Lo spettacolo di Salvini che ad Agorà non risponde alle domande sull’inchiesta di Report

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-23

Tante parole e poche risposte, questa è la strategia di Salvini quando qualcuno gli fa delle domande alle quali non vuole rispondere. La scena si ripete da mesi e comincia ad essere un po’ penosa. Anche perché non è che quando Salvini può parlare di quello che invece sta a cuore agli italiani la racconti giusta, anzi

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Matteo Salvini questa mattina era ad Agorà su Rai 3. L’ex ministro dell’Interno ha fatto il suo solito spettacolino, impreziosito dagli attacchi a Virginia Raggi (che quando era al governo non erano la sua specialità). Nel finale non è mancata la fatidica questione a proposito dell’inchiesta di Report sui rapporti tra la Lega e la Russia. Salvini però quella puntata non l’ha vista, ha detto di aver guardato il film di Checco Zalone perché aveva bisogno di rilassarsi.

Come Salvini evita di rispondere alle domande sulla Russia, Savoini e Malofeev

E così Serena Bortone ha mandato in onda un breve riassunto del programma di Sigfrido Ranucci. In particolare quello che è stato mostrato a Salvini sono alcuni passaggi dell’intervista a Kostantin Malofeev, un oligarca russo che a causa delle sanzioni emanate dall’Unione Europea nel 2014 non può più entrare nei paesi dell’area Schengen né fare affari in Europa. Sono le stesse sanzioni che Salvini vorrebbe far togliere. Malofeev dice di aver incontrato Salvini, ma quando Giorgio Mottola ha chiesto conferma al leader della Lega lui ha abilmente evitato di rispondere.

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Oggi ha fatto più o meno la stessa cosa. Non potendo negare di conoscere Malofeev ha detto che è una delle tante persone che incontra ogni giorno e che certo non può sapere quello che pensa riguardo ai gay o alle femministe. Peccato che non solo le idee del magnate russo siano ampiamente condivise nella Lega (pensiamo ad esempio alle dichiarazioni dell’ex ministro Fontana) e molto simili al discorso pronunciato al World Congress of Families di Verona dall’allora ministro dell’Interno ma addirittura Salvini aveva invitato Malofeev al congresso federale del 2013, quando venne eletto Segretario della Lega. Alla fine ci andò Alexey Kamov, che oggi è Presidente Onorario dell’Associazione Lombardia-Russia, in rappresentanza del mondo conservatore e tradizionalista russo.

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Curiosamente Salvini però sostiene di aver invitato al congresso federale non Malofeev ma il Forum delle Famiglie. In pratica Salvini di nuovo non ha risposto su Malofeev e soprattutto non ha spiegato di cosa abbiano parlato lui e il cosiddetto Oligarca di Dio. Anche perché le posizioni di Malofeev sono ampiamente condivise all’interno del WCF, e perché Salvini è andato al congresso di Verona se non condivide quelle idee sul ruolo della donna?

Le balle di Salvini su Quota 100 e la dichiarazione dei redditi “come in Belgio”

Ma Salvini non risponde, nemmeno sui suoi rapporti con Gianluca Savoini sui quali come al solito si limita a dire che c’è un’inchiesta in corso e che lui rispetta il lavoro della magistratura. Ma lasciamo Salvini a quello che non dice e torniamo invece a quello che dice. Perché non è che in quel caso la situazione sia migliore. Ad esempio su Quota 100 il senatore del Carroccio dichiara che “58mila vanno in pensione, 58mila vengono assunti, solo nel pubblico impiego, per non parlare del privato”. Ma non è così, perché nel pubblico impiego il turnover ha un piccolissimo problema: nella pubblica amministrazione bisogna farlo per concorso, e i concorsi non ci sono. Riguardo invece agli effetti generali sull’occupazione Salvini semplicemente mente. Per la precisione con Quota 100 il turnover negli enti pubblici  è quella che scriveva il governo gialloverde nella bozza del DEF: «a fronte di una cessazione nel 2019 di 100 mila dipendenti pubblici, concentrata negli ultimi cinque mesi dell’anno, l’ipotesi di turn-over sarebbe pari 35 per cento» e non al 100% di cui parlava oggi Salvini.

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In un altro passaggio invece Salvini ha dimostrato la sua più totale ignoranza su come funzioni in Italia il sistema fiscale. Il leader della Lega sostiene che è necessario rendere più facile il pagamento delle imposte. E propone di fare come in Belgio: «in Belgio dove paghi tante tasse la dichiarazione dei redditi te la mandano a casa. Cioè è lo Stato che ti manda a casa la tua dichiarazione e tu puoi dire “è giusta la firmo, non è giusta fammi due correzioni”. E questo ti semplifica la vita. In Italia ormai devi andare in giro con un trolley per andare dal commercialista a fare la dichiarazione dei redditi. E c’è anche gente che sbaglia anche in buonafede».

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Fonte: Governo.it

Forse Salvini non sa che questa “cosa” esiste anche da noi. Si chiama “dichiarazione precompilata” o 730 precompilato e funziona esattamente come ha descritto Salvini il caso belga. In Italia esiste dal 2014 (ovvero è dalle dichiarazioni del 2015) ed è stata varata dal Governo Renzi. Forse però in quel periodo Salvini era distratto dalla questione delle sanzioni alla Russia oppure era troppo impegnato a non farsi vedere al Parlamento Europeo, chissà. Fatto sta che oggi ha sparato l’ennesima fregnaccia.

 

Leggi anche: Come Panorama cerca di buttare in caciara l’inchiesta di Report su Lega e oligarchi russi

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