Il M5S è fatto così: caccia De Vito (contro le sue regole) e salva Salvini (contro le sue regole)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-20

Per salvare la faccia dopo l’arresto di Marcello De Vito oggi il MoVimento 5 Stelle dovrebbe votare a favore dell’autorizzazione a procedere per Salvini. Ma non lo farà, con buona pace degli anticorpi di Luigi Di Maio

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Oggi il Senato vota sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito alla questione del sequestro di persona dei migranti trattenuti a bordo di Nave Diciotti. Salvini è già stato salvato dal M5S in Commissione e oggi il partito di Luigi Di Maio è chiamato a fare un ultimo sforzo ancora per assicurare la tenuta del governo. Non ci sarà alcuna sorpresa oggi a Palazzo Madama e Salvini sarà salvato, non perché ha agito per l’interesse dello Stato come ritiene il ministro Bonafede ma perché ai 5 Stelle fa comodo concedere l’immunità ad un collega di governo.

Il doppio standard del M5S su politica e moralità

Eppure proprio oggi il MoVimento 5 Stelle dovrebbe votare a favore per l’autorizzazione a procedere contro la richiesta della Giunta per le immunità e le autorizzazioni a procedere, non fosse altro che ha una disperata necessità di affermare (e mostrare all’elettorato) che i valori fondanti del partito sono ancora alla base dell’agire politico dei pentastellati. Perché oggi è stato arrestato il Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, “mister preferenze” alle elezioni del 2016 e uno dei duri e puri del M5S. Luigi Di Maio ha rapidamente risolto la questione espellendo De Vito dal partito. Sul Blog delle Stelle il Capo Politico parla di anticorpi del MoVimento 5 Stelle: «De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi» e mette al bando tutto il garantismo spiegando che «è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del MoVimento, è inaccettabile».

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D’accordo, Salvini non è un eletto del MoVimento. Ma è un politico con cui il M5S ha stretto un’alleanza, fatto quello che fino all’anno scorso si sarebbe chiamato inciucio, firmato un contratto. E nel famoso contratto di governo non c’è scritto che il ministro dell’Interno (o il governo) potevano chiudere i porti (senza alcun ordine formale da parte del Viminale) o sequestrare dei migranti. Eppure Di Maio non parla di responsabilità politiche o morali del Senatore Salvini, anzi. Il governo, dal premier Conte in giù è corso a difendere il ministro dell’Interno spiegando che quella di vietare lo sbarco è stata una decisione presa collegialmente (durante un Consiglio dei Ministri che nessuno è mai stato in grado di indicare).

Come il MoVimento 5 Stelle sta uccidendo sé stesso

Non spetta al MoVimento 5 Stelle decidere se Salvini è innocente o meno. Così come non spetta al M5S stabilire la colpevolezza di Marcello De Vito, che benché agli arresti è ancora solo un indagato e quindi è innocente fino a prova contraria. Ma la durezza della decisione pentastellata su De Vito stride con i toni accomodanti e la difesa d’ufficio nei confronti di Salvini. I reati sono diversi ma nella loro diversità sono ugualmente gravi. Da una parte c’è l’accusa di corruzione e traffico di influenze dall’altra quella di sequestro di persona aggravato, un reato punibile con la detenzione fino a quindici anni.

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Oggi più che mai il partito di Di Maio dovrebbe affermare in Aula a Palazzo Madama quello che lo stesso vicepremier scrive su Facebook: «Ciò che ha sempre distinto il MoVimento dagli altri partiti è la reazione di fronte a casi del genere. De Vito potrà e dovrà infatti difendersi in ogni sede, nelle forme previste dalla legge, ma lo farà lontano dal MoVimento 5 Stelle». Anche Salvini – se venisse data l’autorizzazione a procedere – potrà e dovrà difendersi in ogni sede. E fino a qualche tempo era lo stesso leader della Lega a chiedere di essere processato nei video dove si appuntava l’ordinanza del Tribunale al petto dicendo che “era una medaglietta”. E invece no, Salvini non andrà a processo e il M5S continuerà a sostenere le scelte “politiche” del ministro. Questa è l’ipocrisia del M5S: prendere le distanze da un uomo accusato (ma non condannato e nemmeno rinviato a giudizio) per corruzione e stare a fianco di un uomo accusato di sequestro di persona.

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E chissà che cosa succederà alle senatrici Paola Nugnes e Elena Fattori che hanno già annunciato di votare a favore della richiesta di autorizzazione a procedere. Saranno espulse un attimo dopo aver votato (il voto è segreto) in maniera difforme dalle indicazioni del partito? Se dovessero essere salvate si aprirebbe un’altra crepa, perché il regolamento del M5S prevede l’espulsionie per «tutte le condotte che vìolino, del tutto o in parte, la linea politica dell’Associazione “MoVimento 5 Stelle”». E la linea del M5S è concedere l’immunità a Salvini. In netto contrasto con tutto quanto detto in passato contro l’immunità per i parlamentari.

Leggi sull’argomento: Come hanno preso i grillini l’arresto di Marcello De Vito

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