Il grande esordio del Comitato di Conciliazione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-31

Il premier Conte comincia a perdere la pazienza con Salvini e Di Maio e avverte che questo sarà il suo unico giro a Palazzo Chigi. Scende in campo l’organo per risolvere le crisi. Ma non pare poter bastare

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Scende in campo il Comitato di Conciliazione. L’organo previsto dal contratto Lega-M5S per superare i contrasti tra le due forze politiche sull’applicazione del programma concordato e tacciato a più riprese di incostituzionalità scende in campo mentre le due forze della maggioranza cominciano a scannarsi sui temi dell’economia, com’era prevedibile, e proprio mentre i dossier più caldi come il reddito di cittadinanza (che arriverà dal primo gennaio 2019 secondo le promesse di Laura Castelli) e la flat tax rischiano di far cadere il governo.

Il grande esordio del Comitato di Conciliazione

E c’è di più, perché il Corriere della Sera racconta oggi in un retroscena che anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta cominciando a perdere la pazienza con Di Maio e Salvini e ieri ha cominciato a mandare segnali di nervosismo piuttosto netti, testimoniati dall’ultimatum profferito durante la crisi della Diciotti: «Io sto avendo l’opportunità e la fortuna di servire il Paese da presidente del Consiglio. Ma questo è il mio unico giro. Poi non cercherò candidature o altro, tornerò serenamente al mio lavoro». Se si sbaglia stavolta, è il ragionamento sotteso, non ci sarà una seconda occasione.

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Le ultime aste BtP (Il Sole 24 Ore, 31 agosto 2018)

Il warning di Conte arriva perché il premier pensa che da settembre si debba cambiare marcia. Ed evitare di spostare sempre più in là l’asticella della campagna elettorale con dichiarazioni che ogni giorno aumentano il prezzo delle promesse. Per questo, spiega Tommaso Labbate, scenderà in campo il comitato di conciliazione:

Entra così in campo il Comitato di conciliazione previsto dal contratto di governo, che potrebbe esordire la settimana prossima su alcuni dei temi più spinosi su cui si cerca — finora invano — di parlare con una voce sola: da Autostrade all’immigrazione. Conte ne ha bisogno subito, e una serie di riunioni politiche (presenti il premier, Salvini, Di Maio, Giorgetti e i ministri interessati ai dossier) aprirà la strada già da martedì.

Il punto è, nell’ottica del premier, ristabilire i confini del ruolo dell’«arbitro» soprattutto per quando si aprirà la partita della legge di Stabilità. Lega e M5S rispondono a due elettorati diversissimi; la prima è compatta, i secondi sono divisi in due fazioni, più nell’elettorato che a livello di classe dirigente. Accontentare tutti sarà impossibile. Ecco perché il premier ha bisogno subito di ristabilire l’ordine. Prima che la strada si complichi ulteriormente, e forse per evitare che dalla segnalazione che «questo è il mio unico giro» non si arrivi alla minaccia che nessuno, a Palazzo, ha ancora avuto il coraggio di pronunciare. Quella delle «dimissioni».

Il nervosismo di Conte e quello dei mercati

Il punto è che Conte non sembra l’unico nervoso in zona. Un nervosismo palpabile e sempre più ampio si registra sui mercati, come ha testimoniato l’ultima asta sui BtP. Un ulteriore livello di nervosismo si registra in via XX Settembre, dove il ministro Tria da una parte richiama Salvini e Di Maio, dall’altra appare sempre più in bilico visto che non si riesce a trovare un accordo sui saldi della Legge di Bilancio e in molti lo dipingono come un infiltrato dell’Unione Europea.

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Dalla pagina Facebook “Il Comitato di Conciliazione”

Moscovici invece sembra aver mangiato la foglia e non ha nessuna intenzione di reggere il gioco dell’Incidente per certificare la tesi dell’uscita dall’euro a propria insaputa dei due partiti. Un governo sull’orlo di una crisi di nervi e, sui mercati, i segnali sui rendimenti dei BtP a due anni dicono che la tempesta perfetta si fa sempre più probabile. Un comitato di conciliazione tra l’Italia e la realtà basterà a salvarci?

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