La vera storia delle reazioni avverse ai vaccini obbligatori nel 2017

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-10

Dal rapporto dell’AIFA emerge come circa l’80% delle segnalazioni insorte nel 2017 siano state classificate come “non gravi”. Un dato in linea con gli anni precedenti quando non c’era l’obbligo di vaccinazione per dieci vaccini. Eppure secondo i free-vax i casi avrebbero dovuto aumentare proprio “per colpa” della legge Lorenzin

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È stato pubblicato ieri sul sito dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, il rapporto vaccini 2017 che raccoglie tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse inserite nel corso del 2017 nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF). Il rapporto era molto atteso perché è il primo pubblicato dopo l’entrata in vigore della legge 119/2017 che ha ampliato il numero delle vaccinazioni obbligatorie per i minori di sedici anni.

Il numero delle segnalazioni è in linea con gli anni in cui non c’era l’obbligo vaccinale

In quest ultimo anno free vax e no vax hanno infatti ripetuto in continuazione come la legge fosse un favore alle case farmaceutiche che così avrebbero potuto utilizzare i bambini italiani come cave per la sperimentazione sui vaccini. Vaccini che, essendo già in commercio prima dell’approvazione della legge Lorenzin, erano già stati regolarmente sottoposti a tutti i controlli e sperimentazioni del caso. Secondo la visione apocalittica di certi novax l’avvento dell’obbligatorietà avrebbe dovuto portare ad un aumento vertiginoso delle reazioni avverse, in particolare avremmo dovuto assistere ad un picco di casi di autismo o di SIDS; questo anche se né l’uno né l’altra hanno una qualche correlazione con le vaccinazioni.

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Prima di procedere all’esame dei dati è doveroso fare alcune precisazioni e chiarire la terminologia utilizzata. Quando si parla di eventi avversi post immunizzazione si sta parlando di un «qualsiasi evento di natura medica che occorre dopo una vaccinazione e che non necessariamente presenta una relazione causale con la somministrazione del vaccino». Le segnalazioni di sospetta reazione avversa invece rappresentano dei sospetti e non la certezza di una reazione causale tra la somministrazione del vaccino e l’evento avverso che si manifesta successivamente. La coincidenza temporale non necessariamente evidenzia un rapporto di causa effetto. Tanto più se si considera che chiunque (medici, infermieri, farmacisti, pazienti, genitori e personale non medico) può inoltrare la segnalazione. L’AIFA infatti precisa che «dalle analisi delle segnalazioni spontanee non è possibile calcolare l’incidenza delle reazioni».

Cento reazioni avverse ogni milione di abitanti

Apprendiamo così che le segnalazioni inserite nel 2017 (ma che riguardano anche casi insorti negli anni precedenti) sono state 6.696 (16% del totale delle segnalazioni a farmaci e vaccini), di cui 4.821 (72%) si riferiscono a casi del 2017 (inseriti e insorti nel 2017). Il tasso di segnalazione per i vaccini è passato da 7,9 segnalazioni per 100.000 abitanti nel 2016 a 11,1 nel 2017. Il tasso di segnalazione per i vaccini dell’obbligo è stato di 34,3 segnalazioni per 100.000 abitanti. I tassi di segnalazione più elevati sono stati registrati  in Friuli Venezia Giulia (54,5 per 100.000) e nella P.A. di Bolzano (41,2 per 100.000) mentre il Veneto è la Regione con il maggior numero assoluto di segnalazioni (1.952, tasso di segnalazione 39,8%). Il tasso di segnalazione totale ovvero quello che riguarda tutti i farmaci compresi i vaccini è di 823 segnalazioni per milione di abitante. Emerge quindi che il tasso di segnalazione per i vaccini è più basso di quello degli altri farmaci. L’AIFA spiega che il sensibile aumento del tasso di segnalazione è dovuto sia ad una maggiore efficienza del sistema di farmacovigilanza che ad una maggiore sensibilizzazione degli operatori e degli stessi cittadini sul tema della sicurezza dei vaccini. Non bisogna del resto dimenticare il grande clamore mediatico suscitato rispetto alle vaccinazioni obbligatorie che potrebbe aver spinto più genitori a inoltrare le segnalazioni.

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Circa l’80% delle segnalazioni insorte nel 2017 sono state classificate come “non gravi” (75% per i soli vaccini dell’obbligo), un dato che è in linea con gli anni precedenti e che quindi evidenzia come la legge Lorenzin non abbia portato ad un aumento esponenziale dei casi (mentre invece ha contribuito ad innalzare la copertura vaccinale). La maggior parte delle reazioni avverse riguarda sintomi lievi (come ad esempio febbre e reazioni cutanee sul sito dell’iniezione). Tra le 6.696 segnalazioni inserite durante il 2017, 4.821 segnalazioni (72%) si riferivano a casi insorti e inseriti nel 2017, 1.718 (26%) si riferivano a casi con insorgenza relativa ad anni precedenti, 157 (2%) con data di insorgenza non specificata o assente.

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Relativamente alle segnalazioni gravi inserite e insorte esclusivamente nel 2017 per i vaccini per l’adempimento dell’obbligo  i casi sono stati 410. Nel 75,9% dei casi il paziente è andato incontro ad una risoluzione completa. Sempre nel corso del 2017 sono state inserite in totale 10 segnalazioni di sospetta reazione avversa con esito fatale. Di queste 3 casi sono riferiti a eventi verificatisi in anni precedenti (rispettivamente, 2001, 2015 e 2016) e 1 caso riferito a un evento verificatosi in data non nota. Per otto casi su dieci è stato escluso il nesso causale con la vaccinazione (non si tratta solo di bambini, sei decesso riguardano persone di età superiore ai 65 anni vaccinate contro l’influenza). L’unico caso di un paziente in eta pediatrica vaccinato nel 2017 e deceduto riguarda un bambino di 11 mesi morto per encefalite. Il medico legale, anche alla luce della letteratura scientifica, non è però riuscito a stabilire se la malattia è stata provocata dalla vaccinazione e quindi il caso risulta “indeterminato”. Nel complesso emerge come rispetto agli anni precedenti l’introduzione dell’obbligatorietà e il conseguente aumento della copertura vaccinale non abbia comportato un aumento proporzionale delle reazioni avverse e delle reazioni avverse gravi.

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