Il precariato tornerà di moda con il Reddito di Cittadinanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-24

Con il RdC tornano di moda i contratti di somministrazione e le agenzie interinali, proprio quelle che Di Maio accusava di fare “caporalato” e di togliere dignità ai lavoratori. Il dicastero del vicepremier è al lavoro per integrare le offerte delle Agenzie all’interno del sistema del Reddito di Cittadinanza. Avanti così verso la creazione di una nuova classe di lavoratori precari, mal pagati e sotto ricatto di essere deportati dall’altra parte del Paese

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«Se i centri per l’impiego funzionano non c’è bisogno di tutto questo mondo del lavoro interinale. Spesso il caporalato lo fanno le agenzie di somministrazione lavoro che ti tengono bloccato una vita intera anche utilizzando le cooperative». Così parlava il 22 giugno 2018 il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. All’epoca la battaglia del MoVimento 5 Stelle era tutta sul Decreto Dignità, quello che doveva “aiutare” i Rider e salvare i giovani dal precariato. Archiviato quello strepitoso successo e sconfitta la povertà il governo del Popolo procede a tappe forzate verso la realizzazione dei punti del “contratto”. Ora che c’è da distribuire lavoro ai milioni di beneficiari del Reddito di Cittadinanza improvvisamente le agenzie interinali non fanno più caporalato, anzi, sono utilissime.

Il lavoro “in affitto” che piace al ministro del Decreto Dignità

Il governo sta prendendo atto che forse quattro mesi non sono sufficienti per la riforma dei centri per l’impiego. Riforma che non si sa nemmeno da che parte dovrà iniziare e che per ora si limita all’assunzione – tramite concorso – di circa 4.000 nuovi addetti. Arriveranno anche i navigator (precari) ma per mettere in moto la macchina che consentirà di proporre le famose tre offerte di lavoro ai disoccupati del RdC ci vorrà tempo. Di Maio aveva già spiegato che le Agenzie interinali, quelle che accusava di fare caporalato, avrebbero partecipato alla formazione dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Ieri è spuntata un’altra novità, le Agenzie parteciperanno anche alla fase di ricerca di lavoro, di fatto sovrapponendosi (come succede già ora) ai compiti dei Centri per l’Impiego.

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Ieri a Roma il presidente di Assosomm Rosario Ravizza ha incontrato i tecnici del Ministero del Lavoro (tra loro c’era anche Pasquale Tridico). Uscendo dalla riunione Ravizza era soddisfatto e ha dichiarato al Messaggero che «l’incontro è andato molto bene. Oltre alle attività di ricollocazione, daremo il nostro apporto nella fase di ricerca di lavoro. Le nostre agenzie, collegandosi con il portale nazionale dedicato ai percettori, pescheranno dalla platea del reddito i lavoratori che ci chiedono le aziende. Vogliamo essere una sorta di traghettatori dal divano e dal lavoro». Voilà, magicamente le Agenzie interinali da caporali diventano “traghettatori”. Di quelli buoni, perché si sa che l’attuale governo ha qualche problema con imbarcazioni e barcaioli vari.

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Contratti di somministrazione anche con il Reddito di Cittadinanza

Cosa significa traghettare i disoccupati dal divano al mondo del lavoro? Che le agenzie si inseriranno nel meccanismo dell’offerta di lavoro per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza avanzando a loro volta proposte lavorative. Le offerte delle agenzie però non concorreranno a determinare le tre offerte dopo le quali si perde il diritto al sussidio. Saranno non vincolanti, insomma se le si rifiuta si continuerà a percepire il RdC. Ma rimane il fatto che il lavoro precario, bestia nera di questo governo e dei 5 Stelle torna a fare capolino proprio all’interno della misura che dovrebbe contribuire a far abbassare la disoccupazione.

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Dal testo del Decreto sul Reddito di Cittadinanza [Fonte]
Che tipi di offerte di lavoro saranno è presto detto. Si tratterà di contratti “di somministrazione” ovvero quello che una volta venivano chiamati lavori “in affitto”. Perché questo è il core business delle agenzie. Il massimo del precariato e della flessibilità (ma c’era un tempo in cui anche per Di Maio la flessibilità era cosa buona e giusta) visto che si tratta di lavoratori che le agenzie “prestano” alle aziende. Contratti vantaggiosi per i datori di lavoro “finali” che hanno maggiori vantaggi rispetto ad un contratto di lavoro a tempo determinato soprattutto perché li protegge dagli effetti del Decreto Dignità e consente di lasciare a casa i lavoratori con più facilità. Se a questo aggiungete il ricatto costituito dalle tre offerte via via sempre più distanti dal luogo di residenza (che serve a creare manodopera disperata e basso costo) e il fatto che le aziende che assumono i beneficiari del RdC si vedranno girare il sussidio dallo Stato ci si rende rapidamente conto su come la grande misura per dare lavoro agli italiani stia diventando una brutta copia del Jobs Act e un grande favore alle imprese, sulla pelle dei lavoratori.

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Il bello è che è tutto nero su bianco all’interno del testo del Decreto sul RdC laddove viene definito il concetto di “offerta congrua”. Come spiega Luigi Olivieri su Phastidio un’offerta è congrua – sulla base di quanto stabilito dal Jobs Act –  quando «si riferisce a un rapporto di lavoro a tempo indeterminato oppure determinato o di somministrazione di durata non inferiore a tre mesi». Da una parte Di Maio dice di voler combattere il precariato e se la prende con il caporalato interinale dall’altra fa l’esatto contrario. È il governo del Cambiamento, bellezza.

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