Chi ha ragione tra Giorgia Meloni e Francesco Merlo di Repubblica?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-25

La leader di FdI sostiene di essere vittima di una campagna di stampa da parte del quotidiano fondato da Scalfari, l’autore del pezzo incriminato conferma tutto quello che ha scritto anche dopo il “fact checking” della Meloni. Ma visto che la Meloni è così brava a fare la debunker perché non ci “debunkera” alcune affermazioni della deputata Giorgia Meloni?

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Giorgia Meloni si è molto arrabbiata per quello che ha scritto Francesco Merlo su Repubblica ieri. Il ritratto della “peronista dell’altra destra più amata di Salvini” contiene a suo dire numerose inesattezze e falsità. Tant’è che la leader di Fratelli d’Italia si è sentita in dovere di scrivere al quotidiano diretto da Carlo Verdelli e minacciare querele. Ed in effetti Merlo certi virgolettati sembra proprio averli inventati di sana pianta, come ad esempio quel virgolettato «cacceremo i rom a uno a uno, stanandoli casa per casa, tenda per tenda» che non risulta la Meloni abbia mai pronunciato.

Il rapporto tra Giorgia Meloni e Rom, Sinti e Caminanti

Come non è vero che la Meloni andò a Torre Maura ad incitare gli abitanti alla rivolta. Li difese però, ad esempio a Mattino Cinque, così come difese gli abitanti di Casal Bruciato qualche giorno dopo in un post dove chiedeva ai suoi «che dite, sono tutti razzisti, o forse l’unica discriminazione è quella da parte dell’amministrazione Raggi in favore dei Rom e a scapito dei cittadini delle periferie?». Non che la Meloni non abbia delle soluzioni singolari per i Rom. Celebre il suo tweet quando disse che «se sei nomade devi nomadare, non puoi essere stanziale». La Meloni a Repubblica spiega che «io voglio semplicemente che ai rom sia applicata la stessa legge di tutti gli altri cittadini», e dimostra di non aver capito che i Rom cui il Comune aveva assegnato un alloggio popolare non avevano calpestato alcun diritto, anzi stavano esercitando il diritto di essere uguali agli altri cittadini.

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E senza dubbio Merlo ha sbagliato, perché la Meloni non è certo una leader che usa certe espressioni, lei suggerisce semmai ma non è mai esplicita. Come Salvini ricorre a certe parole d’ordine di provenienza ben chiara, la questione della grande invasione organizzata con il piano Kalergi, il complotto di Soros (senza mai dire esplicitamente che è ebreo), la sostituzione etnica e naturalmente quel Dio, Patria, Famiglia scandito ad ogni comizio che sappiamo tutti quale connotazione abbia.

Giorgia Meloni e la frase sugli orchi

Altro punto che la deputata di FdI contesta: in piazza San Giovanni secondo Merlo avrebbe parlato di «orchi omosessuali che rubano le identità». Non è vero. Giorgia Meloni ha detto che per chi sta al governo «l’identità di genere è un nemico», quando piuttosto è vero il contrario: ad ognuno dovrebbe essere garantito il diritto ad avere la sua. La Meloni ha detto «non credo in uno Stato che mette il legittimo desiderio di un omosessuale di adottare un bambino di fronte al diritto di quel bambino ad avere un padre e una madre, semplicemente perché l’omosessuale vota e il bambino no».

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Fonte: Repubblica del 24/10/2019

Il che dimostra esattamente quale fosse l’intento dell’interrogazione del consigliere di FdI di Ferrara che voleva la “schedatura” delle coppie e le persone omosessuali in città. E subito dopo aver parlato di omosessuali la Meloni ha attaccato su Bibbiano: «mi fa ribrezzo una politica che cerca di insabbiare lo scandalo di bambini strappati alle loro famiglie, come è accaduto a Bibbiano. Come nelle fiabe ci sono gli orchi che rubano i bambini per mangiarli, pare che a Bibbiano ci fossero orchi che rubavano i bambini per mangiarci sopra». Comprensibile che Merlo abbia fatto confusione, come forse l’hanno fatta i partecipanti al Comizio. Ma è vero: un giornalista dovrebbe fare attenzione a queste cose.

