Salvini promette una manovra da 50 miliardi di euro ma in tre regioni dove governa la Lega non chiudono il bilancio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-30

Salvini fa le promesse, il conto lo pagano gli altri. In Sardegna, Umbria e Basilicata, tre regioni “strappate” da Salvini al centrosinistra per quest’anno non si è riusciti ad approvare il bilancio regionale e si andrà all’esercizio provvisorio.

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Si sono presentati come il nuovo che avanza, il vento del cambiamento, quelli che “prima noi”, ma alla prima vera prova dei fatti tre regioni amministrare dal centrodestra a trazione leghista fanno cilecca. La Sardegna di Christian Solinas (Lega), la Basilicata di Vito Bardi (Forza Italia) e l’Umbria di Donatella Tesei (Lega) sono tutte accomunate dalla decisione dell’Assemblea regionale di dare il via libera all’esercizio provvisorio di bilancio. In pratica la maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) non è riuscita ad approvare in tempo il bilancio per il 2020.

Le regioni neo-leghiste che non approvano il bilancio in tempo

La prima ad annunciarlo è stata la Sardegna, che è anche una delle prime regioni conquistare da Matteo Salvini nelle vittoriose tornate elettorali delle amministrative del 2019. Già a novembre la Giunta sarda aveva fatto sapere che la Regione avrebbe intrapreso la strada dell’esercizio provvisorio di bilancio per tre mesi, dopo due anni di contabilità regolare (il via libera è arrivato il 20 dicembre). Poi è stato il turno dell’Umbria di Donatella Tesei. Nell’ex regione rossa del Centro Italia per la quale Salvini si è molto speso in prima persona (in campagna elettorale) la maggioranza in Assemblea regionale ha approvato la settimana scorsa il disegno di legge della Giunta per l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno 2020. Anche la Basilicata andrà  in esercizio provvisorio. Il disegno di legge  per autorizzare l’esercizio provvisorio non è ancora stato discusso in Assemblea, ma solo perché la prossima riunione del consiglio regionale è fissata per il 14 gennaio del 2020. È certo quindi che anche l’anno prossimo (così come era accaduto per il 2018) la regione non approverà in tempo il bilancio. Dulcis in fundo, un’altra regione governata dal centrodestra, la Sicilia di Nello Musumeci dove la Lega non è rappresentata (c’era Noi con Salvini apparentato con Fratelli d’Italia) è tentata di percorrere la stessa strada.

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Nessun cambiamento quindi, nessun miglioramento e soprattutto nessun investimento. Perché durante l’esercizio provvisorio ci si deve limitare all’ordinaria amministrazione in base ai limiti di spesa della precedente legge di bilancio (per un massimo di tre mesi). In questo lasso di tempo la Regione non può spendere quanto avrebbe voluto (e quanto aveva promesso agli elettori). E in mancanza di investimenti è evidente che la macchina rallenta e si blocca, con gravi ripercussioni sull’economia regionale.

Salvini e la manovra da 50 miliardi di euro (che non ci sono)

Ora al di là del fatto che questo avvenga anche altrove (in Valle d’Aosta, ad esempio) o che sia avvenuto in passato (ad esempio in Calabria) anche con amministrazioni di segno opposto è curioso che proprio in tre regioni dove la Lega va forte e dove Salvini si è fatto vedere ovunque in campagna elettorale le cose vadano così. Perché fuori dalla mitologica “Padania” la Lega e Salvini vendono un modello (quello delle regioni “virtuose” come Veneto e Lombardia) promettendo che funzionerà tale e quale anche al Centro o al Sud. Né è la prova la parata dei cosiddetti governatori a fine campagna elettorale. Ma le cose in Veneto funzionano diversamente dalla Sardegna. E non certo perché i veneti siano “più bravi” ma perché le due regioni sono profondamente diverse. Salvini però, come quei piazzisti che vendono il tonico miracoloso che cura tutti i mali, promette ovunque la stessa medicina. A questo aggiungete il fatto che la classe dirigente della Lega al Sud è assai diversa da quella delle regioni storicamente leghiste e il gioco è fatto.

salvini esercizio provvisorio sardegna basilicata umbria - 1

Il dato regionale però non ha un valore solamente locale. Perché Matteo Salvini, quello che non riesce a governare le regioni dove stravince è quello che da un anno va parlando di una fantomatica manovra di bilancio dello Stato da 50 miliardi di euro. Soldi che non si sa dove ha  intenzione di tirare fuori e dei quali non parla volentieri. Perché se Salvini pensa di fare una legge di bilancio di tale entità utilizzando i mini bot di Claudio Borghi allora significa che non è un politico serio. Se pensa di fare più debito significa che non sa come funzionano i vincoli di bilancio europei (e la Lega votò a favore del pareggio di bilancio in Costituzione). E se pensa di mettere le mani nelle tasche degli italiani, usando la “ricchezza privata” allora significa che non conosce gli italiani. Certo, potrebbe sempre alzare le tasse (o le accise) ma sarebbe un bel controsenso, visto che una trentina di miliardi servirebbero per abbassare le tasse con la famosa “Flat Tax”. Pensate cosa succederebbe se Salvini fosse al governo e non riuscisse ad approvare la sua bella legge di Bilancio entro fine anno. Dite che è fantascienza? Ricordate che i vari Solinas, Tesei e Borgonzoni (candidata in Emilia-Romagna) sono stati tutti senatori della Lega.

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