Tutti quelli che non dobbiamo più pagare con l’addio di Salvini al Viminale 

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-06

Chi pagherà ora lo staff del ministro senza poltrona che per un anno è costato mille euro al giorno ai contribuenti italiani? E che cosa faranno da oggi quelli che hanno dato una mano a Salvini a mettere in moto la Bestia? Quel che è certo è che per un po’ non dovremo pagarli noi

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Matteo Salvini se  ne va in ritiro a Pinzolo per stare con la figlia (che bravo papà) e non si fa trovare al Viminale (che strano) per il passaggio di consegne con la ministro Luciana Lamorgese (che bravo ex ministro?). Al tempo stesso fa sapere tramite video che continua e continuerà «ad essere orgogliosamente il ministro, anche senza poltrone al Ministero, delle donne e degli uomini in divisa». Ma da ministro senza poltrona (e papà) come farà Salvini a pagare i conti del sontuoso staff della Lega?

Foa, D’Amico e tutti quei “geni” che per colpa di Salvini lasciano il Viminale

Avevamo lasciato Salvini vicepremier e ministro dell’Interno con uno staff di tutto rispetto. Lo troviamo ora leader della Lega e ci chiediamo – perché siamo persone che si preoccupano – come farà a far quadrare i conti ora che lo staff se lo deve pagare da solo (con i soldi del partito) e non con quelli dei cittadini italiani. È noto che lo staff che Salvini si era portato al Viminale (e a Palazzo Chigi) costava ai contribuenti all’incirca mille euro al giorno. Nelle varie posizioni trovavamo i consiglieri del ministro Luca Morisi e Andrea Paganella, soci della Sistema Srl che si occupano della comunicazione di Salvini e che sono stati assunti con l’incarico di Consigliere strategico per la comunicazione e Capo della Segreteria e della Segreteria particolare di Salvini. Il compenso annuo di Morisi era di 65mila euro, quello di Paganella di poco più di 85mila euro l’anno. A Morisi e Paganella rimane però il contratto da 170mila euro che la Sistema Intranet Srl ha stipulato con il Carroccio.

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Nella segreteria di Salvini al Viminale lavoravano ancheo anche Cristina Pascale (30.000 euro) e Giuseppe Benevento(41.600 euro) e lo storico deputato leghista Luigi Carlo Maria Peruzzotti (41.600 euro). Dal gennaio nell’organico era entrato anche Andrea Pasini, uno che scriveva che era meglio dar da mangiare ai propri figli che pagare le tasse e che poi grazie alle tasse pagate dagli italiani si è garantito un compenso da 41mila e rotti euro.

Leonardo Foa e gli altri che lasciano il Viminale

C’è poi lo staff dell’ufficio stampa e della comunicazione. Gente che in questi 14 mesi ha lavorato sodo, producendo i pregevoli contenuti social (come gli attacchi a studentesse e ragazzine) del sedicente Capitano, amministrando il gruppo Facebook Matteo Salvini Leader (gestito direttamente dallo staff salviniano) e creando i contenuti della propaganda ministeriale. Un lavoro duro ma ben retribuito, come si conviene.

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A capo dell’ufficio stampa c’era Matteo Pandini (che ha anche curato una biografia di Salvini) con un compenso lordo annuo pari a 90mila euro, c’erano poi il figlio del Presidente della RAI Leonardo Foa, Fabio Fisconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana che percepivano un compenso annuo pari a 41.600 euro.

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Capito? Attenti ad odiare i migranti e i poveri, è colpa dei media!

Per tutti viene indicato che svolgono anche un’altra attività:  Collaborazione coordinata e continuativa presso Ente di natura giuridica privata “Lega per Salvini Premier”. Poveracci, sono dei CO.CO.CO. è così che Salvini dà lavoro agli italiani? Se non altro sappiamo che non sono senza lavoro dopo che il Capitano ha fatto cadere il governo.

Lo staff di Salvini a Palazzo Chigi

Anche i collaboratori di Salvini a Palazzo Chigi si trovano a dover lasciare l’incarico. Poco male per l’ex sindaco di Cascina Susanna Ceccardi che è riuscita a farsi eleggere all’Europarlamento. Ma mentre faceva il sindaco (e ovviamente veniva pagata per farlo) la Ceccardi – ricorda la deputata PD Lucia Ciampi – aveva aveva anche un incarico di collaborazione presso l’ufficio del vicepremier, pari a 65mila euro annui per svolgere il ruolo di “consigliere per il programma di governo”. Visto come sono andate a finire le cose e le tante promesse non realizzate verrebbe da pensare che non è consigliato poi così bene.

leonardo foa ceccardi staff salvini lavoro - 3Un doppio stipendio da quasi cinquemila euro al mese che  – scrive l’onorevole Ciampi – Ceccardi ha prima smentito e poi sminuito. Ma è sufficiente consultare il sito della Presidenza del Consiglio per scoprire la verità. Quella qui sotto. 

