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Alessio “Hitler” Lepore: il leghista neonazista di PiazzaPulita

Giovanni Drogo 18/10/2019

Ieri Corrado Formigli ha “rivelato” al pubblico l’esistenza di un tizio che dice di essere elettore della Lega e che è un fiero neonazista. Ovviamente i leghisti in studio hanno fatto presto a dire che quel ragazzo lì “ha qualche problema” e la cosa è finita lì. Diversamente sarebbe andata se invece che parlare di personaggi pittoreschi si fosse analizzato il linguaggio dei sovranisti italiani, così vicino a quello dei suprematisti bianchi

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Ieri PiazzaPulita si è addentrata nel sottobosco dei sostenitori di Salvini e della Lega che sono molto attivi su Vkontakte, il cosiddetto Facebook russo. Ad accompagnare Formigli alla scoperta dei neofascisti e neonazisti del Web è l’esperto di marketing e di propaganda online Alessandro Orlowski che ha individuato su Vkontakte alcuni account italiani che sono al centro di reti e network di simpatizzanti della Lega e che al tempo stesso diffondono contenuti di propaganda neonazista e neofascista.

E adesso chi cavolo è Alessio Lepore?

Uno di questo è un certo Alessio Lepore, che su Vkontakte si fa chiamare Alessio Hitler. O meglio, si faceva chiamare perché attualmente il profilo risulta essere stato bloccato da VK per “violazione dei ToS”. Lepore è un ragazzo di vent’anni che scrive di “lavorare” per la Lega Salvini Premier (proprio come fanno molti simpatizzanti) e che ha raccontato di aver militato in passato all’interno di Forza Nuova oggi è un grandissimo sostenitore di Salvini. Sul suo profilo Facebook ci sono selfie con il Segretario della Lega, con gli ex ministri Fontana e Centinaio, ma anche con Ignazio La Russa e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e addirittura una foto assieme ad Umberto Bossi. Nessuno di loro probabilmente era a conoscenza della doppia “identità” social di Lepore né della sua passione per il Terzo Reich, le svastiche e le insegne naziste.

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Intervistato da PiazzaPulita Lepore fa la classica tirata contro il gay pride e quelli che vanno in giro con «il culo di fuori» ma è in difficoltà quando scopre che il giornalista sapeva dei suoi video con la svastica sullo sfondo, dei suoi sieg heil e della sua passione per il nazismo. Non riesce però a condannare i crimini di Hitler, balbetta che sì, sono stati fatti alcuni errori ma che tutto sommato non c’è nulla di male nel fare quello che fa lui. Perché, spiega, ai comunisti è concesso andare in giro con falce e martello «c’erano i gulag!» mentre ai fan di Hitler, Himmler o Goebbels no?

Come Borghezio e Borgonovo hanno “risolto” la questione Lepore

Lepore naturalmente è personaggio pittoresco, a tratti nella breve intervista si vede tutta la sua ingenuità. In studio però – dove c’erano Giovanni Toti, Mario Borghezio e Francesco Borgonovo de La Verità – nessuno ha avuto il minimo sussulto. Borghezio ha detto che è normale che all’interno del 34% di sostenitori della Lega (quelli accreditati dai sondaggi, ovviamente) ci siano persone così. Borgonovo lo ha definito “un matto”. Cosa che potrebbe pure essere considerata diffamatoria da Lepore visto che non risulta sia stato dimostrato che ha qualche problema mentale. Insomma il fenomeno dei neonazisti e dei neofascisti che stanno con Salvini esiste ma non è preoccupante perché sono schegge impazzite.

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Per Borghezio o Borgonovo il problema nemmeno si pone. Certo fa un po’ sorridere che ogni volta che si becca un tizio del genere ci si affretti a definirlo “matto”. È un po’ quello che si dice dei vari terroristi suprematisti bianchi quando li si chiama “lupi solitari” o “pazzoidi”. Eppure il linguaggio usato – quello della sostituzione etnica, della sostituzione di popolo, dell’invasione, dei bianchi vittima di razzismo – è il medesimo. Ed è lo stesso della propaganda nazista. Impossibile poi non ricordare come proprio nella Lega neonazisti come Gianluca Savoini abbiano fatto carriera e come addirittura nella redazione de La Padania un certo tipo di iconografia, esattamente la stessa che c’è nella cameretta di Lepore, fosse in bella mostra sulle scrivanie. E del resto proprio ieri sera PiazzaPulita ha mostrato un per niente imbarazzato Borghezio che qualche settimana fa ha preso parte ai funerali del neofascista Stefano Delle Chiaie, salutato con i “presente” e i saluti romani d’ordinanza da quelli che non sembravano proprio “un paio di matti”.

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E alla fine è vero, Alessio “Hitler” Lepore non conta nulla. È solo uno dei tanti elettori dell’ultradestra che Salvini ha imbarcato negli ultimi anni. Non è un “pazzoide” – come a più riprese lo definisce Borgonovo – è solo un ragazzo qualunque. E magari non dobbiamo nemmeno preoccuparci di Lepore. Probabilmente non serve nemmeno parlare del camerata Savoini. Perché per ricordare la contiguità della Lega e di Salvini con l’ultradestra non serve nemmeno andare a scavare in certi profili o su certi social. È tutto alla luce del sole: ci sono le stesse parole d’ordine pronunciate da Salvini nei comizi o sui social che sembrano prese di pari passo da StormFront. C’è l’alleanza e la stima reciproca con il Front National, il partito fondato da Jean-Marie Le Pen uno il cui antisemitismo non è frutto di un lapsus. E soprattutto c’è stata un’alleanza elettorale con CasaPound, il partito dei “fascisti del Terzo Millennio” che guarda caso ha annunciato che andrà alla manifestazione del 19 ottobre (e non risulta che nessuno della Lega abbia detto “no, grazie”). Serve altro? Se volete ci sarebbe anche Luca Traini, l’attentatore di Macerata con tanto di runa nazista tatuata in fronte (per dire, difficile non notarla) che era candidato con la Lega. Certo, se Formigli avesse parlato di tutto questo avrebbe avuto senz’altro più argomenti e non avrebbe lasciato la possibilità di liquidare il tutto con “è un pazzoide”. Ma forse la prossima volta lo farà.

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