Attualità
Quelli che hanno scoperto il complotto di Conte: Carola Rackete in cambio della procedura d’infrazione (e Sassoli)
Giovanni Drogo 04/07/2019
Forti del lavaggio del cervello operato dalla propaganda governativa un manipolo di eroi da qualche giorno spiega che se non siamo più in procedura d’infrazione è perché abbiamo accettato di liberare la comandante della Sea Watch e fare eleggere (coi voti degli altri) David Sassoli Presidente del Parlamento Europeo. Al racconto mancano giusto 8 miliardi di euro tra “risparmi” e tagli che sono il vero motivo della decisione della Commissione, ma non ditelo in giro
Ammettiamolo, è stata una settimana piuttosto convulsa e densa di avvenimenti: la scarcerazione di Carola Rackete, l’elezione di David Sassoli a Presidente del Parlamento Europeo, la nomina dei vertici delle istituzioni europee e last but not least la sospensione della procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia. Come tutto questo sia avvenuto non è chiaro ai più. Vuoi perché all’Università della Strada non spiegano bene come funziona il diritto, vuoi perché a pochi interessa capire il funzionamento dell’Unione Europea. In fondo c’è chi crede che Salvini abbia “spedito” in Germania la comandante della Sea Watch (falso) o che i sovranisti abbiano vinto le elezioni europee solo perché la Lega ha preso il 34% in Italia.
Cosa ha davvero chiesto in cambio la Commissione Europea all’Italia?
La situazione però non è così complessa da non poter essere compresa. Un Gip ha stabilito che non c’erano i presupposti per misure restrittive della libertà personale ma questo non significa che le indagini finiscono qui. In un estremo tentativo di mettere nei guai la Sea Watch Salvini “confessa” che aveva pronto l’ordine per consentire lo sbarco. Così come aveva già pronto l’ordine di accompagnamento coatto alla frontiera per la Rackete (che le avrebbe consentito di “scappare” dalla giustizia italiana). Ma ecco che le cose iniziano a complicarsi perché diversi sostenitori della maggioranza sostengono che tutto il caso Sea Watch sia stato creato ad arte per nascondere dai giornali le notizie sull’inchiesta sui presunti abusi di Bibbiano. In mezzo metteteci quelli che hanno scoperto che in Libia c’è la guerra al solo scopo di far credere all’Europa che non sia un porto sicuro e capirete come gli alternative facts riescano ad insinuarsi nelle pieghe della realtà.
La faccenda diventa ancora più ingarbugliata quando gli italiani scoprono (con sollievo?) che la Commissione Europea non vuole più “punirci” con la procedura d’infrazione. Come è possibile? In effetti su questo punto il governo sia stato chiarissimo. Di Maio dopo un anno al potere dice che era “colpa del PD”, altri lodano la capacità di Conte. In pochi dicono che la soluzione è una manovra correttiva da otto miliardi di euro.
La spiegazione non può essere così semplice. Non può essere che semplicemente il governo dell’Avvocato del Popolo ha fatto quello che gli chiedeva l’Europa per rientrare nei parametri del 2,04% concordato a fine 2018. Ci deve essere sicuramente una spiegazione migliore.
La storia dell’interscambio politico (e gli 80 euro di Renzi?)
La spiegazione è che c’è stato un interscambio politico: la liberazione di Carola Rackete (che già serviva per coprire i fatti di Bibbiano quindi vale doppio) e l’elezione di David Sassoli (che è del PD) sono la merce di scambio con cui il grandissimo Giuseppe Conte ha ottenuto il rinvio a data da destinarsi della procedura d’infrazione. Se ci pensate ha perfettamente senso che chi ci chiedeva di mettere a posto i conti pubblici si accontenti di un’ordinanza di un Gip e di far eleggere (senza i voti di Lega e M5S) Sassoli. Il tutto mentre Conte si fa nominare sotto il naso a presidente della nuova Commissione una fedelissima della Merkel e al vertice della BCE la direttrice del FMI.
C’è chi pensa che sia stata questa la mossa geniale di Salvini e di Conte, che hanno usato la tedesca Carola come arma per metterlo in quel posto ai tedeschi (quali poi non si sa). In cambio dello stop alla procedura, spiega un altro su Facebook, la UE in cambio ha chiesto «l’annullamento dell’arresto di Carola (con con il contentino a Salvini che ha potuto espellerla, mandandola cioè dove già stava andando da sola) e il piddino Sassoli alla guida di Strasburgo». Un prezzo piuttosto alto, lo definisce l’esperto analista di affari europei. Aspettate che si accorga degli otto miliardi di euro che abbiamo messo sul piatto per fermare la procedura d’infrazione.
Ma è un buona compagnia, sono in tanti a credere che l’esame della Commissione sia stato superato “solo perché Carola il pirata è stata rilasciata”. Nessuno però pare essere in grado di portare uno straccio di prova a sostegno di queste teorie. Anzi, l’unico documento – la lettera della Commissione Europea pubblicata sul sito del MEF – che spiega perché la procedura è stata sospesa viene bellamente ignorato. Eppure è lì che sta scritta la verità: «il 1° luglio il governo italiano ha adottato l’assestamento del bilancio per il 2019 e un decreto-legge, i quali includono una correzione per il 2019 per un importo di 7,6 miliardi di € o 0,42 % del PIL in termini nominali […] La correzione in termini strutturali è leggermente superiore, pari a 8,2 miliardi di € o 0,45 % del PIL».
Non è poi così difficile capire i meccanismi e i cortocircuiti logici che portano a sostenere certe tesi. Da un lato la propaganda governativa ha saputo abilmente oscurare il fatto che il Governo ha recepito in toto le richieste della Commissione (ma c’è tempo, dovranno spiegare come mai non ci sono più i soldi per le famiglie). Dall’altro in gioco c’è lo stesso genere di ragionamento che abbiamo sentito ripetere per anni dai chi oggi sta al governo. Quello secondo il quale il governo Renzi avrebbe ottenuto il permesso di fare il bonus degli 80 euro in cambio dell’invasione dei migranti. Secondo un’altra versione (che per chi la racconta non contraddice affatto la prima) Renzi si mise a disposizione per i soccorsi in mare in cambio di maggiore flessibilità. Peccato che in entrambi i casi non ci sia un documento che sia uno che provi che ciò è avvenuto. Esattamente come la “trattativa” Carola Rackete/procedura d’infrazione.
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