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EDIT: La sopracitata affermazione è stata rettificata: Ceccardi ha lasciato l’incarico il 1 luglio 2019. Si veda la comunicazione dell’europarlamentare in calce all’articolo. 

Da Palazzo Chigi se ne vanno anche Iva Garibaldi, protagonista del video di Tria portato via mentre risponde alle domande dei giornalisti, con un compenso da quasi 120 mila euro l’anno in qualità di Responsabile stampa del vicepremier (ma, va detto, svolgeva a titolo gratuito quello di Consigliere per la comunicazione istituzionale del Sottosegretario Giorgetti).

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Lorenzo Bernasconi (classe ’87), un mese fa “supportava” su Facebook Salvini. Da anni è tra i più stretti collaboratori di Salvini e a Palazzo Chigi prendeva 100mila euro in qualità di Segretario particolare del vicepremier. Last but not least tornerà ad occuparsi d’altro l’ex senatore leghista Claudio D’Amico Consigliere per le attività strategiche internazionali di Salvini balzato all’onore delle cronache per aver chiesto di far partecipare Gianluca Savoini alla cena di Stato in onore di Vladimir Putin. Del resto D’Amico è  il capo «sviluppo progetti» dell’Associazione LombardiaRussia presieduta dall’ex portavoce di Salvini coinvolto nello scandalo del Metropol. E rimane la domanda, ma ora i conti chi li paga?

EDIT: Susanna Ceccardi ci fa sapere di aver lasciato l’incarico il primo luglio 2019:

Egregia Redazione,

In relazione al Vostro articolosi precisa come la sottoscritta abbia presentato le dimissioni da ruolo di Consigliere del Ministro verso la metà di Giugno (dimissioni poi protocollate il 26/06, vedi allegato).
In virtù quindi del fatto che la legislatura parlamentare europea e’ iniziata il 2 Luglio 2019, e che l’incarico di assessore comunale a Cascina e’ a titolo gratuito, non ho goduto di alcun doppio emolumento, così come invece erroneamente riportato nell’articolo.
Si prega pertanto di provvedere a rettificare da subito il citato articolo.

Si precisa che come fonte per i dati dell’articolo è stato utilizzato un file excel pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio (qui il link diretto) nominato “Aggiornamento del 24 luglio 2019 (file .ods)”. A quella data, 24 luglio 2019, l’onorevole Ceccardi risultava ancora (si veda lo screenshot riportato qui sopra) Consigliere per il programma di governo nominato il 29/08/2018. L’onorevole sostiene di aver presentato le dimissioni “verso metà giugno” eppure sul documento ufficiale riportato sul sito di Palazzo Chigi al 24 luglio risultava ancora in carica. Ma è naturalmente possibile si sia trattata di una svista degli uffici, un mese dopo che le dimissioni erano state protocollate (non c’era però altro modo di sapere che l’onorevole si era dimessa). Nell’articolo poi non si parla dell’incarico di assessore alla sicurezza a Cascina ma di quello di sindaco. Prendiamo atto che l’onorevole Ceccardi smentisce di percepire ora (che è assessore e parlamentare europeo) un doppio compenso ma nulla dice riguardo a quello percepito in qualità di sindaco e Consigliere per il programma di governo che è invece l’oggetto dell’articolo.

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Riguardo al doppio compenso di sindaco e consigliere a Palazzo Chigi e l’entità della cifra (quantificata all’incirca in 5.000 euro al mese) è sufficiente consultare la sezione “Amministrazione trasparente” del Comune di Cascina. L’ultimo file con la tabella delle indennità di assessori e sindaco riporta che fino al 27/06/2019 (data in cui per incompatibilità con la carica di deputato al Parlamento Europeo l’onorevole Ceccardi ha lasciato l’incarico) la prima cittadina percepiva un’indennità mensile pare a 3.114,23 euro.

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Sempre nella sezione Amministrazione Trasparente, alla pagina dedicata al’ex sindaco (ora assessore a titolo gratuito) si può trovare un documento (datato 03/12/2018, quindi quattro mesi dopo la nomina a Palazzo Chigi) in cui l’allora sindaco Ceccardi informava di avere altri incarichi con oneri a carico della finanza pubblica, nella fattispecie quello nell’ufficio di diretta collaborazione dell’allora vicepremier Matteo Salvini con un compenso spettante pari a 2.969,44 euro netti. In mancanza di una smentita specifica sul doppio emolumento sindaco e consigliere a Palazzo Chigi i fatti sono questi.

 

 

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