Il manifesto di Brenton Tarrant e i sovranisti italiani: trovate le differenze (se ci riuscite)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-18

Perché leggendo il manifesto di Brenton Tarrant, il terrorista di Christchurch, non riusciamo a definire come “deliranti” le sue teorie? Perché da anni in Italia una certa parte politica utilizza gli stessi argomenti e le stesse terminologie per raccogliere voti. Una volta avremmo letto di “sostituzione etnica” solo andando a frugare su Stormfront, oggi ne sentiamo parlare in prima serata da politici con responsabilità di governo

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Dopo i 50 morti dell’attacco terroristico di Christchurch in molti si sono affrettati a condannare le gesta del “pazzo” Brenton Tarrant. Ma perché Tarrrant, 28 australiano immigrato in Nuova Zelanda che si considera un vero europeo e un etno-nazionalista eco-fascista dovrebbe essere un pazzo? Lo è perché da sempre i terroristi bianchi vengono etichettati come tali? Lo è perché ha diffuso un manifesto di 74 pagine dal titolo “La Grande Sostituzione oppure perché ha ucciso cinquanta persone inermi?

Tutti quelli che hanno soffiato sull’odio etnico parlando di invasione

Ma se una persona commette una strage non è un pazzo: è un criminale, un assassino. E se pubblica un documento infarcito di shitposting e riferimenti ad una ben precisa sottocultura Internet non significa che la colpa sia del Web e dei videogames. Grattando un pochino sotto la superficie del trolling non è un lavoro difficile capire cosa Tarrant voglia dire. In breve: fermare la grande sostituzione etnica in atto in Europa e combattere il genocidio culturale, razziale e religioso dei bianchi da parte degli immigrati. È un pensiero così folle? Tarrant è solo uno dei tanti che crede all’esistenza di un fantomatico piano segreto per sostituire le popolazioni native europee con i migranti provenienti dall’Africa. Quel piano si chiama “Piano Kalergi” ed in Italia ne hanno parlato tra gli altri Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Gianluigi Paragone.

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Il frontespizio del manifesto di Tarrant

Non deve sorprendere poi così tanto: Tarrant è tutto tranne che un pensatore originale. Quello che scrive lo ha letto altrove, su Internet, e non fa altro che ripetere una lezione ben assimilata. Quella secondo la quale i “bianchi” e “gli europei” sono in pericolo perché gli immigrati di religione musulmana traghettati sulle nostre spiagge dalle ONG fanno più figli e ci stanno lentamente sostituendo. Cose già sentite? Senza dubbio, visto che sono il nucleo della propaganda della quasi totalità dei partiti sovranisti europei (in Italia abbiamo Lega e Fratelli d’Italia). Quindi quello che è successo in Nuova Zelanda è colpa dei vari Orbán, Salvini, Le Pen, Meloni o Wilders (il leader del partito sovranista olandese PVV)? No. Ma è impossibile ignorare come tra la propaganda omicida di Tarrant e quella dei patridioti ci siano numerosi punti di contatto.

Come è stata sdoganata la delirante teoria della sostituzione etnica

Cambiano ovviamente i mezzi. Tarrant ha scelto di perseguire i suoi fini con un atto barbaro e criminale. I partiti sovranisti invece si limitano ad una legittima azione politica. Ma non possiamo non chiederci come il continuo spingere sul tasto della paura e dell’odio per i migranti, con le stesse identiche parole d’ordine, non stia contribuendo a creare terroristi bianchi. In fondo dopo l’attentato Trump ha minimizzato dicendo che il suprematismo bianco, Salvini ha attaccato la lagna del “è sempre colpa di Salvini” e un parlamentare australiano ha detto invece che dopo tutto è colpa dei musulmani, ovvero delle vittime. Le stesse parole usate dal leader della Lega per commentare la condanna a Luca Traini, l’attentatore di Macerata. «Chiunque spari e chiunque ammazzi ha nella galera la sua unica residenza, però, l’immigrazione fuori controllo, come denunciato dalla Lega da troppi anni, porta allo scontro sociale» aveva detto Salvini all’epoca. «La vera causa del massacro nelle strade in Nuova Zelanda è il programma di immigrazione che ha consentito ai fanatici musulmani di immigrare in Nuova Zelanda» ha detto poche ore dopo la strage il senatore australiano Fraser Anning.

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E se torniamo al Manifesto di Tarrant troviamo frasi riguardo l’attacco alla nostra civiltà, i musulmani definiti come “invasori delle nostre terre”, “colonizzatori” e l’immigrazione di massa descritta come un atto ostile nei confronti dell’Occidente bianco e cristiano (anche se Tarrant dice di non essere cristiano).

