Perché Raggi e Meleo non hanno nulla da festeggiare per il concordato ATAC

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-09

La giunta comunale a 5 Stelle festeggia l’approvazione del concordato preventivo e parla di rinascita della municipalizzata dei trasporti tirando di nuovo fuori la promessa dei 600 nuovi autobus fatta esattamente un anno fa. Ma la Raggi non dice quanto costa questa rinascita ai suoi concittadini

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«ATAC resta dei cittadini, presto in arrivo 600 nuovi bus e lavori metro». Così Virginia Raggi commenta l’ok dei creditori (o meglio del 60% dei creditori) di ATAC al concordato preventivo. Il piano di Roma Capitale per salvare l’azienda dal fallimento, con i soldi dei cittadini romani. Eh già, perché se da un lato la municipalizzata resta pubblica dall’altro per rendere possibile il “miracolo” è stato necessario che il Comune abbia deciso di rinunciare al ristoro dei crediti che vanta nei confronti dell’azienda (la sua azienda) a partire dal 2035 fino ad almeno il 2055.

Quanto costa ai cittadini romani il concordato preventivo di ATAC

Un’epoca remota in cui la Raggi non sarà certamente più al governo della Capitale e i pentastellati del futuro potranno dare la colpa alle amministrazioni precedenti senza troppi rimorsi. Ma restiamo nel presente. Mentre la giunta capitolina, Raggi e Meleo in testa, ci raccontano che #AtacRinasce, il dato reale è che il Campidoglio sta praticamente rinunciando a mezzo miliardo di euro (a tanto ammontano i debiti di ATAC verso il comune) visto che pare piuttosto difficile che l’azienda arrivi a ripagare del tutto tutti i creditori. Questo significa che il Comune avrà meno soldi da mettere a bilancio per i servizi ai cittadini.

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Da sinistra: gli assessori Lemmetti e Meleo. il presidente della Commissione trasporti Stefàno e la sindaca Virginia Raggi

E dal momento che una parte di quel debito avrebbe dovuto essere ripagato a partire dal gennaio 2019 il problema è più che mai attuale. Dove troverà i soldi Virginia Raggi? Ormai nessuno pensa più al miliardo e mezzo di euro “scoperto” da Di Maio nelle pieghe del bilancio del Comune due anni e mezzo fa. La cura per ATAC rischia così di aggravare la situazione di un altro grande malato: il Comune di Roma. Ma non importa perché ora ATAC rinasce.

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L’assessora alla Mobilità Linda Meleo ci racconta del bilancio positivo del primo semestre, ma dimentica di spiegare perché è in attivo. E sarebbe ora che si iniziasse a parlare del bilancio di esercizio, non di quello semestrale. Quello del 2017 (presentato solamente a fine settembre 2018) mostra un’azienda tutt’altro che in buona salute e registra una perdita pari a 120 milioni di euro. Raggi e Meleo ci fanno sapere che “entro l’estate” la città avrà nuovi autobus. I primi 227 dei 600 previsti in tre anni. Sono gli stessi seicento autobus che a maggio 2018 (otto mesi fa) la Meleo prometteva sarebbero arrivati “presto”. Lo stanziamento per l’acquisto dei 600 nuovi autobus risale addirittura al gennaio 2018. Cosa ha impedito per un anno alla giunta di far arrivare questi nuovi autobus?

Ma i romani si sono accorti della rinascita di ATAC?

Il punto è che prima di far arrivare gli autobus nuovi sarebbe il caso di far almeno arrivare in orario (o mettere su strada) quelli vecchi. ATAC ormai perde circa 200 autobus all’anno, quindi i 227 che arriveranno “entro l’estate” andranno a sostituire quelli. I romani la grande rinascita di ATAC la devono ancora vedere, perché il servizio continua ad essere inefficiente. E non parliamo delle stazioni della Metro, chiuse per lavori, o della scala mobile della stazione Repubblica il cui cedimento ha causato il ferimento dei tifosi del CSKA.

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Fonte: Mercurio Psi via Twitter.com

ATAC rinasce ma intanto non sta rispettando il contratto di servizio con il Comune di Roma. I motivi sono i più vari e riguardano la cronica mancanza di mezzi per il trasporto di superficie. Gli autobus in particolare sono vecchi e quindi più soggetti a guasti e malfunzionamenti. Che a loro volta causano disservizi, ritardi quando non incendi: i famosi flambus alla romana. Dal 2016 al 2017 l’azienda si è trovata con 200 autobus in meno. Il che significa che ha potuto effettuare meno corse del programmato. ATAC ha così perso per strada milioni di chilometri, lasciando a terra migliaia di utenti. «Due anni fa abbiamo ereditato una società praticamente fallita con un miliardo e trecento milioni di debiti, un parco autobus con un’età media di oltre 12 anni e un servizio insufficiente», diceva la Sindaca per spiegare il grande cambiamento.

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La situazione però non è cambiata e l’età media dei bus ha continuato ad aumentare. Ma sicuramente con l’arrivo dei bus promessi le cose miglioreranno. Non è così, perché quei 227 bus che dovrebbero essere acquistati tramite Consip non sono ancora in produzione e la Società che ha vinto l’appalto (Industria Italiana Autobus recentemente acquisita dai turchi di Karsan) versa tuttora in condizioni di crisi. Senza autobus, con un calo vertiginoso dei km lavorati soprattutto per quanto riguarda il servizio di superficie ATAC è un’azienda ancora ben lontana dall’essere risanata o rinata. Chi lo spiega agli elettori pentastellati?

Leggi sull’argomento: Le quattro nuove discariche a Roma

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