I grandi successi dell’Ordine dei Biologi: finire su Nature per il finanziamento ai free-vax

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-12-14

L’Ordine dei Biologi ha deciso di donare 10mila euro a Corvelva, nota associazione free-vax, affinché conduca uno studio indipendente sui vaccini. Ecco come Nature ha raccontato il nuovo capitolo del controverso rapporto tra italiani e scienza

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Italian scientists protest funding for vaccine-safety investigation, non fanno certo una bella figura gli italiani di nuovo protagonisti di un articolo di Nature. In passato Nature aveva criticato le credenze anti-scienza di coloro che credevano al complotto degli untori della Xylella e di quelli che si opponevano alla sperimentazione animale.  Questa volta tocca al finanziamento di diecimila euro che l’Ordine dei Biologi presieduto dal Senatore Vincenzo D’Anna ha deciso di devolvere a Corvelva, nota associazione free-vax veneta da anni impegnata nella lotta contro i vaccini e le vaccinazioni obbligatorie a colpi di messaggi terroristici.

Lo strano rapporto tra l’Ordine dei Biologi e la scienza

Non è nemmeno la prima volta che l’Ordine dei Biologi finisce sulle pagine di una rivista scientifica. Il British Medical Journal dedicò un articolo al fantastico convegno «Nuove frontiere della biologia» organizzato da D’Anna per festeggiare i 50 anni dell’Ordine. Nature racconta di come i soldi donati dall’ODB saranno utilizzati per indagini sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Corvleva ritiene che gli studi che ha commissionato in passato, ma che non sono mai stati pubblicati su riviste scientifiche peer reviewed, avrebbero dimostrato la presenza di impurità all’interno dei preparati vaccinali.

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Da parte sua D’Anna in una intervista via mail ha sostenuto che c’è bisogno per ricerche sui vaccini che siano davvero indipendenti perché nella sua opinione i lavori condotti dai laboratori delle università sono generalmente influenzati o finanziati dalle case farmaceutiche che producono i vaccini. Corvelva ha raccolto oltre 50mila euro per le sue ricerche sui vaccini e sui contaminanti, fa sapere Mattia Marchi, e i test verranno svolti da laboratori specializzati di cui però non è stata resa nota l’identità.

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Nell’intervista D’Anna parla di una ricerca già pubblicata su una rivista scientifica, non è così

Per la cronaca uno degli studi di Corvelva, pubblicato sulla piattaforma F1000Research (dove poi è possibile invitare esperti a partecipare al processo di peer-review) è stato bocciato dall’unico revisore che ha studiato il documento.

Perché continuare a foraggiare chi alimenta teorie complottiste?

Dall’altra parte della barricata ci sono gli scienziati che hanno criticato le scelte di D’Anna e dell’Ordine di finanziare un’associazione che sostiene che i vaccini causino la SIDS il cui presidente l’anno scorso alla radio sosteneva che l’aumento del 40% degli alunni disabili è dovuto alle vaccinazioni e che dopo l’approvazione del decreto Lorenzin molte madri avevano scelto di abortire pur di non dover essere costrette a vaccinare il nascituro. Altre grandi operazioni di Corvelva sono quelle dei manifesti con bambini “morti” o “danneggiati” dai vaccini.

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Secondo Giorgio Palù, presidente della società italiana di virologia, della società europea di virologia e docente dell’Università di Padova ci sono solide evidenze scientifiche che i vaccini funzionino e siano sicuri. Questa posizione non è sostenuta solo da Palù e da pochi altri scienziati ma è la posizione della quasi totalità della comunità scientifica. Non in base a qualche misterioso interesse economico ma perché così dicono le ricerche scientifiche, quelle realizzate e condotte sia dalle case farmaceutiche sia dagli enti di sorveglianza.

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Corvelva sostiene che non è vero che le cose stanno come le racconta Nature, ovvero che da una parte ci sono gli scienziati e dall’altra le associazioni free-vax. Secondo Corvelva da una parte ci sono “professionisti che dicono sostanzialmente di fidarci delle industrie, private, farmaceutiche” e dall’altra i genitori che hanno deciso di non fidarsi e approfondire. Ma dal momento che Corvelva non dice a quali laboratori si rivolge e visto l’astio nei confronti dei professoroni che lavorano nelle università è lecito supporre che l’associazione, privata, di genitori si rivolga a laboratori privati e non pubblici. Con quale garanzia di indipendenza e trasparenza rispetto ai test svolti dalla malefica Big Pharma? Curiosamente anche Corvelva chiede di “fidarsi” dei propri test, condotti chissà dove e chissà da chi, sui quali difficilmente un genitore preoccupato potrà dire se sono stati eseguiti correttamente o meno.

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Quello che dice il rapporto SIGNUM però è “leggermente” diverso

Siamo punto a capo, con l’unica differenza che ora sono i free-vax, con l’aiuto di un ordine professionale come quello dei biologi, a voler fare “scienza” per dimostrare alla fin fine una sola cosa: che i vaccini fanno male, sono tossici e che magari sono la causa dell’aumento del numero di “disabili” (ma Donolato questo lo sa già, avendolo detto prima che siano stati commissionati gli studi). Ma la scienza non funziona così ed è sconcertante che l’Ordine dei biologi alimenti questo atteggiamento. Come fa notare su Twitter il professor Roberto Burioni però in Italia sono in pochi ad occuparsi dei rapporti tra Corvelva e ODB. Molti preferiscono concentrarsi sulle modalità con cui fare divulgazione scientifica criticando gli atteggiamenti da “blastatore”, un metadiscorso che è doveroso ma che però toglie risorse preziose che potrebbero essere impiegate meglio nel contrasto della diffusione di pensieri antiscientifici. E vista la diffusione capillare di certi sentimenti medioevali non si può dare certo tutta la colpa all’Accademia o a Burioni. Dov’erano i giornalisti quando il movimento anti-vax muoveva i primi passi? Risposta: alcuni di loro hanno fatto da cassa di risonanza.

Leggi sull’argomento: La postepay di cittadinanza

 

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