Burioni odiatore a sua insaputa

di Massimo Famularo

Pubblicato il 2018-11-20

Tra i molti cortocircuiti pseudologici che l’età dei social e delle post verità ci regala, quello avvenuto di recente ai danni del prof Roberto Burioni  ci offre una serie di spunti interessanti. La storia comincia quando un Corallo qualsiasi, di quelli di cui ignoreresti l’esistenza, se non avesse fatto casino all’assemblea di un partito in via …

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Tra i molti cortocircuiti pseudologici che l’età dei social e delle post verità ci regala, quello avvenuto di recente ai danni del prof Roberto Burioni  ci offre una serie di spunti interessanti. La storia comincia quando un Corallo qualsiasi, di quelli di cui ignoreresti l’esistenza, se non avesse fatto casino all’assemblea di un partito in via di estinzione, tira in ballo uno scienziato che dedica una parte importante delle proprie energie a combattere le pericolose follie novax, e lo paragona a certi suoi compagni di partito (che peraltro non nomina, neanche fossero “tu sai chi” di Harry Potter) che si distinguono per arroganza e dileggio degli elettori che non la pensano come loro.

Considerazione 1: C’è gente in giro che si sottrae agli obblighi vaccinali, mettendo in pericolo di vita le persone che potrebbero essere danneggiate da questo tipo di comportamenti, inoltre contesta la utilità dei vaccini senza addure alcun argomento serio o credibile, ma riceve ugualmente attenzione da parte di quelle capre che in questo paese ci ostiniamo a chiamare giornalisti. Un medico, non fosse altro che per il dovere morale che impone alle persone degne di questo nome di opporsi a un tale scempio, si permette di rimarcare la falsità delle informazioni, l’assenza di argomenti in chi contesta i vaccini e lo fa con linguaggio appropriato ai canali social che utilizza e in tono proporzionato a quello utilizzato dai criminali novax. Nella rappresentazione distorta della realtà, che emerge dal rumore informativo prodotto da questi criminali social, l’arrogante è il medico che vuol salvare le vite e la questione di cui discutere sono i toni che usa il medico, non i morti che potenzialmente causa chi alimenta la disinformazione.

Considerazione 2: Visto che nel fantastico mondo dei coralli qualsiasi non esistono fatti, ma solo interpretazioni, per censurare l’arroganza dei suoi compagni, appare opportuno tirare in ballo il medico (che magari attira un po’ di attenzione) additandolo come esempio di comunicazione sbagliata e controproducente. Peccato che, mentre in politica non dare dell’idiota ai propri elettori può essere misura di buonsenso, dialogare con mentecatti e troll novax da pari a pari, per uno scienziato, vorrebbe dire legittimarne le posizioni e rendersi complici dei loro comportamenti criminali e della disinformazione socialmente dannosa che promuovono. Ma evidentemente chi è concentrato sulla missione di salvare un partito non può soffermarsi sui dettagli di chi muore a causa della follia novax. Fino a questo punto avremmo sì e no una gaffe. Un errore di stile che non viene riconosciuto per orgoglio e, tutto sommato, uno di cui ignoravamo l’esistenza che ha avuto alcuni momenti di visibilità. Ma ecco che dalla penna di Antonello Caporale  e Davide Maria De Luca  vediamo che la narrazione evolve e Burioni nel primo caso diventa un odiatore e nel secondo un divulgatore che utilizza metodi comunicativi quanto meno discutibili e dall’efficacia dubbia. In entrambe le narrazioni leggiamo di reazioni indignate del medico e di legioni di suoi seguaci aizzati al linciaggio di chi aveva osato criticare il nuovo ipse dixit

Io non sono giornalista e magari certe cose non le capisco. Però a me le risposte di Burioni appaiono ironiche e mi pare che l’indignazione di tanti altri lettori sia suscitata dalla confusione tra beghe di un orticello di partito e la vera propria battaglia culturale fatta da un medico contro falsità pericolose che possono danneggiare la salute, ma questa è una mia opinione.

 

Da leggere: Perché, al di là dell’attacco a Burioni, Dario Corallo ha detto cose allucinanti

 

Considerazione 3: A leggere i difensori di questo corallo ben specifico (mica uno qualsiasi) sembrerebbe che il giovane politico avesse un messaggio ben preciso, sulla sinistra che non deve abbandonare il 99% dei suoi elettori per inseguire l’1% e che il messaggio fosse la cosa importante. Che per veicolarlo si sia confusa l’autorevolezza della scienza con l’arroganza dei politici di fazione avversa son dettagli di poco conto. Che questo atteggiamento spiani la strada a una visione del mondo dove non contano gli argomenti e le evidenze empiriche (poiché sono questi che distinguono i dibattiti politici dalle discussioni scientifiche), ma tutte le opinioni, anche quelle prive di qualsiasi fondamento, sono egualmente rispettabili è finanche un esito desiderabile nella terra dove 1 vale 1. Aspetto con sincera curiosità la reazione di questi teorici quando qualcuno dei loro cari verrà danneggiato dal comportamento irresponsabile di chi aveva un’opinione diversa da quei tecnocrati arroganti che hanno stabilito i limiti di velocità alla guida e le principali normative di sicurezza. C’è in fondo un ultimo aspetto che mi lascia alquanto perplesso e riguarda i critici dei “modi” del prof Burioni.

trentino influenza vaccinati burioni - 7

Considerazione 4: Ma esattamente, davanti alla follia di queste persone che danneggiano la comunità, invitano gli altri a fare altrettanto e diffondono informazioni false e pericolose (tipo la bufala dei vaccini che causano autismo) uno che non sia un medico o un luminare, ma che disgraziatamente sia dotato di coscienza cosa dovrebbe fare? Dialogare gentilmente con quelli che si curano i tumori bevendo l’urina? Rendersi complici di quel rovesciamento parodico della cultura umana in base al quale chi non ha argomenti ne competenze pretende di essere preso sul serio da chi invece possiede gli uni e gli altri? Esattamente, quel principio di buonsenso che ci induce a non farci operare al cervello dall’idraulico o a non far costruire i ponti stradali agli avvocati quand’è che ce lo siamo bevuto? Sarà mica il caso di tollerare una certa forma nella comunicazione, anzi di renderla opportuna quando c’è in ballo la salute delle persone?

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