Ma Conte-bis significa anche Casalino-bis?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-26

Un ritorno dell’Avvocato del Popolo a Palazzo Chigi potrebbe significare che tutti gli ex Casaleggio che lavorano negli uffici di Presidenza rimarrebbero al loro posto. E vi ricordate di quando il PD, con Renzi in testa, chiedeva le dimissioni di Rocco Casalino?

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Si fa presto a dire Conte-bis, perché il PD non deve mandare giù solo l’idea di un governo di continuità con quello gialloverde come sarebbe un esecutivo con l’Avvocato del Popolo di nuovo in sella a Palazzo Chigi. Devono anche venire a patti con un elemento caratteristico della prima esperienza di governo di Giuseppe Conte: il suo portavoce Rocco Casalino.

Quando Renzi chiedeva le dimissioni di Casalino

Il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti per ora chiude all’ipotesi di un Conte-bis mentre a quanto pare sarebbero i renziani a spingere per un ritorno dell’Avvocato del Popolo a Palazzo Chigi. Una possibile via d’uscita dallo stallo potrebbe essere l’addio di Luigi Di Maio dal governo. Ma basterà per segnare la tanto sbandierata e richiesta discontinuità con il governo precedente?

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Il nodo a questo punto potrebbe essere proprio Casalino. Il portavoce e in alcuni casi “suggeritore” di Conte, messo a Palazzo dalla Casaleggio Associati, non è mai piaciuto al PD e soprattutto al senatore semplice Matteo Renzi che più volte ha chiesto le dimissioni di quello che è considerato il capo della comunicazione pentastellata. Casalino Vattene twittava l’ex premier che diceva di vergognarsi del fatto che Rocco Casalino fosse il portavoce del premier italiano.

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Lo ha fatto in occasione della ricomparsa di un vecchio video in cui l’ex concorrente del Grande Fratello apparentemente insultava le persone Down. Ma prima ancora durante un discorso in Senato Renzi aveva attaccato Casalino che durante la diretta dei funerali di Stato delle vittime del Morandi «mandava sms ai giornalisti chiedendo di dare spazio a chi aveva fischiato gli esponenti del PD».

E come dimenticare quell’audio in cui Rocco si lamentava che gli era saltato il ferragosto, oppure quando se la prendeva con i pezzi di merda del MEF e andava a caccia delle manine promettendo purghe ed epurazioni a destra e a manca?

Ci sarà un bis anche per lo staff di Conte?

Nei primi mesi del governo Conte il premier era sembrato davvero “telecomandato”, qualcuno si ricorderà di quando al G7 in Canada il portavoce portò via di peso il premier per impedire ai giornalisti di fargli ulteriori domande. In queste ultime settimane si ha l’impressione che il premier uscente si sia in qualche modo “affrancato” da Casalino, ma certo è impossibile negare che le scelte della comunicazione siano sempre passate per l’ufficio di Rocco. C’è anche da capire se con il ritorno di Conte a Palazzo comporterà il rinnovo di tutto lo staff.

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Gli stipendi dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi (fonte: Presidenza del consiglio dei ministri)

Sappiamo che lo stipendio di Rocco Casalino in quanto capo ufficio stampa e portavoce si compone di un trattamento economico fondamentale (lordo) pari a 91.696 euro. Oltre al trattamento economico fondamentale, Casalino è l’unico a poter godere di una retribuzione di posizione variabile (lorda) o un emolumento accessorio pari a 59.500 euro che porterebbe, se tutta corrisposta, il totale a 151.196 euro. E non finisce qui. Perché, come tutti gli altri sei componenti dell’ufficio stampa, Casalino riceve anche un’indennità di diretta collaborazione (lorda) pari a 18.360 euro; il totale quindi arriva (o meglio, arriverebbe se la retribuzione variabile fosse tutta corrisposta) a 169.556 euro e 86 centesimi. Ma Casalino non è l’unico esponente del “sistema Casaleggio” che lavora a Palazzo Chigi. Con lui ci sono anche Pietro Dettori e Nicola Virzì (aka Nik il Nero) e  Dario Adamo, anche lui ex Casaleggio Associati e gestore dei profili social ufficiali del MoVimento. Rimarranno anche loro al loro posto oppure ci sarà un cambio della guardia, magari a favore di personaggi meno “ingombranti”?

Leggi sull’argomento: Sì a Conte ma Di Maio fuori dal governo

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