Come Lanzalone ha aiutato Casaleggio e Rousseau a portare a casa sei milioni di euro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-15

La sindaca che lo ha materialmente nominato consulente per il nuovo stadio della Roma se ne lava le mani e dice che a presentarlo sono stati i responsabili degli enti locali. Ovvero gli attuali ministri Bonafede e Fraccaro. Ma la vicenda Lanzalone riguarda da vicino anche il “guru” Davide Casaleggio con il quale ha collaborato alla stesura del nuovo statuto del partito

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È l’avvocato genovese Luca Lanzalone, fino ieri presidente di Acea (la società controllata dal Comune di Roma) e prima consulente del Campidoglio per il dossier sul nuovo stadio della Roma, a mettere nei guai il MoVimento 5 Stelle. Come se non bastassero le indagini sul capogruppo del M5S in consiglio comunale Paolo Ferrara, sull’assessore allo sport del X Municipio Giampaolo Gola e quelle sui due candidati all’uninominale (scelti personalmente da Luigi Di Maio) Mauro Vaglio e Daniele Piva.

Luca Lanzalone, il Mr. Wolf

Prima di arrivare ad Acea e allo stadio della Roma Lanzalone ha lavorato a con Nogarin a Livorno su Aamps, la municipalizzata dei rifiuti, ed è arrivato nella Capitale passando per AMA durante il primo giro di nomine della giunta Raggi. Nell’ordinanza del Tribunale di Roma che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente di Acea si legge che l’imprenditore Luca Parnasi e gli altri membri del sodalizio criminale  «hanno offerto diverse utilità e tra queste svariati incarichi professionali a Lanzalone Luca, presidente di ACEA e consulente del Comune di Roma per la questione Stadio, al fine di corromperlo, acquisendone il costante asservimento agli interessi del gruppo imprenditoriale sostenuto dal sodalizio».

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Ieri il ministro Di Maio a Rtl 102.5 ha ricordato che «Lanzalone ci aveva aiutato a salvare l’azienda dei rifiuti di Livorno e poi era stato brillante nello sbloccare la situazione dello stadio» spiegando che «Lo abbiamo premiato con Acea per il lavoro fatto». Insomma la presidenza di Acea – per il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle e Vice presidente del Consiglio – “un premio”. Il valore del “premio” era una nomina da 200 mila euro all’anno arrivata nell’aprile 2017. Il che la dice lunga sul metodo di selezione da parte della classe dirigente adottato dal 5 Stelle. Ieri a Porta a Porta la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha ribadito la sua totale estraneità alla vicenda giudiziaria. Ma al di là delle inesistenti responsabilità penali nei confronti della Raggi non si possono non sottolineare quelle politiche. Nell’ordinanza del tribunale si legge che Lanzalone «su disposizione del Sindaco ha svolto attività di consulenza per il Comune nell’ambito dell’iter amministrativo connesso alla approvazione del progetto del Nuovo Stadio della Roma».

Il potere di Lanzalone all’interno del M5S e i legami con i vertici del MoVimento

Lanzalone, ha detto la Raggi, è un brillante professionista. Opinione che dalle intercettazioni ambientali sembra essere condivisa anche da Parnasi che in un colloquio con l’ex presidente di Acea lo definisce Mr Wolf, il personaggio di Pulp Fiction che “risolve i problemi”. In particolare Lanzalone spiega di essersi adoperato per far approvare una procedura che – scrivono gli inquirenti – serve  «per evitare di prestare il fianco ad eventuali ricorsi di legittimità formale, che potrebbero provenire da parte di una qualsiasi associazione». Lanzalone, si legge nell’ordinanza – elabora una soluzione tecnica riguardo la procedura da adottare per il buon esito del progetto dello stadio «finalizzata a consentire un immediato inizio dei lavori senza il ricorso a procedure d’ urgenza alle quali appare, invece, connesso il rischio di ricorsi con conseguente allungamento dei tempi».

