Opinioni
Il M5S cancella la romantica storia di Reddito di Cittadinanza. Volete sapere perché?
Giovanni Drogo 24/01/2019
Il Reddito di Cittadinanza ci salverà, viva il Reddito di Cittadinanza! Ma fino ad ora gli unici che hanno trovato lavoro grazie alla promessa del RdC sono i molti parlamentari del M5S che hanno vinto un seggio alla Camera o al Senato
Ora che finalmente è arrivato il Reddito di Cittadinanza (senza fretta, perché materialmente verrà erogato a partire da aprile) il MoVimento 5 Stelle può finalmente cavalcare la misura di sostegno al reddito per la propaganda elettorale delle europee. Ecco quindi che sulla pagina Facebook del M5S fioccano post che spiegano come ottenere il RdC. In attesa che il Reddito di Cittadinanza arrivi materialmente nelle tasche di chi ne avrà diritto il partito di Casaleggio ha bisogno ora di uno sforzo collettivo: gli attivisti devono spiegare a tutti le magnifiche sorti e progressive della grande misura che ha abolito la povertà.
Ad un certo punto di ieri lo Staff della comunicazione pentastellata ha pubblicato una romantica storia di Reddito di Cittadinanza. La foto di due giovani sposi sorridenti che grazie al RdC otterranno fino a 980 euro in più al mese di cui 280 euro per l’affitto. Il post serve a rispondere alle critiche di coloro che dicono che per i giovani disoccupati sono esclusi dal RdC, in particolar modo per quelli che proprio a causa della mancanza di un lavoro sono costretti a vivere con i genitori, perché se mamma e papà lavorano (e magari hanno una casa di proprietà) l’ISEE sarà oltre il limite massimo di 9.360 euro.
La costruzione della realtà alternativa inizia così: «Immaginiamo una famiglia composta da due giovani laureati che si sono appena sposati e vivono in affitto». Una storia che sicuramente è plausibile, certo in Italia il numero dei laureati è basso in proporzione alla media europea ma coppie come quella esistono davvero. Il M5S continua: «Lui è disoccupato mentre lei lavora guadagnando 600 euro al mese». È possibile che lui abbia appena perso il lavoro (ma in tal caso visto che l’ISEE viene calcolata sull’anno precedente ) ma quante probabilità ci sono che due giovani laureati decidano di andare a vivere assieme quando uno dei due non ha lavoro e l’altra prende appena 600 euro al mese? Sicuramente qualcuno che sogna di vivere d’amore c’è ma la realtà delle cose è diversa e spesso le coppie rimandano il matrimonio (o la convinvenza) proprio per mancanza di mezzi e possibilità di uscire di casa. Cosa potrebbe succedere poi se il nostro sposino rifiutasse le prime due offerte di lavoro e si trovasse costretto ad accettare la terza, magari dalla parte opposta del Paese? Finirà il matrimonio oppure i due dovranno fare i bagagli e trasferirsi (e intanto lei perderà il lavoro)?
Ad un certo punto il post è stato cancellato ma rimangono numerosi screenshot e soprattutto la storia viene raccontata, con qualche dettaglio in più, sul sito ufficiale del M5S. Lì apprendiamo che la giovane sposa Giulia, laureata di belle speranze, lavora come cameriera a 600 euro al mese. Ovviamente “nel ristorante vicino casa” perché bisogna escludere l’eventualità che debba spendere qualcosa (benzina, bollo auto, assicurazione, abbonamento dei mezzi) per andare a lavoro. Anche perché se hai una macchina comprata da poco (i due sposini potrebbero essersi concesso questo regalo) iniziano i problemi. Quei 600 euro, la bella cifra di 7.200 euro all’anno, serve per mantenere entrambi e pagare l’affitto. Eh già, perché i due non hanno nemmeno la fortuna di avere una casa di proprietà, magari eredità di nonna o in comodato d’uso gratuito.
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Qualcuno potrebbe chiedersi come fanno a mangiare una volta pagato l’affitto (notare che nell’esempio sopra il signor Bianchi vive in un monolocale). Al M5S non interessa. Avranno pensato che probabilmente Giulia porta a casa gli avanzi del ristorante. Nel frattempo Filippo, il marito, è alla disperata ricerca di un lavoro. Anche lui è “laureato” – si sa che le lauree sono un po’ tutte uguali quindi che sia ingegnere o laureato al DAMS poco importa – ma per fortuna lo Stato ora li aiuterà dando a Filippo ben 780 euro al mese (più di quello che guadagna la moglie spaccandosi la schiena ogni sera al ristorante) e allungando anche 180 euro a Giulia (per la parità di genere!1). Mentre Filippo si attiverà per formarsi e trovare un lavoro (magari da 600 euro al mese come la moglie, non dobbiamo essere troppo ambiziosi quando siamo giovani laureati) Giulia continuerà a lavorare, facendo poco più di un part time. Ma entrambi saranno contenti perché lo Stato li avrà aiutati. Qualcuno magari si starà chiedendo perché cancellare una storia così romantica. La ragione è semplice: il caso descritto è totalmente disconnesso dalla realtà. Un po’ come il MoVimento 5 Stelle.