La promozione di Laura Castelli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-22

Chi l’ha detto che il governo Conte non è il governo del Cambiamento? Pensate, dopo nove mesi finalmente anche l’onorevole Castelli è riuscita ad ottenere le deleghe e a diventare pure Viceministro dell’Economia. Quando si lavora sodo per il Paese si raccolgono sempre grandi risultati

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Il sito del MEF deve ancora essere aggiornato, e Laura Castelli figura ancora tra i sottosegretari, ma non ancora per molto. Manca solo l’approvazione da parte del Presidente della Repubblica, un passaggio formale dopo la decisione dell’ultimo Consiglio dei Ministri che ha approvato la delega di funzioni conferita dal Ministro dell’economia e delle finanze, Giovanni Tria, ai Sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia, deliberando contestualmente la proposta della loro nomina alla carica di Viceministro, che verrà quindi sottoposta al Presidente della Repubblica.

Laura Castelli Viceministro dell’Economia

Finalmente quindi non solo Laura Castelli ha ottenuto le tanto agognate deleghe (come anticipato qualche giorno fa) ma potrà partecipare alle riunioni del Consiglio dei Ministri. Un bel balzo in avanti per quella che fino ad oggi è una tra le figure che maggiormente hanno causato imbarazzo al governo, a pari merito con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Nella delega conferita alla Viceministro del M5S ci dovrebbero essere la delega alla finanza locale, ai rapporti con la conferenza Stato-Città e ai temi di competenza in ambito Cipe.

laura castelli promozione viceministro - 3

Si conclude così la telenovela iniziata con la formazione del Governo. Un bel lieto fine per la Castelli, che è nota più per essere una collezionista di gaffe che per il suo ruolo istituzionale. Poco più di un anno fa, durante la scorsa legislatura, aveva lasciato di sasso i partecipanti al convegno dell’Ordine dei commercialisti confessando di aver esercitato abusivamente la professione di commercialista pur non essendo iscritta all’Albo (come prevede la legge). Da lì è stato un crescendo fino al «Questo lo dice lei» a Pier Carlo Padoan in un’epica puntata di Porta a Porta dove l’allora sottosegretaria al Tesoro difese con una marea di supercazzole il 2,4% di deficit PIL della Manovra del Popolo (che poi sarebbe sceso al 2,04%).

Il meglio del meglio di Laura Castelli

Poi c’è stata l’ecotassa, con una Castelli vicina alle istanze del Popolo che ha dato consigli di economia domestica ai cittadini che non possono permettersi un’utilitaria perché troppo costosa: «Potrebbero scegliere di comprare un’utilitaria che magari è una Panda 1000». Peccato però che la motorizzazione Twin Air 0,9 a Metano costi di più di quella 1.2 a benzina. Ma è a Otto e Mezzo che la Viceministro dà il meglio di sé. Nel 2017 ad una precisa domanda di Lilli Gruber – «Ma insomma…lei non mi ha risposto: voterebbe Si o No al referendum che propone?!» -sul referendum per l’uscita dall’euro (quando ancora il M5S era per l’uscita) in un afflato di trasparenza e onestà l’onorevole pentastellata rispose così: «Non lo so».

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Tornata a La 7 da sottosegretario per parlare delle tessere per il reddito di Cittadinanza la Castelli rivelò con il suo solito fare misterioso che erano in stampa ma di non poterci dire né dove né come né chi le stesse stampando (solo a febbraio avremmo potuto vedere  – sotto una teca di vetro – il primo esemplare delle card). Lei del resto ha sempre considerato il RdC non solo un successo di Di Maio ma anche suo, visto che tanto ha fatto per spiegarlo – confondendo un po’ tutti ad ogni uscita – nei talk show.

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