Fatti
Virginia Raggi in bilico
Alessandro D'Amato 19/06/2018
«Vogliono far cadere la sindaca»: due o tre consiglieri della maggioranza in Campidoglio chiamano i parlamentari romani e vorrebbero sfiduciarla. Di Maio intanto comincia a scaricarla
«Alcuni hanno contattato i parlamentari romani e vorrebbero mollare. Vogliono far cadere la sindaca». Con le parole pronunciate da “un’autorevole fonte del Campidoglio” e riportate oggi da Lorenzo D’Albergo su Repubblica Virginia Raggi torna ufficialmente in bilico in Assemblea Capitolina. Dove si parla di due o tre consiglieri pronti a staccare la spina alla maggioranza che consente alla sindaca del MoVimento 5 Stelle di restare in sella.
Virginia Raggi in bilico
Una ricostruzione confermata anche da Simone Canettieri e Lorenzo De Cecco sul Messaggero, che parlano di contatti tra i consiglieri capitolini, molti dei quali al secondo mandato, e gli eletti romani che ancora fanno da tramite con il M5S nazionale: “La destinataria delle lamentale e degli annunci bellicosi è stata, per esempio, Paola Taverna, vicepresidente del Senato. Anche il deputato Stefano Vignaroli è stato allertato”, racconta il quotidiano romano. La sindaca paga l’affaire Lanzalone e soprattutto il fatto che i consiglieri si sentano, come del resto i parlamentari, nient’altro che dei pigia-bottoni, che devono ratificare decisioni prese altrove da altri.
Lo Stadio della Roma è stata una delle tante occasioni in cui i rilievi e gli argomenti dei consiglieri non sono stati sorpassati: se Cristina Grancio è stata la punta dell’iceberg, durante i voti e le discussioni sull’opera anche Monica Montella e Gemma Guerrini hanno dimostrato in qualche occasione il loro dissenso, tanto che la seconda ad un certo punto era sembrata persino in bilico, mentre la prima aveva in più occasioni espresso solidarietà proprio alla Grancio. Oggi tra i motivi del dissenso invece c’è anche – e soprattutto – la gestione dell’Aula Capitolina da parte di Giuliano Pacetti, colui che ha preso il posto di Paolo Ferrara dopo la mandrakata del progetto di Lungomare di Ostia chiesto a Parnasi.
Il ruolo di Pacetti su via Almirante
Pare infatti che dietro la vicenda del blitz di Fratelli d’Italia su via Giorgio Almirante che ha visto consigliere (e presidenti della commissione Cultura…) ammettere candidamente di non sapere cosa si stesse votando ci sia proprio Pacetti. È lui che, da giovedì scorso, si porta il peso della malagestione del caso di via Giorgio Almirante. La mozione è passata con il suo avallo, aprendo nei confronti del Campidoglio, un nuovo fronte di polemiche e gettando in confusione maggioranza e sindaca, costretta alla retromarcia e alla clamorosa figuraccia in diretta tv da Bruno Vespa. Si parlerà anche di questo e della contromozione da presentare alla prossima seduta utile, giovedì 21.
Già, giovedì 21. Ovvero proprio il giorno in cui si apre il processo per falso nei confronti della sindaca di Roma e Virginia Raggi sa benissimo che se dovesse arrivare una condanna in quella vicenda il suo tempo al Campidoglio sarebbe già scaduto. Ma ci vorrà almeno un anno per arrivare a sentenza. Per questo Di Maio, spiega ancora Repubblica, tiene le antenne accese:
Il vicepremier spiega che «Raggi ha individuato Lanzalone come presidente di Acea». Che a consigliare il suo nome alla prima cittadina sono stati Fraccaro e Bonafede: «Le hanno semplicemente suggerito uno che si era dimostrato in grado di maneggiare situazioni amministrative complicate». Poi l’ammissione: «Io a inizio dell’anno scorso mi sono un po’ allontanato nel seguire le vicende di Roma». Il tempo di una breve difesa («Chiedono le dimissioni della Raggi quando la stessa procura ha detto che non c’entra nulla? Ma di cosa stiamo parlando?») e poi la pietra tombale sulla sindaca. Se sarà condannata per falso, «c’è il codice di comportamento. Lo conosciamo bene».
Con i due municipi perduti e la sensazione che il vento sia ancora cambiato e stavolta spiri contro, Virginia Raggi intanto riflette. La procura ha voluto ieri sentirla di nuovo sul ruolo di Lanzalone, ma non è escluso che i magistrati le abbiano anche chiesto conto della cancellazione delle email da parte dell’avvocato dopo la perquisizione in Campidoglio. Un’altra indagine potrebbe rappresentare il colpo di grazia.
EDIT: “In merito ad alcune ricostruzioni stampa non veritiere e assolutamente inventate, ribadiamo che siamo tutti uniti insieme alla sindaca Virginia Raggi. Chi dice che siamo divisi afferma il falso. Lavoriamo tutti per la citta’ a testa alta. Le chiacchiere le lasciamo agli altri”, scrive il M5S Roma sulla sua pagina Facebook