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Cosa ci dice questo di Tarrant? Che è una persona che ha creduto a tutta una serie di teorie del complotto e che si è formato un’opinione – leggendo su Internet – che siamo di fronte ad una grande invasione. Impossibile non pensare a tutte le volte che Salvini, sui social o dai palchi dei comizi ha parlato dell’invasione chiedendo di fermarla. Sono anni che la Lega e la destra italiana ci raccontano di come l’Italia sia vittima di un’invasione di immigrati.

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E se pensate che Tarrant sia l’unico a credere ai complotti vi sbagliate. Salvini e la Verità hanno diffuso quello sul programma all’ossitocina che ci farà amare gli immigrati contro la nostra volontà. Altri politici di destra hanno parlato del complotto delle ONG puntando il dito contro Soros. Salvini due anni fa accusava Laura Boldrini e i buonisti di avere in mente un grande piano per la sostituzione di popolo che La Gabbia, il programma condotto da quello che oggi è un senatore della Repubblica, chiamava la grande invasione.

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Se si cerca “sostituzione etnica” sul Populista, un quotidiano online molto vicino alle posizioni della Lega al punto da esserne quasi l’house organ ufficiale si trovano molti articoli interessanti. Ad esempio quello sul piano di sostituzione etnica portato avanti dall’Unione Europea e dai “burattini manovrati sa Soros” che vogliono colpire quel gruppo di Stati sovranisti “che osa difendere i suoi cittadini”. I fautori dell’invasione contro i patrioti. E Tarrant si definisce proprio un patriota.

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Ma dell’infame progetto di sostituzione etnica degli italiani con gli immigrati islamici anche sul Giornale se ne parla. E Luigi Castaldi si è preso la briga di fare una ricerca sugli articoli del Foglio che presentano una “strana” contiguità con le tesi di Tarrant. Perché sdoganato dalla politica ormai è diventato un argomento serio su cui discutere.

Quando nel 2015 Salvini parlava di genocidio dei popoli italiani

Quelli come Tarrant una volta avrebbero dovuto raschiare i meandri del Web per trovare simili argomentazioni, un tempo relegate su siti suprematisti come Stormfront. Ora se ne parla tranquillamente in prima serata. Si è partiti dalla civile Svizzera, con i referendum contro gli invasori (i transfrontalieri italiani) e si è arrivati a sentir dire dal capo di una forza politica che oggi è al governo cose come questa: «È in corso un tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l’Italia da qualche secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con decine di migliaia di persone che arrivano da altre parti del Mondo. Non possiamo permettercelo, un Paese normale con un Governo normale blocca le partenze, blocca gli sbarchi e non ne arriva più neanche uno».

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Lo ha detto Matteo Salvini nel 2015. Lo scriveva Tarrant nel suo manifesto dove in diversi passaggi parla di genocidio dei bianchigenocidio culturale ed etnico causato anche dalle ONG che traghettano gli immigrati verso le coste europee. La soluzione di Salvini è meno radicale e criminale: fermare gli sbarchi, bloccare le partenze. Tarrant porta il ragionamento alle estreme conseguenze e decide di fare piazza pulita.

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Di «prove generali di sostituzione etnica in Italia» parlava anche Giorgia Meloni che nel 2017 parlava di “invasione pianificata e voluta” e che spiegava i numeri dell’immigrazione dicendo «penso che ci sia un disegno di sostituzione etnica in Italia».  Ora Meloni e Salvini giocano a fare le vittime dicendo che secondo “la sinistra mondialista” (un altro avversario immaginario così come la sostituzione etnica) la colpa dell’attentato in Nuova Zelanda è loro. Ma non è così e sarebbe assurdo sostenere che sono in qualche modo i mandanti morali, gli ispiratori o quant’altro. Certo, Tarrant dice di essersi ispirato a Traini, candidato leghista che per i sovranisti nostrani al massimo è uno che ne aveva le scatole piene “dell’invasione”. Ma è solo un dettaglio. Il punto è un altro. Salvini e Meloni hanno la responsabilità di aver sdoganato un certo tipo di teorie e un certo tipo di linguaggio, un tempo appannaggio di pochi sostenitori dell’ultradestra con svastiche tatuate. Oggi anche il più rispettabile degli impiegati o la più timorata delle casalinghe parla di sostituzione etnica e di invasione la colpa è loro. E di tutti coloro che hanno difeso le barricate contro poche decine di donne a Gorino. Non c’è nessuna china pericolosa, c’è invece ed è già attuale una normalizzazione del razzismo e dell’odio etnico. Perché che cos’è dire che “siamo invasi” e presentare gli stranieri come invasori se non  un modo di alimentare conflitti inter-etnici?

Leggi sull’argomento: Salvini ci spieghi perché ti indigni per la prestazione del Milan ma non per lo striscione su Belardinelli?

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