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Auto blu: la macchina del fango a 5 Stelle su Deborah Montalbano

Alessandro D'Amato 12/01/2018

Una consigliera di Torino finisce nei guai per aver usato una vettura del Comune per andare a prendere la figlia. Di Maio promette sanzioni. Il fatto che fosse una dissidente è soltanto un dettaglio

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«Personalmente penso sia un fatto gravissimo e avvieremo una procedura interna al movimento. Mi aspetto un’azione da parte sua»: con le parole di Luigi Di Maio scoppia ufficialmente il caso di Deborah Montalbano, consigliera comunale a Torino con il MoVimento 5 Stelle nei guai per aver usato un’auto blu per scopi personali, ovvero per andare a prendere il figlio a causa di un’urgenza e dell’indisponibilità improvvisa di un’amica.

Deborah Montalbano e la macchina del fango a 5 Stelle

Quando è accaduto tutto questo? A novembre dell’anno scorso, quando l’autista incaricato del viaggio, D. C., scrisse e firmò una dichiarazione per mettere nero su bianco quello che era accaduto: “Il giorno 7/11/2017, a seguito della disposizione del coordinatore, trasportavo la consigliera Montalbano in via…..”. E poi: “All’arrivo mi disse di attenderla, passati dieci minuti tornava con una bambina, facendola salire sull’auto mi chiedeva di fare ritorno a Palazzo Civico, perché aveva impegni istituzionali. Il servizio si concludeva alle ore 16.45”. E quando esce fuori tutto questo? Oggi, ma perché la Montalbano, nel frattempo finita nelle chiacchiere anche per l’uso di taxi rimborsato per la paurosa somma di euro 300 in piena regola e autorizzato dal vaglio dei funzionari comunali, è una delle dissenzienti rispetto a Chiara Appendino, tanto da essersi azzardata addirittura a non votare sul Parco della Salute.
deborah montalbano
Più in generale, la Montalbano ha spesso criticato lo iato tra le promesse della campagna elettorale dei 5 Stelle a Torino e i fatti della Giunta Appendino, e per questo a un certo punto è diventata il bersaglio di una macchina del fango a 5 Stelle che l’ha messa sulla graticola fino alla resa di oggi, quando la consigliera su Facebook ha annunciato le dimissioni dalla presidenza della Commissione sanità ma non quelle da consigliera o dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, annunciando di volersi rimettere alle decisioni del M5S. Che arriveranno, visto che Di Maio dice di aspettarsi “un gesto” dalla consigliera (l’autosospensione?) mentre annuncia l’apertura di una procedura interna al MoVimento. E non è difficile immaginare come finirà.

«Tagliatele la testaaa!»

Non tanto perché la Montalbano, già finita nei guai qualche tempo fa per una storia di affitti non pagati di una casa popolare a Torino – ma all’epoca nessuno intervenne con le procedure, chissà perché… – sia colpevole, ma proprio perché è la colpevole perfetta per esercitare il potere nella sua forma più dura, pura e intransigente. E pazienza se ad Anguillara c’è una sindaca condannata ma ancora nel M5S, a Roma si cambia un verbale per cancellare una promessa ai lavoratori di Roma Multiservizi, nelle Marche una sindaca M5S condivide manifesti free-vax in spregio alla linea ufficiale e così via.


La Montalbano è invece la colpevole perfetta, a differenza di Cristina Grancio, della quale il M5S si è dovuto rimangiare l’espulsione mentre incombeva una decisione del tribunale che avrebbe di nuovo ridicolizzato le ambizioni censorie dei grillini. E infatti verrà punita, anche perché siamo in campagna elettorale e il MoVimento 5 Stelle ha ben compreso, nelle precedenti occasioni, quanto sia conveniente additare e prendersela con un colpevole, anche interno, per dimostrare la propria inflessibilità.

A Deborah Montalbano, “colpevole” di aver usato un’auto blu per un’emergenza che riguardava sua figlia, verrà tagliata la testa come pretende la regina del Paese delle Meraviglie. Il fatto che fosse una dissidente è soltanto un dettaglio.

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