Laura Castelli e il reddito di cittadinanza sul bancomat: cosa può andare storto?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-31

La sempre sfavillante viceministra dell’Economia ieri sera a Di Martedì ha dato prova della sua preparazione e dei suoi studi in Economia spiegando che siccome tutti hanno il conto corrente il RdC verrà accreditato tramite il sistema bancomat (ovvero quel sistema che consente di prelevare denaro contante). La Castelli è convinta che così si potranno evitare le “spese immorali” e i furbetti

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Grande spettacolo della viceministra dell’Economia Laura Castelli che ieri a Di Martedì ha spiegato il meccanismo del Reddito di Cittadinanza. Come funzionerà? Cosa si potrà comprare? Davvero c’è il rischio che se vai da Unieuro ti arriva la Guardia di Finanza a casa – come disse la Castelli tempo fa – per controllare che tu non abbia fatto spese immorali. La viceministra ha rassicurato gli italiani su quello che ha definito “un legittimissimo dubbio” ovvero il timore che il Reddito di Cittadianza venga dato a chi non se lo merita. Sul funzionamento della misura contenuta nella Manovra del Popolo però Laura Castelli sembra ancora confusa.

Niente reddito di cittadinanza se i centri per l’impiego non funzionano

Quando partirà il Reddito di Cittadinanza? Laura Castelli ha garantito che «non può partire se non siamo sicuri che i centri per l’impiego hanno avuto la loro riforma e non siamo sicuri che tutto funzioni a puntino perché noi non siamo questo tipo di governo». Non ha detto però quanto ci vorrà per questa riforma né quanto tempo servirà prima che tutto sia “a puntino”. Saranno pronti a marzo, fra cinque mesi? L’onorevole Castelli preferisce non affrontare il problema e si limita a dire che il governo sta lavorando giorno e notte.

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Viene invece confermato che nelle intenzioni del governo non saranno i cittadini a dover chiedere il Reddito di Cittadinanza ma sarà lo Stato «a dire “guarda che tu sei in questa situazione”. È lo Stato che viene da te e ti prende la mano e ti dice “facciamo un percorso assieme perché questo Stato ti ha abbandonato fino a ieri”». Di nuovo rimane il dubbio. Come farà lo Stato ad individuare i cittadini che hanno diritto ed evitare che i furbetti dell’ISEE ricevano i 780 euro al mese della Manovra del Popolo? Ci sono cittadini che risultano non avere un lavoro ma lavorano in nero, non possedere immobili (perché lo hanno intestato a qualcun altro) o che si sono separati dal coniuge che lavora per non alzare l’ISEE.

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Laura Castelli non sa come funziona un Bancomat?

Altra domanda fondamentale: nelle scorse settimane il governo ha spiegato che il Reddito di Cittadinanza non sarà erogato sul conto corrente ma su una tessera (presumibilmente la tessera sanitaria) dove l’importo rimarrà a disposizione per un mese e non potrà essere accumulato di mese in mese. A dirlo sono stati  proprio Laura Castelli e Luigi Di Maio. La pentastellata ieri però ha fornito una versione diversa. Anzi, una versione più confusa. Alla domanda di Giovanni Floris «glieli date sul conto corrente?» la viceministra dell’Economia risponde no, aggiungendo che «sarà fatto attraverso il sistema Bancomat, questo ci permette di darlo solo». Floris cerca di venire incontro alla pentastellata e riformula la domanda «quindi gente che ha il conto corrente». Ed è a questo punto che Laura Castelli, la stessa che trenta secondi prima aveva risposto no alla stessa identica domanda ribatte «ce l’hanno tutti, ce l’hanno i pensionati e anche la badante la devi pagare con un bonifico». Chissà quanti pensionati sotto la soglia di povertà (perché di queste persone stiamo parlando) hanno i soldi per pagarsi la badante.

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Quello che è importante, spiega la Castelli, «è che lo scambio avverrà tra lo Stato e quello che fisicamente venderà un prodotto a chi ne ha diritto». Ma come è possibile? Se per pagare tramite il RdC serve il Bancomat e i soldi vengono accreditati sul conto corrente perché ce l’hanno tutti in che modo la transazione tra il Bancomat del titolare e l’esercente avviene tra lo Stato e l’esercente? A meno che il Bancomat in questione non venga fornito dallo Stato (che dovrà anche aprire il conto corrente, che però hanno già tutti) non si capisce come ciò possa avvenire. Né è chiaro come è possibile a quel punto impedire che i soldi possano essere messi da parte  e quindi  garantire che vengano spesi tutti entro la fine del mese. Ci sono però persone, che versano in stato di povertà magari perché hanno perso il lavoro e non hanno il conto corrente, che in questo modo potrebbero essere escluse. Laura Castelli però è convinta di no; se una persona sul lastrico con reddito zero (e quindi senza possibilità di pagare le spese per un conto corrente) «ha lavorato fino al giorno prima ha un conto corrente». Il RdC lo avranno tutti, come? «Se lei fa una coda alla Posta prende una carta con un Iban sopra non costa nulla». Non è così: la carta di debito di Banco Posta è gratis ma deve essere associata ad un conto corrente. La carta che ha “l’Iban sopra” è invece la PostePay e ha un costo (seppur minimo: 10 euro) annuo.

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C’è poi un altro problema, con il Bancomat o la Postepay il denaro si può prelevare dal conto corrente quindi in questo modo una volta che una persona ha i contanti in mano le sue spese non saranno più tracciabili e potrà darsi alla pazza gioia (si fa per dire) con le spese immorali. Laura Castelli non capisce il punto e invece insiste sul fatto che oggi anche la domestica non la puoi più pagare in contanti ma devi farle un bonifico.  Di nuovo: chi ha reddito pari a zero e non ha un conto corrente come farà? Non basta dire che tutti hanno il conto corrente altrimenti come fanno a pagare la Colf e la Badante (ve li immaginate quelli che non hanno soldi che pagano la donna di servizio? E poi per la legge colf e badanti si possono ancora pagare in contanti) perché quando si parla di situazioni di povertà e di indigenza non è una cosa che può essere data per scontata. Ma forse Laura Castelli è convinta che la povertà sia già stata abolita.

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