I guai in cui si è messo Marcianò per dire che Valeria Solesin non esiste (e che sul Ponte Morandi non è morto nessuno)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-23

Da anni c’è un uomo che – incurante del dolore altrui – sguazza nelle tragedie e nel sangue degli attentati per raccontare che i nostri concittadini che ne sono rimasti vittime in realtà non esistevano e quindi non sono morti davvero. YouTube sostiene che si tratti di incitamento all’odio, che ne pensano i magistrati?

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Ci siamo occupati spesso in queste pagine delle sorprendenti rivelazioni e delle strane teorie del geometra sanremese Rosario Marcianò. Che si tratti di scie chimiche, esplosioni controllate o false flag Marcianò ha sempre la risposta pronta quando le macerie devono ancora finire di cadere, i cadaveri sono ancora caldi e le indagini devono ancora iniziare. Di recente Marcianò è stato vittima di una censura da parte di YouTube: il sito ha rimosso due video sulla tragedia del Ponte Morandi con la motivazione che incitava all’odio.

Le “false” vittime del Morandi secondo Marcianò

Secondo il nostro la rimozione dei video ha uno scopo ben preciso: impedire che chi mette in dubbio la “verità ufficiale” possa far sentire la sua voce attraverso la pubblicazione di “contenuti scomodi”. In un video Marcianò sosteneva che i video del crollo del viadotto sul Polcevera fossero stati tagliati per “evitare che si potessero riconoscere alcune vittime”. In un altro invece spiegava che il traffico veicolare sul ponte  “era già stato bloccato prima di eseguire la demolizione controllata”.

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La tesi di fondo è quella che diversi complottisti sostengono fin dal giorno del disastro del 14 agosto 2018 che costò la vita a 43 persone: il Morandi è crollato perché qualcuno ha piazzato delle cariche esplosive per farlo esplodere. Marcianò ci aggiunge quel certo non so ché  che lo contraddistingue.

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Secondo Marcianò infatti il 14 agosto non è morto nessuno. Lui parla di “vittime” tra virgolette, perché secondo lui non esistono vere vittime. E i parenti che hanno partecipato ai funerali? Attori. Persone con “identità fasulle” che non avevano nemmeno un account sui social (che notoriamente è obbligatorio).

Tutte le vittime di attentati che secondo Marcianò non sono mai esistite

Nemmeno questa è una novità. Rosario Marcianò ad esempio ha sostenuto che Bruno Gullotta, uno dei due italiani morti nell’attentato di Barcellona dell’agosto 2017 non sia morto perché non è mai esistito. Ha spiegato che la morte di Ludovica Filippone, la bimba gettata da un cavalcavia dal padre Fausto, era una messinscena e che Valeria Solesin, l’italiana morta nell’attentato al Bataclan non è morta, perché in realtà anche nel suo caso si tratta di un’identità finta interpretata da un’attrice. Ma anche per quanto riguarda la strage di San Bernardino, in California, Marcianò ha sostenuto la medesima tesi.

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Per quelle affermazioni su Valeria Marcianò è stato querelato dalla famiglia Solesin. Di questa notizia dà conto anche un articolo del Secolo XIX sugli “haters” delle vittime del Ponte Morandi. Il Secolo scrive che Marcianò è stato condannato per diffamazione, ma la condanna non riguarda le affermazioni su Valeria Solesin. Secondo il geometra sanremese non solo è falsa la notizia della condanna ma anche il fatto che lui sia indagato: «non esiste nessun procedimento a carico. Le indagini si sono bloccate nel momento  in cui ho mostrato al Giudice Nordio la foto della Solesin viva». Ma le cose stanno diversamente.

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Come spiega sul Secolo Dario Solesin, fratello di Valeria, Marcianò è stato denunciato più volte «ad oggi non ci è arrivata la notizia di archiviazione. In Questura ci dissero che c’erano tante denunce a suo carico ma pochi mezzi per agire». Infatti molto diligentemente Marcianò parla di “indagini bloccate” e non di archiviazione. Ed è poco probabile che si blocchino perché uno mostra la foto di una persona che non assomiglia nemmeno lontanamente a Valeria Solesin. Tra le altre cose il Pm Carlo Nordio è andato in pensione nel 2017, quindi probabilmente non è lui a seguire il caso. Nell’agosto del 2016 poi Marcianò forniva una versione diversa: la Procura gli avrebbe chiesto di rimuovere i video e i post in cui oltraggiava la memoria di Valeria, ma lui non voleva cedere a questo tentativo di “insabbiamento”. Rimane un dato di fatto: l’assoluta mancanza di rispetto di Marcianò per le vittime di attentati e tragedie. YouTube se ne è accorto, quando se ne accorgeranno le procure?

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