Fatti
Nik il Nero a Palazzo Chigi
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2018-06-07
L’ex camionista e aiuto fotografo per matrimoni Nicola Virzì – molto amico di Max Bugani – andrà a Palazzo Chigi assieme a Rocco Casalino per occuparsi dell’immagine del presidente del Consiglio Conte. Questa è la storia di una carriera di successo grazie alle amicizie giuste
Sulla Stampa di oggi Ilario Lombardo segnala che assieme a Rocco Casalino, capo della comunicazione del M5S e portavoce di Luigi Di Maio, arriveranno a Palazzo Chigi anche gli altri Rocco Boys. Come noto già da qualche tempo Casalino avrà il compito di curare l’immagine del presidente del Consiglio e dovrà soprattutto gestire i rapporti con la stampa e sarà affiancato da Maria Chiara Ricciuti, che ricoprirà il ruolo di capo dell’ufficio stampa di Conte, da Pietro Dettori, l’uomo della Casaleggio dentro all’Associazione Rousseau. A completare il dream team pentastellati ci sarà come fotografo e videomaker Nicola Virzì.
Nik il Nero: l’ex camionista con la passione per la caccia alle streghe
Nicola Virzì è noto al grande pubblico dell’Internet con il nickname di Nik il Nero ed è stato durante la scorsa legislatura nello staff della comunicazione del M5S al Senato. Ex camionista ora prestato alla (comunicazione) politica, la folgorante carriera di Virzì – che nel curriculum sostanzialmente poteva vantare solo un’esperienza come aiuto fotografo per servizi matrimoniali – è iniziata poco dopo la nascita del MoVimento. In una mail del 2010, emersa durante il mailgate romagnolo del M5S, il consigliere regionale Max Bugani (successivamente candidato sindaco a Bologna e socio dell’Associazione Rousseau) chiedeva al capogruppo 5 Stelle in regione Emilia Romagna, Andrea Defranceschi, di trovare una soluzione per il suo amico Nik che “ancora sta sperando di poter avere un’entrata intorno ai 1500 euro al mese dal MoVimento per fare i video”.
Defranceschi rispose di non aver mai promesso uno stipendio del genere ma solo qualche rimborso spese. Il nostro eroe non la prese bene visto che – sostiene l’ex grillino Giovanni Favia – fu proprio lui ad aizzare la fronda contro i consiglieri regionali considerati “dissidenti” e poi espulsi (Favia e Federica Salsi in testa e successivamente Defranceschi). Fortunatamente l’amico Nik riuscirà poi a trovare un posto al Senato, pagato con i soldi (pubblici) che Montecitorio dà ai gruppi parlamentari.
Visto che è stato assunto a chiamata diretta più che il curriculum poterono le amicizie (senza dimenticare che la moglie Serena Saetti era nel frattempo diventata organizer del MeetUp bolognese). Successivamente Virzì si distinse anche per i primi attacchi – infondati – al compagno di partito Federico Pizzarotti, all’epoca ancora nelle grazie della dirigenza pentastellata.
I più grandi successi di Nicolà Virzì, dai servizi matrimoniali a Palazzo Chigi
Noto per il suo look d’ordinanza (maglietta nera e cappellino) e per le sue invettive via YouTube contro i politici corrotti, i giornalisti venduti e la casta Virzì a differenza del collega Claudio Messora (rapidamente defenestrato dal gruppo della comunicazione pentastellata) è riuscito a sopravvivere alla prima legislatura a 5 Stelle, quella di “lotta” per approdare a quella di governo. Il primo successo di Virzì quando arrivò al Senato fu il famoso video no-euro per il ritorno alla lira con protagonista l’attuale vicepresidente del Senato Paola Taverna.
Il video, che suscitò l’ilarità generale perché la senatrice applicava il tasso di cambio “un euro = mille lire”, venne rimosso perché Virzì aveva utilizzato come colonna sonora un brano di Ludovico Einaudi senza chiederne l’autorizzazione. Coi diritti d’immagine Virzì ebbe qualche altro problema quando la Tenderly fece rimuovere un altro suo video dove paragonava Repubblica alla carta igienica.
Sempre da dipendente della comunicazione M5S al Senato Nik il Nero l’anno scorso fu protagonista del famoso inseguimento “stile Iene” del direttore del TG1 Mario Orfeo per chiedergli conto della “gestione del TG1” con particolare attenzione alla copertura delle notizie che vedevano protagonisti esponenti del M5S. A fare compagnia a Virzì c’era un altro dipendente del MoVimento: il giornalista Matteo Incerti.
Il video venne pubblicato – per la gioia degli attivisti – sulla pagina Facebook del M5S condito con il commento sull’informazione italiana«al 77° posto nella classifica sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Reporter Senza Frontiere». Dimostrando di non aver capito che la classifica sulla libertà di stampa ci trova così in basso in classifica a causa delle intimidazioni ricevute dai giornalisti. Ma con i giornalisti Virzì ha sempre avuto un rapporto complicato. Qualche tempo fa Annalisa Cuzzocrea ricordava su Repubblica come i cronisti di Bologna lo ricordassero come colui che aizzava le assemblee dei meet up contro di loro gridando “vergogna vergogna”.