Conte, la ricerca e tutte le volte che il M5S ha detto che gli scienziati sono venduti alle lobby

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-05

Il Presidente del Consiglio vede un futuro radioso per la ricerca scientifica in Italia, e annuncia che il Paese farà di tutto per trattenere i propri ricercatori e attrarre scienziati dall’estero. Conte però ha fatto i conti senza l’oste, ovvero i radicati pregiudizi antiscientifici del MoVimento 5 Stelle

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Oggi al Senato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto il suo primo discorso al Senato per chiedere la fiducia di Palazzo Madama al governo M5S-Lega. Dobbiamo essere in grado di trattenere i ricercatori. Tra le tante cose dette il premier si è rivolto anche a scienziati e ricercatori: «Le nostre scuole e università sono in grado di formare eccellenze  assolute in tutti i settori, ma purtroppo non siamo in grado di mantenerli nel nostro paese, con un deficit che è insieme culturale ed economico» ha dichiarato Conte che ha detto che il suo governo vuole invertire la rotta «offrire ai migliori dei nostri ricercatori – come pure ai ricercatori stranieri, nei confronti dei quali dobbiamo essere attrattivi – concrete possibilità di proseguire le proprie attività nel nostro Paese, così formando altri scienziati ed insieme trasferendo il frutto dei loro lavoro nel nostro tessuto economico e produttivo».

Quando il M5S chiedeva le dimissioni di Ilaria Capua

Seduta al banco del governo con Conte c’era la ministro della Salute Giulia Grillo che nel 2014 condivise un post pubblicato sul sito di Beppe Grillo sulla “grande truffa del traffico di virus” che riguardava l’inchiesta che vedeva coinvolta l’allora deputata di Scelta Civica Ilaria Capua. All’epoca il non sempre garantista MoVimento 5 Stelle chiese le dimissioni della Capua da vicepresidente della Commissione cultura. Ilaria Capua successivamente venne scagionata nella vicenda di un’indagine per traffico di virus. Eppure l’attacco del M5S ormai non poteva più essere ritirato.

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Rimarrà negli annali il post della deputata M5S Silvia Chimenti che chiedeva le dimissioni della Capua “nel dubbio” che fosse coinvolta nella vicenda del traffico illecito di virus. Quale fu il risultato di quella campagna (condotta anche dall’Espresso)?

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Lo spiegò dopo il proscioglimento la ricercatrice in un’intervista a Repubblica: «La mia carriera politica distrutta, un gruppo scientifico di prim’ordine smembrato. Io mi sono trasferita qui in Florida, il mio braccio destro lavora a Vienna. Quarantuno persone perbene indagate e fatte fuori dalle loro posizioni senza troppi complimenti, le parcelle degli avvocati. Sono contenta che sia finita, non ne potevo più di questa storia. Che comunque mi ha insegnato molto». Nel dubbio era stata la Capua a scegliere di andare a lavorare all’estero, ma non solo, anche il suo gruppo di ricerca era stato distrutto.

Non è un Paese per ricercatori

Si potrà dire che quello della Capua è stato un “caso” e che il MoVimento 5 Stelle era più interessato agli eventuali risvolti penali (curioso però, in altre situazioni i pentastellati dicono sempre di voler leggere prima le carte) che al dibattito scientifico. Ma a questa obiezione si può rispondere con altri esempi in cui il M5S ha tentato di ostacolare la ricerca scientifica. No, non stiamo parlando del cattivo rapporto di Grillo con il compianto Umberto Veronesi (soprannominato cancronesi) né di quella «vecchia puttana (sempre parole di Grillo) della Montalcini». Stiamo parlando di quello che deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle hanno detto e fatto in Parlamento durante la scorsa legislatura.

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Come dimenticare ad esempio le fregnacce di Paola Taverna sulla sperimentazione animale? Il risultato della battaglia contro la sperimentazione animale ha già prodotto un risultato: mettere in ginocchio la ricerca scientifica. Forse i ricercatori accusati di essere dei vivisettori dal deputato Paolo Bernini hanno meditato di andare a lavorare all’estero. E che dire di quello che Bernini scrisse su Telethon? Il MoVimento 5 Stelle prese le distanze, ma era ormai troppo tardi. Anche su Xylella il MoVimento 5 Stelle sposò completamente le tesi della Procura di Lecce che davano la colpa, indovinate un po’, ai ricercatori che studiavano il batterio. Addirittura ci fu un’europarlamentare M5S che mise in bocca ad uno scienziato parole che non aveva mai detto.

elena fattori m5s mozione sox esperimento nucleare iene - 3

Continuiamo a parlare di ricerca scientifica. Quella sugli Ogm è senza dubbio ricerca scientifica. Solo che in è vietato fare ricerca in campo aperto sugli OGM (per paura di contaminazioni delle altre colture) ed è vietato coltivare OGM. Eppure finanziare la ricerca pubblica sugli OGM – ovviamente ben regolamentata – non solo permetterebbe di salvare alcune specificità italiane dalla monocultura che importiamo dai paesi che quella sperimentazione la fanno e dalla quale continuano a trarre profitto ma consentirebbe anche di poter produrre più studi scientifici slegati dagli interessi delle multinazionali riguardo gli effetti degli OGM. In Parlamento però il M5S – con in testa la senatrice Elena Fattori – combatte da anni gli OGM ad esempio invitando in Senato un ricercatore anti-OGM che è stato accusato di aver manipolato i risultati delle ricerche scientifiche. E la domanda da fare a Conte è una sola: come farà a incentivare la ricerca scientifica quando nella maggioranza ci sono persone sempre pronte ad accusare gli scienziati – senza prove – di essere al soldo delle lobby o di fare gli interessi di Big Pharma e delle multinazionali? E cosa dire allora di quando il M5S chiese di interrompere l’esperimento Sox nei laboratori del Gran Sasso in base ad argomentazioni non scientificamente fondate diffuse dalle Iene? È questo il modo di attrarre ricercatori?

 

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