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La Raggi ha spiegato di aver conosciuto Lanzalone per il suo lavoro sul concordato preventivo in continuità di Aamps (gestito assieme all’assessore al Bilancio Lemmetti). A presentare Lanzalone alla sindaca della Capitale sono stati i due responsabili degli enti locali del MoVimento 5 Stelle (e ora ministri) Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. La Raggi ha raccontato che all’indomani dell’arresto di Marra, Bonafede e Fraccaro diedero “un po’ di supporto” alla giunta introducendo l’avvocato genovese alla Raggi che cercava consigli sull’argomento del concordato in continuità.

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Luca Lanzalone con Luigi Di Maio al forum Ambrosetti

È interessante accostare la ricostruzione data dalla Raggi sull’arrivo di Lanzalone a Roma “patrocinato” da Fraccaro e Bonafede con quanto disse a gennaio la consigliera comunale (all’epoca M5S, poi espulsa) Cristina Grancio. Durante un’intervista andata in onda all’interno del programma di Michele Santoro la consigliera parla proprio del capovolgimento di fronte del M5S sul nuovo stadio che ad un certo punto passa da un’assoluta contrarietà all’opera alla possibilità di farla realizzare. La Grancio disse: «Ecco che arrivano i Fraccaro per lo stadio li ho visti praticamente sempre» e sulla vicenda dello stadio della Roma «Fraccaro e Bonafede sono venuti giù e tra l’altro fanno nei comuni che sono i delegati agli enti locali fanno arbitri e giocatori perché Fraccaro è nel comitato dei probiviri. Quando vengono giù si percepisce il timore di esprimere le proprie posizioni perché c’è colui che emana il provvedimento di eventuale espulsione».

Di chi è la responsabilità politica su Lanzalone?

Secondo alcuni sarebbe stato proprio il ministro della Giustizia Bonafede a introdurre Lanzalone nel MoVimento 5 Stelle presentandolo a Beppe Grillo. L’avvocato genovese – che tra l’altro difende il M5S in alcune cause intentate da ex attivisti – avrebbe poi stabilito un rapporto che Travaglio definisce “intimo” con Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau che di fatto controlla il partito. Poco prima del suo arresto Lanzalone era a cena proprio con il figlio del fondatore del M5S. L’ex collaboratore della Casaleggio Associati Marco Canestrari ha scritto ieri che è stato Lanzalone «a scrivere il nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle e quindi a consegnare, di fatto, a Davide Casaleggio il potere negoziale e di condizionamento di cui gode nel Movimento 5 Stelle; e , soprattutto, la possibilità di raccogliere dai parlamentari M5s, nell’arco della legislatura, quasi sei milioni di euro per la sua Associazione privata, Rousseau». Il riferimento è alla parte dello Statuto che prevede che i parlamentari del M5S versino mensilmente una quota parte del loro stipendio nelle casse dell’associazione di Davide Casaleggio. A confermare l’esistenza del contributo è lo stesso Casaleggio in un’intervista al Corriere della Sera.

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Il senatore PD Andrea Marcucci ha chiesto al ministro Bonafede di andare in Parlamento a spiegare i suoi rapporti con Lanzalone. Ma la responsabilità politica (ben diversa da quella penale che è ancora tutta da accertare) non può essere scaricata unicamente né sulle spalle della sindaca di Roma (che peraltro ha già iniziato lo scarica barile) né solo su quelle de Guardasigilli. A dover spiegare la strepitosa ascesa di Lanzalone nel MoVimento sono tutti i vertici del M5S, a partire da Bonafede e Fraccaro certo, ma sarebbe bene che anche Luigi Di Maio e Davide Casaleggio spiegassero il ruolo dell’avvocato Luca Lanzalone nel M5S e sullo Statuto del partito.

Leggi sull’argomento: La cena di Parnasi con Giorgetti e Lanzalone per fare il governo Lega-M5S

 

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