Quello che Giorgia Meloni e Francesca Donato non vi vogliono dire sulla storiella degli immigrati che delinquono di più

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-27

Ieri a La 7 prima la leader di Fratelli d’Italia poi la fondatrice del Progetto Eurexit hanno ribadito che la presenza di immigrati fa aumentare il numero dei reati. Ma non hanno spiegato cosa si nasconde dietro i numeri e le generalizzazioni, continuando a criminalizzare una categoria di persone solo perché sono straniere

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«A causa del fatto che è innegabile – e questo me l’ha confermato un mio amico che è un magistrato e non è un populista – c’è un aumento dei crimini commessi dagli immigrati, immigrati di una certa fascia sociale, intendiamoci e il che non significa che essere immigrato significhi essere più brutto e più cattivo degli altri ma semplicemente che chi proviene da determinati contesti ed è in determinate situazioni è molto più semplice che delinqua». Così ieri sera a Di Martedì Francesca Donato, presidente del Progetto Eurexit e astro nascente del sovranismo italiano che non si sa bene per quale motivo venga invitata nelle trasmissioni televisive.

Davvero tutti gli immigrati sono potenziali ladri e stupratori?

Come da copione la semplice proposta di concedere la cittadinanza a Ramy e Adam, i due ragazzini eroi che assieme a Riccardo (che è italiano e quindi la cittadinanza l’ha già) hanno salvato i compagni di classe presi in ostaggio da Ousseynou Sy ha suscitato le reazioni dei sovranisti impegnati a spiegarci che dietro ci sono le solite politiche e complotti immigrazionisti. L’immigrazione, spiegano, è un male. Se non un “male assoluto” poco ci manca perché da un lato c’è la terribile balla della sostituzione di popolo di cui parla spesso e volentieri Giorgia Meloni dall’altra il pericolo concreto dato dal fatto che gli immigrati – poco importa se regolari, irregolari o richiedenti asilo – delinquono di più.

Lo ha detto anche la leader di Fratelli d’Italia ieri sera a Otto e mezzo quando ha spiegato che «ad un’immigrazione incontrollata corrisponde un aumento dei reati» perché «c’è un’incidenza maggiore da parte degli immigrati clandestini in tutti i reati: omicidio, stupro, rapina e furto». Come questo abbia a che fare con il caso del sequestro del pullman a San Donato da parte di un cittadino italiano, nato in Francia e immigrato regolarmente in Italia questo non si sa. E del resto la Meloni forse dimentica come nel 2002 furono proprio Lega e Berlusconi a fare l’ultima sanatoria che regolarizzò 200mila immigrati “clandestini”.

Quello che non dicono i sovranisti che parlano dei numeri e delle statistiche dei reati

Il tema è davvero complesso e affrontarlo come lo fa la Donato, dicendo che un suo amico le ha detto ricorda molto le fregnacce di Di Maio sui “delinquenti romeni” che l’Italia importa ogni anno. E suona molto come una forma di razzismo sociale. In fondo con la stessa logica si può affermare che i poveri delinquono di più dei ricchi perché sono “in determinate situazioni”. Il punto è – e lo abbiamo spiegato qui – che la correlazione tra immigrazione e aumento dei reati è una bufala. Lasciamo per un momento da parte il fatto che per i sovranisti tutti gli immigrati che delinquono sono “irregolari” (quando invece molti sono in possesso di regolare permesso di soggiorno) e cerchiamo di fare un sforzo per capire che non tutti gli immigrati sono “clandestini” ma che ci sono moltissimi cittadini stranieri (sia comunitari che extracomunitari) presenti regolarmente nel nostro Paese.

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Come spiegano Famiglia Cristiana e il Sole 24 Ore i dati non sono affatto neutri. I freddi numeri delle denunce o dei procedimenti penali poco ci dicono della realtà delle cose senza una corretta interpretazione e spiegazione. Perché se è vero che il numero degli imputati di origine straniera è andato aumentando (+22% dal 2006 al 2015) è anche vero che parallelamente il numero degli immigrati è aumentato in misura maggiore (+88%). Si sono triplicati i reati a sfondo sessuale, ma il numero dei residenti di origine straniera è aumentato di sette volte. Nel corso del tempo quindi l’incidenza degli imputati “immigrati” è andata diminuendo rispetto al totale della popolazione di origine straniera. Il che già di per sé smentisce l’affermazione che più immigrazione è uguale a più reati, perché è pacifico che non solo non tutti gli immigrati delinquono ma che la maggior parte di loro non delinque affatto (come del resto anche gli italiani).

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Eppure si assiste ad una criminalizzazione dell’immigrato irregolare senza tenere conto che è proprio l’irregolarità e non l’essere immigrati ad essere una delle cause che portano a delinquere. Perché le statistiche dimostrano che quando ottengono il permesso di soggiorno (e quindi non sono più “clandestini”) si instaura un percorso virtuoso che toglie l’immigrato dalle grinfie della criminalità. Semplicemente perché se una persona ha un lavoro e deve lavorare per tenere il permesso di soggiorno sarà meno portato a delinquere. Vogliamo davvero risolvere il problema dei reati da parte dei cittadini stranieri residenti in Italia? Apriamo le maglie del “Decreto Flussi” che stabilisce quanti immigrati possono entrare regolarmente in Italia. Ma evidentemente è molto più comodo tenere i “clandestini” come spauracchio che dire che i figli di immigrati regolari, nati e cresciuti in Italia hanno il diritto di essere italiani.

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