Fact checking
Cinquanta sfumature di Nik il Nero
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-04-16
La macchina del fango a cinque stelle si rimette in moto, speriamo non finisca in un burrone. A farne le spese (di nuovo) è il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sotto accusa per le spese di rappresentanza “eccessive”
A Nik il Nero, il camionista nonché esperto di comunicazione a cinque stelle, non la si fa. Un maestro della comunicazione (stipendiato per farlo) in grado di regalare all’umanità due “spot” imbarazzanti in cui utilizza in modo allegro materiale protetto da copyright è sicuramente una persona sveglia e attenta ai dettagli. Indi e per cui se questa mattina Nik legge sull’edizione locale del Corriere della Sera che il sindaco di Parma Federico Pizzarotti alla voce “spese di rappresentanza” spende più di tutti gli sindaci emiliani altri cosa fa l’esperto di comunicazione del partito di Pizzarotti? Semplice: si incazza e chiede pubblicamente la testa del sindaco.
L’ARTICOLO DEL CORRIERE
La fonte è questo articolo dell’edizione locale del Corriere che riporta le cifre spese dai comuni analizzate dal Monitoraggio delle spese di rappresentanza sostenute dagli enti locali dell’Emilia-Romagna negli anni 2012 e 2013 della Sezione dell’Emilia Romagna della Corte dei conti. Dal documento si apprende che a Parma nel 2013 sono stati spesi oltre 108 mila euro in spese di rappresentanza. Più del triplo rispetto a quanto era stato speso per la stessa foce nel capoluogo emiliano l’anno precedente (circa 30 mila euro). Ed in effetti a guardare solo la tabella c’è poco da stare allegri per il partito che ha fatto della lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione una delle sue battaglie principali. In fondo quelle “spese di rappresentanza” fanno subito pensare a viaggi intorno al mondo ed acquisti di mutande a spese dei contribuenti. Ma a ben guardare la rendicontazione messa a disposizione sul sito del Comune di Parma si scopre che le cose stanno in modo diverso. Come è possibile evincere dalla lettura dei rendiconti (ma anche dal testo dell’articolo) il Comune di Parma sembra essere solito inserire nel capitolo “spese di rappresentanza” voci come le spese sostenute per i festeggiamenti del 25 aprile, della festa dei lavoratori e di Sant’Ilario (Patrono di Parma che si festeggia il 13 gennaio). Certo se ci si ferma al titolo che parla di “spese d’oro” è facile accusare la Giunta di una gestione poco oculata della cosa pubblica. Ma le spese sono tutte rendicontate. Per quanto riguarda la differenza con il 2012 vanno fatte notare due cose: Pizzarotti si è insediato il 21 maggio, in quella data le ricorrenze i cui festeggiamenti più onerosi erano già trascorse e il denaro già speso. Probabilmente per quell’anno Pizzarotti ha stretto la cinghia (oppure non aveva idee) e non sono state organizzate altre manifestazioni (oppure non sono state contabilizzate sotto quella voce di spesa). Nel 2013 poi quasi ventimila euro sono stati spesi per la visita del Premio Nobel per la Pace e cittadina onoraria di Parma Aun San Suu Kyi. A questi vanno aggiunti ulteriori diecimila euro per “eventi natalizi e di solidarietà sociale” più altre spese il cui importo raramente supera i cinquecento euro. Tra l’altro la spesa del 2013 per i tre eventi principali è in linea non solo con il 2012 ma anche con il 2011, anzi se accettiamo l’ipotesi che le ridotte spese del 2012 siano state una parentesi (oppure quell’anno l’#ovviamentegratis ha funzionato molto bene) Pizzarotti ha diminuito in modo sensibile le spese di rappresentanza del Comune. Nel 2011 infatti il comune aveva speso oltre 120.000 euro per “spese di rappresentanza”. Si può discutere dell’opportunità e della liceità di inserire delle voci di spesa all’interno di questo capitolato (gli altri comuni presi in esame non lo fanno) ma a quanto pare a Parma non è mai arrivato un ammonimento in tal senso.
LE POLEMICHE ALL’INTERNO DEL MOVIMENTO
L’uscita di Nik il Nero non è piaciuta al capogruppo della maggioranza a cinque stelle al Consiglio Comunale di Parma Marco Bosi che su Facebook risponde chiedendo invece conto dei soldi percepiti (e non rendicontati) dal grande comunicatore:
Ma questa gente ha preso un master in tafazzismo? Chi li ha assunti si sta ponendo qualche domanda?
Nik il Nero, addetto alla comunicazione in Parlamento, ha pensato bene di fare questa richiesta su fb. Eppure la stessa spiegazione, legittima, era stata richiesta privatamente in una chat tra consiglieri della nostra regione. Abbiamo spiegato come nel nostro Comune finiscano in quel capitolo di bilancio anche spese relative ad eventi come le celebrazioni del 25 aprile e del 1 maggio che in altri Comuni non finisce in quel capitolo di bilancio. Alla luce di questo pare evidente che 100mila euro non sono tanti. Alcuni Comuni spostano queste spese su società partecipate per aggirare i limiti normativi. Noi non abbiamo questi problemi perché non abbiamo nulla da nascondere. Arcano risolto, fino a che quel geniaccio di Nik non ci ha messo lo zampino.
Ora mi chiedo però: è normale che paghiamo profumatamente una persona per fare comunicazione quando non è neanche in grado di mandare un sms o fare una telefonata per chiedere conferma prima di fare questi autogol clamorosi? Certo non c’è da stupirsi se si legge il CV e le esperienze professionali nel campo della comunicazione dello stesso Nik prima di essere assunto: il nulla cosmico. Io sarei un po’ “stanchino” parafrasando Beppe. Non ci è dato sapere quanto guadagna il buon Nik visto che non pubblica la sua dichiarazione dei redditi a differenza mia e del Sindaco Pizzarotti, ma in media ogni addetto della comunicazione del gruppo M5S costa ai cittadini 66500 euro. Praticamente ciò che guadagna il nostro Sindaco, con la differenza che lui è stato eletto e non nominato da qualcuno.
Ed in effetti anche da Nik il Nero i commentatori sono un po’ “stanchini” di questa continua caccia alle streghe all’interno del Movimento.
Però sulla pagina del Consigliere Bosi due utenti fanno notare i principali problemi dei Cinquestelle, l’incapacità di comunicare i successi (come il PD!1) e lo scollamento progressivo in atto tra “la base” e cittadini portavoce incompresi:
E le (cinque) stelle stanno a guardare…