco di di Mariglianella Felice Di Maiolo che fa sapere che l’abbattimento è stato comunicato alcuni giorni fa. In questo modo il padre del vicepremier Luigi Di Maio ha ottemperato all’ordinanza emessa dal Comune di Mariglianella a inizio gennaio che dava 90 giorni di tempo per l’abbattimento dei manufatti risultati abusivi.

L’abbattimento degli abusi edilizi dei Di Maio a Mariglianella

L’abbattimento è avvenuto a spese del proprietario dei terreni sui quali sussiste ancora un quarto manufatto presente che è risultato essere antecedente al 1967, quando cioè non erano ancora richiesti titoli per costruire. La vicenda degli abusi edilizi sulle proprietà di Di Maio senior era esplosa nel novembre scorso in seguito ad un’inchiesta del Giornale che confrontando le foto satellitari e le mappe catastali aveva scoperto che l’esistenza di manufatti edificati ma non registrati all’Agenzia del Territorio. E pur essendo già presenti dagli Anni 50 quegli immobili non risultavano nemmeno nell’atto di vendita del 2000. Curiosamente Di Maio senior non ne ha dato notizia sulla pagina Facebook aperta per l’occasione quando pubblicò il famoso video.

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I terreni a Mariglianella di proprietà della famiglia Di Maio dove sono stati abbattuti i manufatti abusivi

«I terreni erano dei miei nonni. Che io ricordi ci sono un rudere, una baracca e un deposito per attrezzi. I manufatti risalgono ai tempi della Seconda guerra mondiale. I nonni, mio padre e mia zia hanno lasciato quelle proprietà in seguito al terremoto» aveva detto all’epoca il vicepremier durante un’intervista a Di Martedì per spiegare la situazione degli edifici “sgarrupati” e di una vecchia stalla. I terreni sono al 50% di proprietà di Antonio Di Maio e per l’altra metà di una delle sorelle. Sulla proprietà, sita in via Umberto I numero 69 (lo stesso indirizzo della Ardima, la ditta della madre del bisministro per cui ha lavorato anche il vicepremier)  a Mariglianella i vigili urbani avevano anche effettuato il sequestro di aree dove erano presenti rifiuti inerti.

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Di Maio e il terreno abusivo: la villetta

Nel famoso video di scuse girato dal padre del Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, Di Maio senior aveva ammesso «che nel cortile avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile e altre cose. Anche in questo caso, se ho sbagliato me ne assumo la responsabilità, ma essendo la mia proprietà privata non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale» ma non aveva parlato invece di quello che era emerso dalle perlustrazioni fatte con il drone delle Iene dalle quali si vedeva come su quel terreno ci fossero una villetta con cucina, patio e prato e una piccola piscina di quelle componibili. «Lì c’è qualche baracca e c’è qualche edificio utilizzato come deposito degli attrezzi e ci sono degli edifici sgarrupati, sono lì credo da dopo la seconda guerra mondiale», si era giustificato Luigi Di Maio. Da qualche giorno non ci sono più.

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