Ma se Salvini non ha paura delle Sardine perché dice che gli impediscono di fare campagna elettorale?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-22

Da quando sono nate le sardine di Bologna Salvini non ha mai smesso per un minuto di fare quello per cui lo paghiamo: campagna elettorale per la Lega. Eppure al tempo stesso tenta di far credere che i fascisti sono le sardine che gli impediscono di fare campagna elettorale (e magari passare qualche ora in Senato, il cuore della nostra democrazia)

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Ogni volta che gli chiedono cosa ne pensa delle Sardine Matteo Salvini dice che lui non può che essere contento se ci sono persone che scendono in piazza pacificamente per manifestare. Eppure sui social della Lega quello che emerge è un altro tipo di sentimento. Ad esempio si continua a mettere alla gogna le organizzatrici (chissà perché sempre donne) di alcuni raduni andando a pescare i commenti pubblicati su Facebook (ma fino ad ora su migliaia di persone ne hanno beccate solo due). Oppure si prova a far passare l’idea che la manifestazione di Bologna sia stata in qualche modo voluta da Prodi.

I tentativi di Salvini di cucinarsi le sardine

Ma i tentativi di screditare quella che tutto sommato è una forma abbastanza sterile di protesta contro Salvini e che per stessa ammissione dei promotori non vuole essere politicizzata non finiscono qui. Ad esempio diversi esponenti della Lega hanno tentato di far credere che “l’inventore” delle sardine bolognese avesse detto che Bibbiano è solo uno slogan, quando in realtà aveva detto che il problema è di chi usa Bibbiano come uno slogan. Senza dimenticare la trovata di memare coi gattini.

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In fondo cosa fanno le “sardine”? Politicamente nulla. Non hanno una piattaforma programmatica, non hanno candidati e il cosiddetto “manifesto” del movimento non è certo una dichiarazione d’intenti, semmai solo di esistenza in vita di un popolo che si credeva estinto. Pensare che le sardine possano essere un avversario temibile per Salvini è molto generoso. In fondo non è la prima volta che movimenti del genere nascono come reazione nei confronti di  una certa parte politica. Salvini dalla sua ha già avuto a che fare con gli striscioni (che faceva rimuovere dalla Digos). Berlusconi prima di lui si era trovato a dover avere a che fare con girotondi e popoli viola. Non hanno spostato un voto.

Il senso della Lega per la democrazia

Insomma, politicamente Salvini non ha nulla da temere dalle sardine. Non sono un partito, non vogliono avere a che fare con i partiti, cantano “Bella Ciao” e basta. L’unica cosa che fanno è scendere in piazza. E fino ad ora la Lega è sembrata essere l’unico partito in grado di farlo. Ma solo perché gli altri hanno rinunciato. Ed in fondo c’è anche un’altra somiglianza tra Salvini e Sardine. Il primo ripete sempre lo stesso comizio, di fatto senza dire mai nulla di nuovo. I secondi invece non dicono nulla, sono “mute”. Ma il più grande problema delle sardine (quello di non essere né carne né pesce) è anche il loro vantaggio, perché sfuggono ai tentativi di essere incasellati nella rete delle definizioni leghiste. Quelle fatte di luoghi comuni come: radical chic, risorse, professoroni, centri sociali, zecche e quant’altro.

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Eppure dalle pagine de La Verità oggi Salvini dà anche lezioni di democrazia, spiegando che «nelle democrazie in genere non si va in piazza contro l’opposizione». Fa di per sé già abbastanza sorridere che Salvini ora venga intervistato in quanto esperto di democrazia. Lui è quello che mentre era al governo faceva opposizione al suo stesso esecutivo (incredibilmente nessuno gli diceva che nelle democrazie non si fa, perché è una cosa che si può fare) e che quando se ne è uscito ha strillato che il Parlamento stava attentando alla democrazia votando la fiducia ad un altro esecutivo “non eletto dal popolo”. Una volta appurato però che si può scendere in piazza contro l’opposizione (soprattutto quando quest’ultima racconta di essere maggioranza nel Paese) rimane da capire cosa preoccupi tanto a Salvini&Morisi delle Sardine.

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Oggi la pagina Facebook della Lega ha condiviso un meme della pagina “Scure Sovranista” (che ultimamente sta dedicando delle raffinatissime vignette alle sardine) dove si legge che le sardine scenderebbero in piazza per «impedire a chi non la pensa come loro di manifestare». Le sardine sarebbero insomma l’essenza del fascismo e della mancanza di rispetto per la democrazia. Se non fosse per alcuni dettagli. A Bologna le “sardine” non hanno impedito a Salvini di manifestare: la Lega era al Paladozza e le Sardine sul Crescentone. A Modena le sardine non hanno impedito di fare quello che voleva, loro erano in Piazza Grande e il leader della lega in un ristorante. “Perché pioveva” avrebbe spiegato poi, quindi non per colpa delle sardine. A dire il vero se c’è qualcuno che vorrebbe impedire a chi la pensa diversamente di manifestare “contro” qualcuno (che è cosa ben diversa da negare spazi agli altri) è la Lega. Qualche giorno fa infatti il senatore Simone Pillon ha dichiarato:  «Quando governeremo in Emila Romagna ognuno sarà libero di fare i convegni che vorrà senza che nessuno manifesti contro». Esattamente quella forma di “fascismo” che denuncia la Lega sulla sua pagina ufficiale.

Leggi anche: Il comizio di Salvini a Unomattina (a spese nostre)

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