Fact checking
Se li conosci li eviti: come è andato il M5S a Roma, Torino e Livorno
Giovanni Drogo 06/03/2018
Il MoVimento 5 Stelle è il primo partito in Parlamento, ma dove i pentastellati amministrano le città “strappate alla sinistra” i risultati elettorali sono stati piuttosto deludenti. L’effetto Raggi si è fatto sentire alle regionali mentre Torino ha scoperto l’effetto Appendino e a Livorno non è bastato Nogarin
Il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto un risultato clamoroso. Con il 32,7% dei consensi è nettamente il primo partito sia alla Camera che al Senato. Ma a rovinare la festa a 5 Stelle ci sono i risultati ottenuti nelle città dove il M5S ha eletto negli scorsi anni sindaci importanti. Si tratta di Roma, Torino e Livorno dove il partito di Luigi Di Maio ha ottenuto buoni risultati ma forse al di sotto delle aspettative e sicuramente non a livello di quelli ottenuti su scala nazionale.
L’effetto Raggi a Roma? Chiedete a Roberta Lombardi
A Roma il MoVimento 5 Stelle temeva l’effetto Raggi, ovvero il tracollo dovuto ai disastri e alle indecisioni dell’Amministrazione comunale pentastellata. A Torino invece sperava che Chiara Appendino riuscisse a dare la volata ai candidati pentastellati. Le cose sono andate diversamente. Perché è vero che l’effetto Raggi non c’è stato e che il M5S ha “tenuto” senza perdere consensi rispetto alle politiche del 2013 (anzi guadagnandone). A Roma città il MoVimento 5 Stelle ha conquistato 30,2%. T
Tutto sommato quindi a Roma i pentastellati possono gioire, perché le aspettative della vigilia erano senz’altro molto più basse. Ma è impossibile fare finta di non notare il tracollo di Roberta Lombardi alle regionali. La “Faraona” è arrivata solo terza e a Roma non ha certo brillato. Nel comune di Roma Nicola Zingaretti ha preso il 37,44% dei voti mentre il MoVimento 5 Stelle è arrivato terzo dopo l’alleanza di centrodestra che sosteneva Stefano Parisi con il 26,44%. A quanto pare l’effetto Raggi si è palesato alle regionali, ovvero dove gli elettori erano chiamati a scegliere un amministratore locale molto più che alle politiche dove il M5S è riuscito a conenere i danni.
Appendino non traina il MoVimento 5 Stelle a Torino
Sono andate peggio delle aspettative invece le cose a Torino. Nel capoluogo piemontese il M5S di governo ha avuto i suoi problemi ma il profilo tenuto dalla sindaca Chiara Appendino lasciava ben sperare. Il problema è che a Torino l’alternativa non è affatto Chiara. Le scelte della giunta in questi due anni di governo sono state troppo spesso in continuità con le amministrazioni precedenti. Non c’è stata la “rottura”, di metodo e di stile, che si è vista nel bene e nel male a Roma.
E così a Torino il M5S si trova ad essere il terzo partito con il 26%. Siamo davvero troppo distanti dalla media nazionale del 32,7%. Sia il centrodestra che la coalizione guidata dal Partito Democratico hanno saputo fare meglio dei pentastellati. A pesare probabilmente alcune aspettative deluse dalla giunta Appendino sul contenimento della cementificazione e dell’espansione dei centri commerciali. Un piccolo esempio di quello che succede quando il MoVimento 5 Stelle invece che essere “di rottura” e “anti-sistema” si comporta come un partito che si pone in continuità con le tanto vituperate precedenti amministrazioni. Se il voto dato al M5S è un voto di cambiamento a Torino qualcosa non ha funzionato.
Il tonfo a Livorno e Bagheria
Anche nella Livorno di Filippo Nogarin le cose non sono andate benissimo. Il PD è riuscito ad eleggere all’uninominale alla Camera (Andrea Romano) e mentre al Senato arriva secondo (con Silvia Velo) con consensi tra il 32% e il 33%. Il MoVimento 5 Stelle è il secondo partito, ma il 28% ottenuto da Giulio La Rosa e dal comandante Gregorio De Falco (al Senato) sono purtroppo al di sotto della media nazionale (De Falco è stato eletto comunque visto che aveva un paracadute nel listino plurinominale). La Toscana è senza dubbio una regione difficile per il M5S, anche in questa fase di crescita dei consensi a livello nazionale, ma sembra che il M5S a Livorno non abbia saputo capitalizzare la vittoria alle amministrative.
Le cose non sono andate meglio in un altro comune “pentastellato”. Ci spostiamo a Sud, dove il MoVimento 5 Stelle ha letteralmente vinto tutto quello che si poteva vincere. In Sicilia il partito di Di Maio, che ha perso le regionali di novembre 2017, ha vinto tutte le sfide all’uninominale con una media del 48,2% nell’Ovest dell’Isola.
A Bagheria il sindaco è Patrizio Cinque, il 5 Stelle coinvolto nella vicenda delle abitazioni abusive. Rinviato a giudizio Cinque è stato brutalmente scaricato da Luigi Di Maio che in un video messaggio ha detto: «Patrizio Cinque non è un sindaco del MoVimento». Le regole del partito sono chiare, gli elettori però forse fanno ancora fatica a capirle e nel dubbio votano altro.
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