Gli allarmi per i ponti a rischio in Italia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-08-29

Viadotti autostradali in cattive condizioni chiusi al traffico pesante in attesa dei lavori di manutenzione ma anche ponti cittadini che hanno bisogno di interventi di consolidamento. La mappa dei rischi da Nord a Sud

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Quanti sono i ponti e i viadotti a rischio in Italia? Se lo chiedono in molti dopo la tragedia di Genova e il crollo del Ponte Morandi. Il Codacons ha stilato una lista dei viadotti e dei ponti considerati a rischio chiedendo che vengano interdetti al traffico pesante per almeno trenta giorni segnalandone 55. La lista però è in continuo aggiornamento. Alcuni ponti però destano maggiore preoccupazione, ad esempio è il caso del viadotto sull’A27 a Vittorio Veneto per il quale i residenti della vallata da tempo chiedono opere di manutenzione.

Quali sono i ponti a rischio in Italia

Non è detto che tutti siano pericolosi o a rischio crollo, per il momento però sono tutti sotto osservazione. Il crollo di un viadotto resta un evento eccezionale ma gli episodi degli ultimi anni hanno senza dubbio contribuito ad alzare il livello di preoccupazione. Nel 2015 è crollato il Viadotto Himera sull’A19 in Sicilia; nel 2016 il cavalcavia sulla Milano-Lecco; nel 2017, il ponte sull’A14 ad Ancona e il viadotto della tangenziale di Fossano. In tutti questi casi si è trattato di infrastrutture stradali costruite tra il 1955 e il 1980, con caratteristiche e tecnologie simili: ponti in calcestruzzo armato che a parere dell’Istituto di Tecnologia delle Costruzioni del Cnr «hanno superato, oggi, la durata di vita per la quale sono stati progettati e costruiti».

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La mappa dei ponti a rischio in Italia (La Stampa, 15 agosto 2018)

Ci sono però alcuni osservati speciali che meritano più attenzione. Il Ministero ha chiesto ai Comuni e agli enti locali di far pervenire – entro il 1 settembre – le proprie osservazioni sulle situazioni di emergenza. Uno di questi è ad esempio il viadotto della Magliana a Roma, un ponte costruito nel 1950 che avendo quasi settant’anni ha sicuramente bisogno di qualche intervento di manutenzione; gli ultimi sono stati effettuati tra il 2016 e il 2017. Il ponte della Magliana è oggetto già da tempo di allarmi con tanto di fascicoli aperti in procura ma al di là del distacco di alcuni frammenti di intonaco uno studio commissionato al professore Franco Braga de La Sapienza ha confermato «l’assenza di pericolo imminente». Sempre a Roma nei giorni scorsi è stato chiuso al traffico il ponte della Scafa, sul quale  sono state rilevate “criticità sui processi di corrosione dei ferri di armatura e di degrado del calcestruzzo”.

I ponti sotto controllo nelle città italiane

A destare preoccupazione non sono solo i viadotti autostradali ma anche i ponti cittadini. A Firenze il Ponte Vespucci è considerato “a rischio collasso”. A lanciare l’allarme sono stati alcuni docenti dell’Università che a maggio hanno inviato una relazione al Comune. I problemi del ponte sono noti però da tempo; nel 2015 era stata rilevata una profonda erosione (di circa 4 metri) della pila sinistra del ponte. Nonostante ciò il ponte Vespucci ha continuato a rimanere aperto al traffico. Il Comune ha annunciato solo nei giorni scorsi l’avvio delle opere necessarie alla messa in sicurezza della struttura. I lavori dovrebbero iniziare a settembre.

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Il ponte Vespucci a Firenze Fonte: Google Maps

È stato invece chiuso un anno fa il cavalcavia pericolante della statale 655 Bradanica sulla Foggia-Candela nel tratto tra le due uscite Ascoli Sud e Nord. A deciderlo è stato il sindaco di Ascoli Satriano Vincenzo Sarcone. La struttura è fortemente deformata e inclinata ma al momento l’Anas, che ha la competenza per gli interventi di manutenzione, si è limitata a mettere in sicurezza due lastroni di cemento che incombevano sulla strada sottostante.

Quei ponti dove si circola solo a metà (per evitare di sovraccaricare le strutture)

Ci sono poi viadotti che fanno paura. Ad esempio il cosiddetto “ponte del Diavolo” ovvero il Viadotto Scescio sulla SS658 “Potenza-Melfi”, in Basilicata. Il ponte attraversa la vallata ad un’altezza di 115 metri. Il problema qui sono i piloni consumati con il cemento eroso e le armature di ferro scoperte ed esposte agli agenti atmosferici. A marzo l’Anas ha pubblicato una gara dell’importo di due milioni di euro per lavori di manutenzione straordinaria per la sostituzione delle barriere di sicurezza e per il consolidamento di alcune pile del viadotto. Nell’attesa dell’inizio dei lavori (2019) si è deciso di limitare il traffico ai mezzi pesanti. Dopo il crollo del viadotto sulla Milano-Lecco in Lombardia è stato chiuso – a titolo precauzionale – anche il cavalcavia Isella a Civate Anas aveva annunciato. Il viadotto è chiuso da due anni e il 18 luglio che a breve sarebbero iniziati i lavori.

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Il viadotto Scescio sulla SS658 “Potenza-Melfi” [Fonte: Google Maps]
Anche il viadotto Cannavino in corrispondenza del km 43,000 della strada statale 107 “Silana Crotonese” a Celico (CS) è stato chiuso al traffico per accertamenti, ma solo il 21 agosto 2018. Il ponte ora è stato nuovamente riaperto al traffico in senso unico alternato come già si faceva a partire da giugno. Il viadotto però appare pericolosamente inclinato al centro in corrispondenza di un giunto tra due tronconi della struttura. Il viadotto è anche stato oggetto di lavori di manutenzione ma sulla sede stradale si sono già aperte voragini che mettono a rischio la sicurezza degli automobilisti.

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Il viadotto Cannavino via Facebook.com

Anche il viadotto “La Manna” sulla strada statale 90 direttissima “Delle Puglie” ad Ariano Irpino (Avellino) era stato chiuso al traffico in via precauzionale a metà luglio. Dopo il primo sopralluogo però l’ANAS ha verificato “l’assenza di problemi statici per l’impalcato orizzontale dell’opera, pur presentando segni di deterioramento dei pulvini di sostegno dell’impalcato stesso”. Il ponte è stato riaperto al traffico ma solo con il senso unico alternato per evitare di sovraccaricare la struttura.

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