Il taglio dell’IVA sui beni di prima necessità è stato tagliato: cosa c’è e cosa non c’è nella Manovra targata Meloni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-22

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il documento programmatico di bilancio per il 2023. Spariscono alcune delle indicazioni emerse nei giorni scorsi

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Dalla rimodulazione, prima del taglio e della sostituzione a partire dal 2024, del reddito di cittadinanza. L’introduzione di nuove misure a sostegno delle fasce “più deboli” (attraverso sgravi alle famiglie) per quel che riguarda tutti gli aumenti del comparto energia. L’aumento del prezzo delle sigarette. L’introduzione del tetto massimo all’uso dei contanti a 5mila euro. La rottamazione di parte delle cartelle esattoriali. La riforma delle pensioni. Flat tax incrementale per i lavoratori autonomi. Il mancato taglio dell’IVA sui cosiddetti “beni di prima necessità” (latte e pane) con l’introduzione di una “card” distribuita dai Comuni. Il ritorno parziale delle accise sospese dal governo Draghi sui carburanti. Questi sono i principali tasselli della Manovra 2023 approvata dal Consiglio dei Ministri presieduto da Giorgia Meloni.

Manovra 2023, cosa c’è nei provvedimenti presi dal governo Meloni

In attesa che la palla passi al Parlamento che dovrà licenziare il documento entro la fine dell’anno (e di eventuali interventi con emendamenti), il primo atto concreto del governo guidato da Giorgia Meloni ha mantenuto alcuni punti ben definiti e indicati all’interno del programma del centrodestra, ma ha mancato alcuni degli obiettivi prefissati nel corso delle ultime settimane di discussione. In particolare, stupisce l’assenza del taglio dell’IVA sui beni di prima necessità. Questa ipotesi era stata paventata e annunciata da alcuni esponenti dell’esecutivo, ma non è prevista all’interno della Manovra 2023. Il comunicato stampa pubblicato al termine del CdM, infatti, spiega:

“Riduzione dell’Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. Viene inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per redditi bassi fino a 15mila gestita dai comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta di una sorta di “buoni spesa” da utilizzare presso punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari”.

Il taglio dell’IVA, dunque, sarà solamente sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile. Non per pane e latte. Al posto di questa riduzione sarà inserita una “carta risparmio” che sarà consegnata dalle amministrazioni locali alle famiglie o singoli cittadini con i redditi bassi (ma utilizzabile solo nei centri che aderiranno all’iniziativa. Per quel che riguarda altri sostegni alla famiglia, è stato confermato il bonus sociale bollette:

“Per le famiglie più fragili confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro”.

Da segnalare, anche se non vengono spiegati i dettagli, l’aumento del prezzo delle sigarette. Una mossa che dovrebbe garantire allo Stato di rimpinguare le proprie casse.

Il ramo “economia”, pensioni e pace fiscale

Per quel che riguarda la riforma delle pensioni, il governo ha confermato – nella Manovra 2023 – quanto già annunciato nel corso delle scorse settimane:

“Si avvia un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi decide di restare a lavoro decontribuzione del 10%. Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi”.

Di pari passo alle iniziative previdenziali, il governo ha confermato che dal 2023 salterà la riduzione al tetto massimo per l’utilizzo dei contanti (che sarebbe dovuto scendere a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio), aumentando questo limite a 5mila euro. Poi c’è la cosiddetta “pace fiscale”: si parte con lo stralcio delle cartelle (dal 2000 al 2015) inferiori a 1.ooo euro e ci sarà la possibilità di rottamare quelle più nuove procedendo a una nuova rateizzazione. Potrebbe saltare, non essendo stata inserita nel testo approvato, il saldo e stralcio delle cartelle fino a 3mila euro.

Manovra 2023, la flat tax e reddito di cittadinanza

Nel pacchetto di iniziative contenute nella Manovra 2023 c’è la flat tax. Ma non nella forma proposta da Lega e Forza Italia in campagna elettorale e neanche secondo la versione sostenuta da Fratelli d’Italia. Si tratta di un ibrido che, per molti versi, ricalca in pieno lo status quo per quel che riguarda i cosiddetti “lavoratori autonomi”.

“Si estende la flat tax fino a 85.000 euro per autonomi e partite Iva e si ampliano le misure per la detassazione ai premi dei dipendenti, oltre a intervenire con una “tregua fiscale” per cittadini e imprese che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà economica anche a causa delle conseguenze del COVID-19 e dell’impennata dei costi energetici”.

Poi c’è il tema del reddito di cittadinanza che sarà modificato a partire dal 1° gennaio del 2023, prima di trovare una soluzione per sostituirlo a partire dal 2024:

“Dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua”.

Questi, dunque, i punti principali della prima Manovra firmata Giorgia Meloni.

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