Perché lo spread scende

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-04

Lo spread scende perché l’Europa ha reso inoffensivi Salvini e Di Maio: gli ha fatto cacciare i soldi per evitare la procedura d’infrazione e nessun sovranista delle dive è stato eletto in ruoli chiave della governance di Bruxelles. Ai nostri eroi rimane solo la possibilità di continuare a coglionare l’elettorato giocando con le barchette e fingendo di voler fare la rivoluzione delle tasse

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Niente paura: lo spread scende perché l’Europa ha reso inoffensivi Salvini e Di Maio. Ieri l’Italia ha ufficialmente evitato la procedura d’infrazione sul debito dopo aver cacciato 7,6 miliardi dal bilancio con una manovra correttiva sulla quale né Di Maio né Salvini, entrambi assenti al CdM che l’ha varata, ci hanno messo la faccia come loro abitudine.

Perché lo spread scende

Come testimonia il documento con il quale la Commissione ha abrogato l’iter che avrebbe portato alla procedura, il governo ha messo in campo una correzione del deficit strutturale destinando al risanamento dei conti, dunque sottraendole da altre spese, le entrate superiori al previsto e le minori spese da reddito di cittadinanza e quota 100. Inoltre, su esplicita richiesta della Commissione Ue sono stati congelati 1,5 miliardi a garanzia del raggiungimento degli obiettivi: si trattava di denaro che Di Maio durante la campagna elettorale aveva annunciato di voler spendere “per le famiglie”. Ma era, appunto, campagna elettorale. Così il deficit nominale scenderà a quel 2,04% concordato a dicembre, unico modo per contenere la corsa del debito pubblico e per coprire il buco nel bilancio del 2018 e del 2019.

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Manovra: i tagli e le maggiori entrate (Il Sole 24 Ore, 3 luglio 2019)

Nel frattempo però è successo anche altro. Ovvero che sono stati votati la presidente della prossima Commissione Europea, la presidente della Banca Centrale e il presidente del Parlamento Europeo: una sconfitta su tutta la linea per i sovranisti che si sono tolti la soddisfazione di segare Timmermans, ovvero colui che da nemico dell’austerità avrebbe potuto in un certo senso aiutare il governo italiano, per ritrovarsi al vertice Ursula Von der Leyden, popolare e ministra di Angela Merkel e rigorista più di lei sui conti pubblici. Il posto di Draghi è stato preso da Christine Lagarde, spauracchio dei sovranisti che da anni la dipingono come il Babau. E il prossimo presidente del Parlamento Europeo sarà David Sassoli del Partito Democratico.

Cosa ha vinto esattamente Salvini il 26 maggio

Tutto secondo le previsioni, quelle che vi spiegavano che il 26 maggio Salvini non aveva vinto proprio niente perché i sovranisti avevano fallito l’obiettivo di diventare l’ago della bilancia del parlamento europeo. Così è andata e così si è stretto una specie di cordone sanitario europeo intorno ai populisti, che vedrà la formazione di una nuova maggioranza che per cinque anni siederà alla cassa di quel grande ristorante che è la politica. E quando alla cassa ci sono tedeschi e francesi, gli italiani sanno bene cosa significa.

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Il nuovo Parlamento Europeo dove Salvini NON ha la maggioranza Fonte

In più, spiega Politico.eu, a Bruxelles e a Strasburgo si è formata un’alleanza anti-estrema destra che terrà sovranisti e populisti lontani da ogni posizione di responsabilità nel prossimo quinquennio. I primi obiettivi dell’alleanza anti-anti-Ue saranno il no a un sovranista in commissione agricoltura. Intanto per diventare presidente designato della Commissione Von der Leyen il 16 luglio dovrà incassare la fiducia dell’Assemblea e il risultato non è scontato. Spiega Tonia Mastrobuoni su Repubblica:

Il Parlamento aveva chiesto di essere coinvolto nella scelta del successore di Jean-Claude Juncker, ma così non è stato. “Vdl” è considerata figlia di un’abile strategia di Macron, che con il suo nome ha costretto Merkel e il resto dei premier del Ppe ad accettarla, salvo incassare le altre poltrone di peso con il fedelissimo belga Charles Michel (Consiglio europeo) e con Lagarde (Bce).

I più infuriati sono i socialisti, secondo partito d’Europa che ha ricevuto briciole rispetto a popolari e liberali. E tra loro i parlamentari della Spd, alleato di governo della Cancelliera. Lo scontento serpeggia anche tra i parlamentari dell’Est del Ppe, fuori dai vertici dell’Unione, e nella componente non macroniana dei liberali. Gli strateghi politici stimano che alla fine Ursula ce la farà. Ma forse dovrà ricorrere ai voti dei polacchi del Pis, il partito dell’illiberale Kaczynski, pronto a chiedere una cambiale.

Lo spread scende perché Salvini non conta niente in Europa

Con l’annuncio del nuovo Quantitative Easing da parte della Banca Centrale Europea, e con Lagarde determinata a proseguire nel solco di Mario Draghi, si comprende quindi appieno perché lo spread dell’Italia sta scendendo: ovvero perché i sovranisti non contano niente in Europa e i grillini nemmeno sono riusciti a trovare qualche partito abbastanza disperato da scegliere di allearsi con loro piuttosto che rimanere senza gruppo. Il problema quindi rimane nei confini italiani e, fa sapere il Messaggero, si comincia anche a vedere qualche intenzione:

Ieri sia il presidente del Consiglio Conte sia il ministro Tria hanno ribadito che la flat tax resta nel programma dell’esecutivo. Questo punto però non è stato affatto menzionato nel testo in inglese spedito a Bruxelles. Sarà necessario trovare un compromesso che potrebbe passare per un’attuazione graduale del calo delle imposte. Per ora sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio si sono limitati a rallegrarsi pubblicamente dello scampato pericolo sulla procedura per debito.

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La discesa dello spread (Il Messaggero, 4 luglio 2019)

La partita decisiva per la credibilità dei gialloverdi si giocherà con la legge di bilancio. Ci sono 24 miliardi da trovare per scampare all’aumento dell’IVA e un sacco di soldi, che Salvini però diminuisce ogni giorno, per inventarsi una cosa che verrà chiamata flat tax anche se non lo è. Se poi andasse male, ci si potrà sempre attaccare alla prima bagnarola che chiede aiuto nel Mediterraneo per coglionare l’elettorato. Un giochino che per qualche tempo è destinato a funzionare. Per qualche tempo, però.

Leggi anche: Chi è Christine Lagarde e perché fa così paura ai populisti

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