I ponti a rischio in Italia e a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-20

Le opere a rischio infrastrutturale dopo il crollo di quello di Morandi: tra questi c’è il l Viadotto della Magliana, costruito nel 1950 e che ha bisogno di manutenzione come tutte le grandi opere di quel periodo

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Il Messaggero oggi riepiloga quali sono i ponti a rischio infrastrutturale dopo il crollo di quello di Morandi, e pone la sua attenzione in particolare a Roma, ovvero sul Viadotto della Magliana, costruito nel 1950 e che ha bisogno di manutenzione come tutte le grandi opere di quel periodo:

Roberto Morassut, per anni assessore all’Urbanistica nel Comune di Roma, indica il caso della tangenziale di San Lorenzo, datata 1971, che non ha neppure le corsie di emergenza. Nel decennio scorso fu prevista la demolizione e preparato un progetto alternativo, una sorta di tubo sotterraneo in collaborazione con ferrovie, che sarebbe arrivato fino ad Arco di Travertino.

«E’ una storia che mi ricorda quella della Gronda di Genova – dice Morassut, parlamentare Pd – contro questa idea si mobilitarono comitati di quartiere e non se ne fece nulla». E se vi sono grandi opere come l’E45, con i suoi giganteschi viadotti tra Umbria e Romagna, che sono costantemente oggetto di lavori, altre in perenne crisi come le autostrade siciliane, nel resto di Italia l’elenco delle opere da sorvegliare è lunghissimo. Alcuni esempi: in Valtellina c’è l’azione di monitoraggio dei viadotti esistenti e l’amministrazione provinciale di Sondrio ha deciso lo stanziamento di 500 mila euro per il consolidamento del ponte di Stazzona del 1912. In Abruzzo sono sorvegliate le due autostrade dirette a Roma, l’A24 e l’A25.

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La mappa dei ponti a rischio (Il Giornale, 18 agosto 2018)

Non solo: è già stato chiuso il Ponte Nuovo sul Sangro, che collega Lanciano con l’Area industriale dove si produce i Ducato della Fca, mentre nel centro di Sulmona è vietata la sosta su un altro ponte progettato da Morandi:

A Rieti c’è molta attenzione su un ponte in calcestruzzo di via Loreto Mattei, realizzato negli anni Sessanta, i cui ultimi lavori di manutenzione risalgono a diciassette anni fa. In Umbria hanno calcolato che per le scuole andrebbero spesi almeno 125 milioni di euro; a Terni, in particolare, si auspica la manutenzione e il completamento della Orte-Civitavecchia, mentre sono considerati a rischio diversi viadotti, in particolare a Toano. Tornando nel Lazio, a Sabaudia, in provincia di Latina, Ponte Giovanni XXIII, progettato da Morandi, necessita interventi urgenti.

Ma ponti sotto osservazione ce ne sono anche a Formia, a Terracina Circeo fino ad arrivare al viadotto della Frosinone Mare, da poco riaperto solo alle auto. Nel Viterbese un monitoraggio eseguito all’inizio del decennio dalla Provincia ha annotato deterioramenti nel ponte dell’Abbadia (Acquapendente) e in quello di Lubriano. Piccole opere, certo, ma che raccontano quanto sia vasto il patrimonio su cui si dovrebbe intervenire, fino ad arrivare, ad esempio, al ponte di Benevento, anch’esso progettato da Morandi, chiuso dal sindaco Clemente Mastella.

Leggi sull’argomento: Il Viadotto della Magliana e i ponti a rischio a Roma

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