Il Dibba e l’uva del governo giallorosso, cosa non si farebbe per un posto da ministro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-13

Di Battista ieri ha rivelato di essere rimasto deluso da Salvini quando ha dimostrato di essere pavido nei confronti dei Poteri Forti come Radio Radicale. Ma la parte migliore è la rosicata su Luigi Di Maio ministro degli Esteri e per i “veti” del PD ad un suo ingresso nel governo. Ma tutto sommato meglio così: perché se il M5S dovesse allearsi con i partiti responsabili della distruzione del Paese sarebbe costretto a lasciare il MoVimento

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Alessandro Di Battista il sommergibile, riemerge e  rompe il silenzio rilasciando un’intervista a Diritto e Rovescio, dove ieri sera era ospite Salvini. Intercettato sotto casa da un inviato della trasmissione di Paolo Del Debbio il Dibba ha dispensato pillole del suo pensiero sulla situazione politica italiana. A quanto pare nonostante tutti gli stravolgimenti politici di queste ultime settimane Di Battista è ancora nel MoVimento 5 Stelle, e questa è già una notizia.

Salvini ha deluso Di Battista!

Il Dibba poi ha spiegato che lui «è stato un acerrimo nemico di Salvini», ed infatti ricordiamo i suoi continui ed incessanti attacchi alla Lega in questi ultimi quindici mesi. E deve essere per questo che nei giorni di trattativa che hanno portato alla nascita del Conte bis l’ex deputato veniva indicato come uno di quelli che volevano che l’esperienza di governo Lega-M5S andasse avanti. Certo, è vero che ha attaccato la Lega dicendo che era «un banalissimo partito di sistema» (bella scoperta!) ma è anche vero che il nostro eroe dei due mondi e falegname a tempo perso ha più volte difeso la linea Salvini-Toninelli sui porti chiusi e sullo stop alle ONG. Ieri invece Di Battista ha proclamato «mai con Salvini».

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Ma la spiegazione è semplice, a lui Salvini non stava poi così antipatico fino a che non ha commesso un errore madornale che lo ha proprio deluso: «io ho contrastato moltissimo la Lega da fuori il Parlamento. Personalmente a me Salvini mi ha deluso quando si è mostrato molto pavido nei confronti dei Poteri Forti». Ed infatti quando gli chiedono di dire tre errori macroscopici di Salvini lui dice «è vera questa storia che ha proposto a Luigi di fare il Premier. Lui ha avuto lo stesso vizio di Renzi dopo le europee, un’ubriacatura di potere tale, un’arroganza tale che lo ha fatto sentire re del mondo» e poi «ha sottovalutato le regole parlamentari» ma sopratutto «l’errore che mi ha fatto diventare un nemico di Salvini è l’essere pavido rispetto ai poteri  Poteri Forti: io non capisco perché abbiamo dovuto regalare soldi pubblici a Radio Radicale, e poi io sono per la nazionalizzazione di Autostrade».

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Capite? Fino a quando Salvini non ha fatto capire di aver paura dei Poteri Forti non era un nemico di Di Battista. E quando se ne è accorto? Quando Salvini ha votato a favore del finanziamento pubblico a quel potere fortissimo che è Radio Radicale. Certo, poi ci sarebbe la questione della revoca della concessione ad Autostrade, ma lì non è colpa del ministro competente (l’indimenticabile Danilo Toninelli). Anzi in un post di qualche giorno fa il Dibba spiegava che era tutta colpa del sistema mediatico al soldo dei Benetton (quindi Salvini che colpa avrebbe?).

I dolori del giovane Dibba

Il mondo di Alessandro Di Battista, giramondo e privato cittadino non eletto da nessuno che però partecipa ai vertici del M5S, deve essere davvero fantastico. Tra un’immersione e l’altra il Dibba submarine non è riuscito a entrare al Governo. Con il PD per lui non ci saranno ministeri e a quanto pare nemmeno un misero posto da sottosegretario. Anzi, il Ministero degli Esteri dove tutti erano convinti che prima o poi sarebbe riuscito ad arrivare è andato al suo fratello Di Maio. Non che non ci avesse provato anche con il governo precedente quando ad un certo punto l’ex deputato si era candidato per la poltrona di ministro agli Affari Europei. A quanto pare però all’epoca Di Maio gli disse che Salvini non era d’accordo (ed infatti andò a Lorenzo Fontana). Che sia per quello che è diventato un acerrimo nemico del leader della Lega?

 

Di chi è la colpa se Di Battista non è ministro nel governo nato dall’alleanza tra MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico? Secondo lui è colpa del PD: «io credo che il Partito Democratico abbia posto dei veti, però è pur vero che io avevo esternato un certo scetticismo quindi è anche comprensibile visto che sono una persona piuttosto divisiva». Insomma avete capito, se Di Battista anche questo giro potrà continuare a fare il giochino di quello che riemerge per sparare un siluro contro l’esecutivo guidato dal M5S per mantenere l’immagine di persona coerente che non cambia idea è grazie al Partito Democratico, e non perché forse nemmeno nel M5S lo vogliono tra i piedi. «Personalmente se avessi sempre e solo pensato alla convenienza personale avrei fatto un’altra carriera», quale? Quella di autore di libri su Bibbiano?

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Ma visto che Di Battista è persona seria, coerente, un vero e proprio hombre vertical gli ricordiamo un’altra sua posizione. «Per essere chiari: il giorno in cui il MoVimento 5 Stelle, ma non succederà mai, si dovesse alleare con i partiti responsabili della distruzione dell’Italia io lascerò il MoVimento 5 Stelle», era il 17 novembre 2017, il M5S si è alleato prima con uno “pavido nei confronti dei Poteri Forti” e oggi addirittura col partito di Bibbiano e dei Poteri Forti. Che aspetta?

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