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E del resto con la Meloni è facile confondersi. La sua lotta contro la propaganda Gender l’ha portata a combattere addirittura contro matrimoni misti. Un lapsus calami, senza dubbio. Che però più che il razzismo tradisce una certa confusione tra il concetto di matrimonio misto, quello di matrimonio omosessuale (cioè tra persone dello stesso sesso) e l’improbabile “matrimonio interspecie” proposto da Carlo Sibilia anni fa su Rousseau.

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Ed è vero, la Meloni non brucia i libri. I suoi sono gesti “simbolici”. Per sua stessa ammissione i libri li “timbra”, li marchia. In altri occasioni invece li fa nascondere, rendere inaccessibili. Come quando a Todi su proposta di Fratelli d’Italia il sindaco decise che “i libri ed i testi per bambini sul gender, la sessualità, l’omogenitorialità, l’affettività ed altri temi sensibili” dovevano essere spostati in un’apposita sezione della biblioteca comunale dove avrebbero potuto essere consultati solo previo il consenso dei genitori.

La questione delle navi da affondare, anzi da demolire (e perché non un bel blocco navale)?

Il punto più interessante è naturalmente quello sulle navi delle ONG. La Meloni dice che lei vuole «sequestrare e affondare le navi (vuote) che violano la legge italiana sull’immigrazione». E qui la questione diventa davvero divertente. Perché da anni Giorgia Meloni parla di “blocco navale”, senza specificare bene come dovrebbe essere attuato. E soprattutto senza dire che si tratta di un atto di guerra. Risultato: i suoi elettori capiscono che si va con le navi della Marina Militare a fermare i barconi. Del resto già nel 2015 l’allora deputata di Forza Italia Daniela Santanché (che poi avrebbe fondato FdI assieme alla Meloni) proponeva di affondare i barconi in partenza.

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Fonte

Il 26 giugno, quando la Sea Watch entrò in acque italiane la Meloni pubblicò un tweet dove si leggeva “e ora affondiamo la SeaWatch”. In quel momento la nave della ONG aveva ancora tutti gli immigrati (e l’equipaggio) a bordo. Solo ascoltando il video si capiva (ma veniva detto alla fine) che la proposta era quella di far sbarcare i migranti, sequestrare la nave e affondarla in quanto “nave pirata”. Chissà quanti hanno ascoltato tutto il video e quanti si sono fermati al tweet.

meloni affondare ong - 1Tant’è che il giorno dopo la Meloni capì che era meglio pubblicare un’infografica per spiegare il senso della sua geniale proposta che prevedeva l’affondamento della nave solo dopo l’arresto dell’equipaggio e il “trasbordo” (termine usato per evitare di dire “sbarco”) dei migranti. In un’altra versione successiva la Meloni ammorbidì i toni dicendo che la nave avrebbe dovuto essere “demolita”, questo perché qualcuno le aveva fatto notare che affondare la nave avrebbe creato problemi all’ecosistema marino. Aspettiamo il giorno in cui dirà che le navi delle ONG vanno “ridipinte” o altre cose simili. Ma tutte queste correzioni di rotta non fanno che sorgere il dubbio che la Meloni in realtà abbia giocato sull’affondamento per arrivare meglio alla pancia del suo elettorato, che se ne frega abbastanza della sorte dei migranti, sia che sbarchino sia che anneghino. Quindi su questo punto non ce la sentiamo di dare del tutto torto a Merlo, anche se effettivamente la frase riportata da Repubblica è sbagliata. Ma in fondo la Meloni è una che parla di complotto francese in Libia (dimenticando di aver votato per l’intervento militare), ci racconta la storia delle zucchine di mare, ci spiega che il limite sul contante è sbagliato (ma nel 2011 votò a favore). E ci racconta che ci impediscono di votare e che questo è un governo illegittimo e che “non ci lasciano votare” quando lei votò la fiducia al governo Monti, il governo “voluto dall’Europa”. Se Francesco Merlo ha diffamato la Meloni lo stabiliranno i giudici, ma è fuori di dubbio che la Meloni (che pure è giornalista) spesso si inventa le cose.

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