I rapporti di M5S e Lega con la Russia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-04

Soros ha accusato Salvini di essere a libro paga di Putin. Il ministro dell’Interno ha smentito di ricevere soldi da Mosca. Ma la rete di relazioni con il partito Russia Unita è più forte che mai. E anche il M5S non ha smesso di guardare a Est

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«Non so se Matteo Salvini ha ricevuto finanziamenti  da Mosca, ma credo che l’opinione pubblica italiana avrebbe il diritto di sapere se è a libro paga di Putin». Così parlò George Soros, fondatore della Open Society Foundation, uno degli uomini più ricchi del mondo che ieri in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera ha parlato di una stretta relazione tra Matteo Salvini, il ministro dell’Interno del governo Conte, e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

L’accordo della Lega Nord con il partito di Putin

Salvini – che in passato ha più volte accusato Soros di essere a capo di una cospirazione globale per sostituire i popoli europei con la complicità delle Ong (un concetto ribadito ieri da Claudio Borghi) – ha negato ogni addebito. Ma la smentita – «Non abbiamo mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia. Ritengo Putin uno degli uomini di stato migliori» – ha chiarito ben poco, anzi ha lasciato parecchi punti oscuri. In molti probabilmente a Mosca guardano con favore alla proposta inserita nel contratto di governo tra Lega e M5S di togliere le sanzioni commerciali alla Russia (la stessa fatta dal partito nazionalista di destra filo russo austriaco FPÖ). Ma quello che è certo è che le relazioni tra la Lega e Russia Unita (il partito di Putin) sono assai solide.

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Salvini negli studi della Tv di Stato russa Rossiya Segodnya (che detiene il network Sputink News) per parlare del referendum costituzionale

Il 6 marzo 2017 Matteo Salvini e Serghej Zheleznjak, imprenditore del settore delle telecomunicazioni, ex membro della Duma e delegato alle Relazioni internazionali di Russia Unita, hanno siglato un accordo di cooperazione  fondato «su un partenariato paritario econfidenziale» volto allo scambio di informazioni tra le due formazioni politiche ma sempre nel rispetto della «non interferenza reciproca negli affari interni di ciascuno». L’accordo è il culmine di un processo di avvicinamento iniziato nel 2013 con la presenza di un dirigente di Russia Unita ad un convegno della Lega Nord e rinsaldato dalle visite di Salvini a Mosca e in Crimea.

Russia Unita e la rete dei nazionalisti europei

Figura centrale nel raggiungimento dell’accordo è stato proprio Zheleznyak – che dopo l’invasione della Crimea da parte della Russia è finito nella black list stilata dagli Stati Uniti. Secondo il Financial Times, durante l’incontro del marzo 2017 Salvini ha detto a Zhelezniak che la Lega avrebbe lavorato «cosicché l’Italia abbia delle elezioni parlamentari reali, aperte come lo sono nel vostro paese». Se si pensa che Salvini ora è al Ministero dell’Interno e che in Russia le elezioni non sono né libere né aperte come quelle italiane è una dichiarazione che fa senza dubbio impressione. Qualcuno potrebbe anche arrivare a definirla eccessivamente servile nei confronti di un paese straniero.

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Il gioco della Russia è evidente: stringere accordi con i principali partiti europei, dal Freiheitliche Partei Österreichs il Partito della Libertà austriaco fino al Front National di Marine Le Pen che nel 2014 ha ottenuto un prestito da 11 milioni di euro da una piccola banca collegata al Cremlino. Prestito che sicuramente ha dato la spinta alle posizioni filo russe della Le Pen che è arrivata anche a negare che l’invasione della Crimea sia mai avvenuta. In Germania Russia Unita gode delle simpatie del partito euroscettico di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD). Sembra essere un dato di fatto che l’azione di lobby esercitata dal partito di Putin sia volta soprattutto ad ottenere la sospensione delle sanzioni nei confronti della Russia.

I rapporti tra Russia Unita e MoVimento 5 Stelle

A Roma Zheleznyak ha incontrato l’allora parlamentare M5S Alessandro Di Battista ed è noto che il responsabile della politica estera del MoVimento 5 Stelle, Manlio Di Stefano oltre ad aver preso in più occasioni le difese della Russia abbia preso parte a Mosca al congresso dei parlamentari putiniani. Per ora non è stato firmato nessun accordo – che si sappia – ma qualche tempo fa l’ex deputato di Russia Unita Robert Schlegel disse in un’intervista alla Stampa: «Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano? Ci hanno fatto in generale un’impressione positiva, quando ci siamo incontrati. Se l’accordo poi è stato formalizzato? Se c’è stata una forma di aiuto, politico o finanziario? Questo deve chiederlo a Zheleznyak».

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La bilancia commerciale tra Unione Europea e Russia [Fonte]

Nel frattempo però va registrato l’accordo stretto dall’Università statale Lomonosov di Mosca con la Link Campus University di Roma, dal quale provengono diversi esponenti del M5S e dove Di Maio fece il famoso discorso filo-atlantico. Gianluca Di Feo su Repubblica scrive che Lomonosov e Link hanno creato un master a cui avrebbero dovuto partecipare Elisabetta Trenta, neoministro della Difesa, con Ivan Timofeev, ritenuto dall’Fbi il primo a segnalare allo staff di Donald Trump l’esistenza delle mail trafugate a Hillary Clinton, e Olga Zinovieva, che dalle pagine di Sputnik sostiene la politica putiniana e la necessità di una guerra d’informazione contro l’Occidente».

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La foto pubblicata da La Stampa : Shlegel con Di Battista e Di Stefano

Il risultato di tutta questa fitta rete di relazioni per ora è uno solo, ed è lo stesso ovunque, il M5S ha sposato la strategia narrativa russa che dipinge il paese come baluardo contro il terrorismo (ma in Siria Putin voleva solo difendere Assad) e il principale partner commerciale quindi dalle sanzioni siamo noi a perderci.

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A ben guardare la bilancia commerciale UE-Russia si nota come sia nettamente a favore dei secondi (significa che la Russia esporta in Europa più di quanto facciano i paesi europei). È vero che la Russia è uno dei principali partner commerciale dell’Unione ma bisogna tenere conto di alcuni dati: il primo è che dal 2012 le esportazioni europee sono calate, la seconda è che la UE è la maggiore fonte di investimenti esteri in Russia. Al di là di eventuali finanziamenti russi nei confronti dei due partiti ci sarebbe da chiedersi perché M5S e Lega raccontano che a perderci dalle sanzioni sono i nostri imprenditori quando anche prima delle sanzioni non è che ci guadagnassero.

Leggi sull’argomento: Come Matteo Salvini sta fregando l’Italia sul regolamento di Dublino

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