Il Tg2 scopre improvvisamente che lo spread non è un complotto dei poteri forti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-04

Continuano le manovre di avvicinamento del telegiornale diretto da Gennaro Sangiuliano nei confronti del nuovo esecutivo Conte, quello senza la Lega di Salvini. Ieri il Tg2 ha dato una notizia shock: da quando la Lega non è più al governo lo spread è sceso, e questo è un bene per il debito pubblico, le banche, le imprese e le famiglie. Fantastico vero?

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«I mercati non tifano ma chiedono solo stabilità, lo dimostra l’andamento dello spread dall’inizio della crisi ad oggi». Alla fine se ne è accorto anche il Tg2 sovranista che quello dello spread non è un complotto internazionale dei poteri forti. Non che ci volesse molto. Lo aveva scritto il Ministero dell’Economia nella bozza del DEF quando spiegava che «i rendimenti a cui lo Stato si indebita sono un termometro della fiducia nel Paese e nelle sue finanze pubbliche. Inoltre, essi giocano un ruolo cruciale nel determinare le condizioni di finanziamento per le banche e le aziende italiane».

Il Tg2 e il Conte-bis che ci salva dallo spread

Adesso, con il cambio di maggioranza e la rapida discesa di Salvini all’opposizione, anche il telegiornale della seconda rete RAI si adegua alla realtà dei fatti. Ad esempio ieri nel servizio di Alessandra Orlando andato in onda durante l’edizione delle 20:30 il Tg2 informava gli spettatori che il 9 agosto dopo lo scontro sulla TAV tra 5 Stelle e Lega lo spread che «schizza» a 241 punti base. Le tensioni nella maggioranza gialloverde avevano innervosito gli investitori, ci dicono dal Tg2 «ma la calma è tornata con la prospettiva di una nuova coalizione» con lo spread che il 29 agosto era già sceso a 172 dopo l’incarico a Conte un livello, chiosa la giornalista, «che non si vedeva dal maggio del 2018». Guarda caso proprio da prima della nascita del primo governo Conte, quello con dentro leghisti e no-euro.

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Ma non finisce qui, perché il Tg2 ci tiene a spiegarci che «il calo dello spread ha abbassato anche il costo del nostro debito pubblico, un beneficio per le banche che detengono 353 miliardi di euro di titoli di Stato». E in un impeto di onestà economica il telegiornale ci informa che di questo calo dello spread potranno beneficiare un po’ tutti, mica solo le banche: «tassi d’interesse più bassi rafforzano i loro bilanci e aprono la strada a mutui più convenienti per famiglie e imprese». Cose che al di fuori della ridotta salviniana si dicono da più di un anno, e pensate lo dice pure Bankitalia.

Ma che fine ha fatto l’orgoglio sovranista del Tg di Gennaro Sangiuliano?

Ma mentre il Tg2 scopre che con il calo dello spread calano anche i rendimenti dei titoli di Stato e quindi finanziare il nostro debito pubblico costa un po’ meno (ah, se lo sapesse Salvin) sembrano davvero passati i tempi gloriosi in cui il telegiornale della seconda rete RAI ci deliziava con servizi in cui dichiarava guerra alla Francia come quello dove la giornalista Milena Pagliaro elencava crimini dei cugini transalpini «senza rivendicare Nizza o Savoia, la Gioconda oppure le spoglie di Napoleone, l’Italia chiede rispetto» ricordandoci di quella volta che “prendemmo” la testata di Zidane ai mondiali (e poi gli abbiamo alzato la coppa in faccia popopopopo).

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Il rapporto conflittuale dei sovranisti del Tg2 con i francesi si è palesato anche con un duro j’accuse ai metodi e ai toni dell’intervista di Fabio Fazio al Presidente francese Macron. Ma niente paura, ci siamo fatti notare pure in Svezia per la caratura dei giornalisti del servizio pubblico. Mentre i rapporto a volte drammatico con la realtà dei fatti (ovvero la materia grezza dalla quale dovrebbe iniziare il lavoro giornalistico) si è evidenziato quando il telegiornale del Direttore Sangiuliano ci ha raccontato della strepitosa vittoria dei sovranisti alle elezioni europee magnificando il risultato record (che non lo era) della Lega di Salvini. Altri favori alla Lega? Il buco preso quando il Tg2 ha dimenticato di parlare dell’affaire Savoini e dei soldi russi alla Lega. Errore corretto rapidamente con un servizio esilarante in cui per minimizzare il problema dei leghisti tirava fuori i soldi dati dai sovietici a Togliatti e perfino i finanziamenti della massoneria all’impresa di Garibaldi e perfino le accuse di Demostene agli ateniesi finanziati da Filippo il macedone.

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