Il complotto del volo Ethiopian Airlines ET 302 (per nascondere le scie chimiche, ovviamente)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-11

Gli esperti di complotti italiani (e sovrani) hanno scoperto che a bordo del volo precipitato ad Addis Abeba c’erano importanti personalità in viaggio verso una fantomatica conferenza mondiale contro le scie chimiche e la geoingegneria. Ma le cose non stanno così

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Omicidio mirato, questa la spiegazione data dai teorici del complotto per l’incidente del volo Ethiopian Airlines ET 302 precipitato sei minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Addis Abeba. A bordo c’erano 157 persone, tra loro otto italiani. Le cause dell’incidente devono essere ancora chiarite, ma i soliti esperti che di cose come questa ne hanno viste tante hanno già rintracciato il pattern e attivato il protocollo che consente loro di spiegarci che no, non è stata una tragica fatalità ma un’azione deliberata, del tutto simile a quella che portò al naufragio del Titanic “per eliminare tre banchieri” (sic).

Il sabotaggio contro chi si oppone alle scie chimiche

Ad aprire le danze è il noto esperto di meteorologia sanremese Rosario Marcianò che grazie alle “spiegazioni” fornite da un sito complottista spagnolo è in grado di rivelarci che «siamo di fronte ad un sabotaggio con l’obiettivo di eliminare gli oppositori alla legalizzazione ed ufficializzazione della guerra climatica aka “scie chimiche“». A differenza da quanto accaduto in altre occasioni questa volta non si tratta di un false flag con “attori” a recitare la parte delle vittime ma di un vero e proprio depistaggio per evitare che venisse allo scoperto la cospirazione globale della geoingegneria e delle scie chimiche. Poco importa che di scie chimiche se ne sia parlato ampiamente (e senza dubbio più del dovuto) al Parlamento italiano e pure all’Europarlamento.

 

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Ma così come per costoro le scie chimiche sono un fenomeno reale altrettanto non si può dire del riscaldamento climatico o global warming. Quella sì, ci spiegano, è una bufala messa in giro proprio per occultare la terribile realtà della geoingegneria clandestina di Stato. Cosa c’entrano però le scie chimiche con un incidente aereo?

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Da Lincoln a Bonanno passando per il Titanic, Kennedy e Moro

C’entrano eccome, e non tanto perché quel Boeing venisse utilizzato per operazioni di “irrorazione” quanto perché a bordo c’erano persone che “si opponevano all’accordo per geoingegnerizzare la nostra atmosfera con particelle di alluminio”. Chi siano queste persone non è dato di saperlo. Eppure ormai l’identità delle vittime della tragedia di Addis Abeba è nota.

La bufala del complotto dell’omicidio mirato

Il pretesto per il complotto è il fatto che alcuni dei passeggeri fossero diretti a Nairobi per prendere parte all’assemblea dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. L’intero programma dell’assemblea (che si svolge dal 5 al 15 marzo 2019) è consultabile qui e da nessuna parte si parla di chemtrails. Si parla invece di gestione del ciclo dei rifiuti e dell’impatto dell’inquinamento prodotto dall’attività umana sull’ecosistema. Il panel sulla geoingegneria – dal titolo “Learning to govern geoengineering: insights from different experiences
on environmental governance” invece si è tenuto il 6 marzo alle ore 15:00, giorni prima dell’incidente.

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Quali sono gli oppositori della geoingegneria morti nell’incidente? Curiosamente questa informazione non viene rivelata. Ma allora qual è la “prova” scoperta dai complottisti? Il fatto che tra le vittime (di 35 nazionalità diverse) nessuno provenisse da uno dei paesi che hanno sostenuto la Convenzione sul divieto dell’uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari o ad ogni altro scopo ostile del 1978. Insomma un messaggio diretto ai paesi di provenienza più che un tentativo di colpire i singoli individui. Peccato però che l’Italia sia uno dei paesi che hanno ratificato la Convenzione.

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Anche Andrea Castellani dell’Ufficio operativo esseri umani sostiene che a bordo del volo Ethiopian Airlines c’erano «circa 35 rappresentanti mondiali che andavano ad una riunione mondiale contro la geoingegneria delle scie chimiche» e si chiede come mai nessuno ne parla. Nessuno ne parla perché a Nairobi non è in programma nessuna conferenza mondiale contro la geoingegneria.

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Insomma non solo Marcianò ha letto male l’articolo (dove non è scritto che si volevano colpire precisi individui) ma addirittura chi l’ha scritto non ha capito nulla. Ci sono poi altre teorie del complotto, come quella di chi trova continuamente un riferimento ai Gesuiti (deve essere una specie di sport) che consentono al Vaticano di essere proprietario della Boeing, la ditta costruttrice dell’aereo precipitato.

Quelli che festeggiano perché “sono morti dei massoni”

Anche quelli del Popolo Unico si sono occupati della questione collegando subito l’incidente al fatto che molte delle vittime dovessero partecipare ai lavori della conferenza di Nairobi. Il gruppo dei “Genitori e Bambini liberi e Sani del Popolo Unico” è lo stesso che ha messo alla gogna i genitori del bambino malato di leucemia sostenendo che si trattasse di  un’operazione commerciale per guadagnare del denaro.

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«L’aereo era zeppo di protagonisti della questione global warming» spiega l’amministratore della pagina di fatto smentendo le teorie complottiste secondo le quali l’incidente sarebbe stato provocato per impedire a chi si oppone alla teoria del riscaldamento globale di parlare alla conferenza dell’ONU in Kenya.

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Non manca chi invece dal solo esame dei filmati giunti dal luogo dello schianto ci sa già dire che l’aereo non è precipitato. Come nella famosa teoria dell’aereo schiantatosi sul Pentagono l’11 settembre 2001 ecco che i complottisti hanno desunto da poche foto la totale assenza dei motori e della carcassa del velivolo. Addirittura di tutti gli effetti personali dei passeggeri ci sono “solo un paio di scarpe da ginnastica” Che significa? Ovviamente che non è mai esistito alcun aereo oppure che l’aereo è stato fatto sparire dopo essere stato abbattuto in volo (si immagina mettendo delle enormi reti per raccogliere i resti precipitati.

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Ma non è finita qui perché una gentile utente ha scoperto che «uno degli italiano morto era un massone» e chiede se alla luce di questa circostanza «forse è un bene che sia caduto? Chissà quante non anime o anime marce c’erano lì dentro».

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