Il comizio di Salvini a Unomattina (a spese nostre)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-22

Oggi Salvini ha ritrovato il coraggio di tornare ad UnoMattina, a sottoporsi al fuoco di fila delle domande scomode di Roberto Poletti, ex direttore di RadioPadania e autore di un libro su Salvini. Non ci credete, ma è stata davvero un’intervista di quelle difficili, soprattutto quando hanno parlato del MES

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Questa mattina Matteo Salvini è tornato ad UnoMattina, il programma di Rai 1 condotto da Roberto Poletti, già direttore di RadioPadania nonché biografo proprio di Salvini. Poletti infatti è l’autore del libro “Salvini & Salvini. Il Matteo-pensiero dall’A alla Z”, e chissà se alla lettera M c’è MOSE o MES.

La non-intervista di Salvini a UnoMattina

Oggi Salvini ha preferito parlare del MES, visto che sono giorni che la Lega alimenta un’inutile e assurda polemica sulle modifiche al Meccanismo Europeo di Stabilità (il cosiddetto Fondo salva stati) che non solo non sono ancora stato approvata ma che addirittura sono state discusse quando Salvini era al governo. Salvini arriva in studio ed esordisce con una delle battute che lo hanno reso famoso nel mondo della comicità: «buon venerdì di pioggia, piove governo ladro». Si vede che si sente a suo agio, memore non tanto del fatto che il conduttore che aveva davanti lavorasse per la radio del suo partito quanto della lezione di giornalismo impartitagli da Poletti qualche mese fa,  in occasione della morte del carabiniere Mario Cerciello-Rega.

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Ma no c’è tempo per i convenevoli. Poletti attacca subito con la domanda delle cento pistole, «parliamo subito dalla riforma del Fondo salva stati. Innanzitutto cos’è e perché la Lega si oppone e parla di rischi per gli italiani». Secondo il leader della Lega il Mes è «un trattato europeo che rischia di far saltare i risparmi degli italiani in banca, non voglio fare terrorismo, sarebbe un trattato folle, un organismo privato a Bruxelles decide di quanto tagliare i fondi delle banche per salvare le banche tedesche».

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E ancora: «non vorrei che Conte, o chi per lui, avesse preso un impegno per salvare la poltrona “do i risparmi degli italiani per salvare le banche tedesche in cambio della mia poltrona”. Se così fosse sarebbe alto tradimento, che viene punito con il carcere».  Oggi però Poletti vuole mettere alle strette il capo del Carroccio: «Il premier Conte però ha detto però che lei ha partecipato ai tavoli in cui si discuteva del fondo salva stati, che cosa vi dicevate in quelle riunioni e qual era la posizione della Lega?». Il conduttore evita accuratamente di far notare che Salvini ha detto nei giorni scorsi di non saperne nulla, quasi la trattativa sia stata condotta a sua insaputa, che è il vero punto cruciale delle polemiche di questi giorni.

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Matteo Salvini, come sempre quando sa che non può rispondere alla domanda, cambia argomento. E diventa lui a condurre la trasmissione quando dice «posso fare una domanda ad UnoMattina? Organizzate un confronto in diretta con Giuseppe Conte? Se lui viene qui o fa la figura del bugiardo o fa la figura dello smemorato». La domanda di Poletti si trasforma in un assist, ora non è più Salvini che scappa dalle domande scomode ma è Conte che sta già scappando da un confronto diretto con il suo ex vicepremier. Incredibilmente però il conduttore di UnoMattina non ripete la domanda, né fa notare all’ex ministro dell’Interno che ha avuto mesi e mesi per confrontarsi con Conte (e con Tria, il ministro voluto dalla Lega) si accontenta della non risposta di Salvini al quale poi è stato concesso di raccontare le solite balle sulle assunzioni favorite da Quota 100. C’è pure la domanda sulle Sardine, che il senatore leghista utilizza per sciorinare le date del suo tour italiano. Ma Poletti Salvini lo vuole proprio mettere alle strette «Prima la Lega Nord, ora la Lega. È in corso una trasformazione?». Il leader della Lega tentenna ma ne esce bene. Per fortuna che dopo tante domande difficili a Salvini (pure quelle sulle crisi aziendali che il governo di cui faceva parte non ha affrontato) viene concesso di parlare del presepe e del Natale. Un’altra grande vittoria per il servizio pubblico!

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