Per Tito Boeri il reddito di cittadinanza è uno “strumento fondamentale”. E spinge per una legge sul salario minimo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-09

L’ex presidente dell’Inps Tito Boeri si esprime a favore del reddito di cittadinanza in un’intervista a La Stampa: “Ma ci sono molti correttivi da fare”

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Nonostante ci siano “molti correttivi da fare” perché “è strutturato male e non aiuta sufficientemente i nuclei numerosi”, il reddito di cittadinanza per Tito Boeri è “uno strumento fondamentale”. Lo dice in un’intervista a La Stampa l’economista ed ex presidente dell’Inps, che non lesina critiche alla misura cardine del Movimento 5 Stelle pur riconoscendone l’importanza. “Aiuta troppo le persone singole – dice – e ci sono alcuni problemi legati al passaggio dall’Rdc al lavoro da mettere a punto. Ma non possiamo smontarlo, soprattutto in questo momento abbiamo bisogno di una misura universale di contrasto della povertà”. “Molte persone a reddito fisso, slegato dall’inflazione, si trovano oggi a rischio povertà. Trovo paradossale, dunque – ha aggiunto – che in questo momento ci siano politici che fanno una campagna contro il reddito di cittadinanza e le altre misure di sostegno alla povertà quando, invece, questo è il momento di rafforzarli e di tutelare di più le famiglie che hanno bisogno.
È vero, ci sono molti correttivi da fare sull’aiuto ai nuclei numerosi e sul passaggio al lavoro. Ma questo è uno strumento che non si può smontare. Abbiamo bisogno di una misura universale di contrasto alla povertà”.

Per Tito Boeri il reddito di cittadinanza è uno “strumento fondamentale”. E spinge per una legge sul salario minimo

Boeri si è espresso anche sul salario minimo, provvedimento per il quale Possibile ha fatto partire recentemente una raccolta firme: “Trovo davvero sorprendente che tra i sindacati ci sia ancora chi si oppone a questa idea. Il vero problema oggi in Italia è che c’è una quota di lavoratori sempre più importante che sfugge alle maglie della contrattazione collettiva. Per questo serve una legge che fissi un livello retributivo orario minimo al di sotto del quale non si può scendere in tutti i settori, per tutte le imprese, per tutti i lavoratori”.

In passato Boeri aveva definito il reddito di cittadinanza “un provvedimento che non aiuta i veri poveri, spesso esclusi dalla misura, e che avvantaggia i falsi poveri”. Nell’ottobre del 2019 sosteneva che la misura non incentivasse “a trovare un impiego, soprattutto al Sud”, mentre a gennaio dello stesso anno poneva il problema del rischio che diverse persone potessero scegliere di farsi pagare in nero così da percepire lo stesso il sussidio. Un pensiero poi evoluto, con il passare del tempo e la possibilità di valutare gli effetti della misura sul lungo periodo. La crisi dovuta alla pandemia e l’inflazione hanno contribuito a maturare una nuova coscienza sull’utilità della misura. Appena un anno fa su Repubblica l’ex presidente dell’Inps firmava un articolo in cui affermava che fosse “infondata la tesi per cui il sostegno disincentiva la ricerca di impiego” perché “pochi dei beneficiari sono occupabili”.

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