Il geniale piano di Salvini per far pagare il debito degli italiani agli altri paesi europei (non funzionerà)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-29

Che speranze di successo ha uno che che prima dice che non vuole usare i soldi dei tedeschi, dei francesi o dei portoghesi ma solo quelli degli italiani e che poi propone una grande conferenza per discutere il ruolo della BCE nel garantire il debito italiano? Più che un leader è un prestigiatore che gioca coi soldi degli italiani e vorrebbe giocare anche con quegli degli europei

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Nell’ormai sempre più appassionante saga di Matteo Salvini che propone ricette economiche “studiate al centesimo” senza dire assolutamente nulla di concreto ce n’è una che spicca su tutte. Durante la diretta Facebook ieri Salvini tra i tanti annunci ne ha dato uno che a quanto pare per i leghisti significa che finalmente l’Italia tornerà ad essere sovrana. «Chiederemo al Parlamento
UE e alla Commissione una grande conferenza sul lavoro, la crescita, il debito e il ruolo della BCE come garante della stabilità e del debito». Naturalmente chiedere non costa nulla, così come aprire tavoli e conferenze.

Le risposte di Salvini alla “letterina” della Commissione Europea

Il punto però è cosa si chiede. Claudio Borghi ieri su Twitter era raggiante: “ottimo. Inutile continuare a far finta di nulla, le questione vanno affrontate alla radice”. Né il Presidente della Commissione Bilancio della Camera né il vicepremier e ministro dell’Interno però hanno spiegato cosa significa convocare una “grande conferenza europea” sul debito e sul ruolo della Banca Centrale Europea.

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Mettendo in fila le promesse di Salvini non è difficile capire cosa sta dicendo. Il leader della Lega prima ha promesso 30 miliardi di euro per la Flat Tax, ma non ha detto da dove salterebbero fuori. In altre occasioni ha detto che l’Iva non aumenterà: solo per il 2020 servono 23 miliardi di euro. Ha detto anche che non vuole aumentare le tasse, tassare i conti correnti o la casa degli italiani.

A cosa serve la grande conferenza sulla BCE e sul debito

Salvini poi ha detto che vuole usare “la ricchezza degli italiani”. Questo perché lui è un vero sovranista, e quindi ha rassicurato tutti sul fatto che lui «non vuole certo usare i soldi dei tedeschi, dei francesi o dei finlandesi». Ma è solo il classico gioco delle tre carte dove i soldi che servono a Salvini per mantenere le sue promesse di volta in volta vengono spostati con un gioco di prestigio. Perché se Salvini non vuole aumentare le tasse né toccare i conti correnti degli italiani significa che per trovare quei soldi dovrà fare più debito. Per farlo ci sono due opzioni: la prima è ridiscutere il Trattato di Maastricht, come ci raccontano i leghisti da anni. Il problema è che nessun governo europeo e men che meno il nuovo Europarlamento sembra intenzionato a farlo. Resta la seconda opzione: la grande conferenza.

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Dal “Piano A” di Paolo Savona

Non facciamoci distrarre da quel lavoro lavoro lavoro che Salvini ripete ossessivamente (iniziasse ad andare più spesso al Viminale, lui che un lavoro lo ha). Del resto Borghi nemmeno lo cita il “lavoro”. Il punto qui è il ruolo della BCE come garante della stabilità e del debito. Di fatto Salvini vorrebbe che la Banca Centrale Europea comprasse parte del nostro debito pubblico. Non certo coi nostri soldi, che non bastano, ma con i soldi di tutti i cittadini europei. Quei soldi che Salvini una settimana fa a Bersaglio Mobile ha detto che non voleva toccare (perché lui è sovranista così). Immaginate cosa potrebbero rispondere i partner europei, soprattutto i sovranisti? Esatto.

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Dal programma elettorale della Lega per le politiche del 2018. Dopo le europee Morisi si è affrettato a proclamare Salvini “leader dell’Europa dei Popoli”

E ora mentre tenete a mente i risvolti della proposta di Salvini ricordate che per cambiare i trattati serve l’unanimità. Cosa rimane? Per noi italiani rimane che ci tocca trovare i soldi da qualche altra parte (oppure Salvini dovrà rinunciare alle sue promesse). Di conseguenza cosa faranno i leghisti? Diranno che l’Europa è “irriformabile” e non è democratica. Naturalmente non si degneranno di spiegare perché se la maggioranza del Parlamento o degli stati membri si oppone alle ricette della minoranza legista allora questo significa che non esiste la democrazia. Se la conferenza fallirà allora ecco che Salvini tornerà a frignare contro l’Europa matrigna dei banchieri e dei burocrati, quei cattivoni che non vogliono pagare i nostri debiti per consentirgli di mantenere le sue promesse sovraniste. I primi a farlo saranno ovviamente i suoi amici sovranisti, i vari Kurz e Orban che sul debito italiano sono più rigidi della Trojka. Ma vuoi mettere quando è bello il brivido fare i sovranisti coi soldi degli altri?

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